Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Caso-Concordia: De Angelis commenta un articolo pubblicato su “Informare per resistere”

Stampa
Antonino De Angelis

di Antonino De Angelis

Il comandante Schettino  pagherà duramente per il suo comportamento. Egli è il responsabile del più grande disastro della storia della marineria in rapporto alle dimensioni della nave e al numero delle persone coinvolte. Sarà processato e, se ha violato  le norme del codice della navigazione e del codice penale, condannato. Non è di lui che voglio parlare; piuttosto cerco di rispondere ad un interrogativo che da qualche giorno mi arrovella. Che ci faceva quella nave in quel tratto di mare? Sappiamo con certezza due cose: 1) Quel tratto di mare rientra nell’area marina protetta dell’Argentario dove  la navigazione è limitata; 2) Tutti sanno, anche i terricoli come me (infatti sono un geometra), che sotto costa si naviga a vista dove spesso parte della strumentazione di bordo viene disattivata e la  navigazione è affidata alla sola responsabilità del comandante che, si sa, come  tutti gli uomini è il soggetto di possibili errori. Ed allora, ed è questa la domanda, CHI HA AUTORIZZATO o viceversa CHI NON HA IMPEDITO che quella nave  si trovasse a poche centinaia di metri dall’isola del Giglio? Mi piacerebbe ascoltare una registrazione di una qualche telefonata di un qualsiasi comandante di Capitaneria di Porto che, con la stessa sicurezza e perentorietà del comandante De Falco, avesse impedito il transito di uno di questi giganti del mare che in certi mesi dell’anno, con cadenza quasi giornaliera, sfiorano le coste dell’arcipelago toscano, della penisola sorrentina, di Capri e addirittura della Riva degli Schiavoni. Siamo certi che l’unico responsabile di questo disastro sia  il comandante Schettino? Alla capitaneria di porto del Giglio, e quindi anche il comandante De Falco, sapevano benissimo di questa “tradizione”, così come le stesse autorità marittime hanno definito nel corso delle innumerevoli apparizioni televisive. Da parte loro sarebbe stato più corretto definirle “violazioni“. Mi rendo conto che se così le avessero definite avrebbero  dovuto dire, come in effetti dovranno dire, perché non sono mai intervenuti ? Andiamoci piano nell’appuntare la medaglia di eroe sul petto di chi, con ogni probabilità dovrà accomodarsi sul banco degli imputati allorché sarà processato, come è giusto che sia, il comandante Schettino.

3 commenti

  • Antonino Coppola

    Le Autorità Marittime e gli armatori sono sempre esistiti,
    noi in penisola ne sappiamo qualcosa ai tempi della Flotta Lauro; quando a bordo gli equipaggi erano interamente italiani, e per la maggior parte della penisola.
    In quei tempi le navi della Flotta, erano usuali venire sotto costa a salutare amici e familiari. Ora noto che questa forma effettiva di cortesia viene definita “inchino”, e appunto l’inchino veniva rivolto direttamennte all’armatore Achille Lauro, qundo questi albergava nella sua residenza estiva in discesa Villazzano. Affacciato alla terrazza “o cummandant” ricambiava il saluto agitando il tradizionale fazzoletto bianco, come per dire ” ti ho visto puoi andare, a Maron t’accumpagn”,
    Ebbene le operazioni di avvicinamento e navigazione sotto costa, venivano fatte con competenza, professionalità e responsabilità.

  • ivan moscovicci

    Condivido in pieno la disamina di De Angelis e, del resto, anch’io non ho trovato niente di “eroico” nella telefonata di De Falco e mi chiedo perchè mai i media si siano subito affrettati a definirlo un eroe. A ciò si aggiunga, purtroppo, la pessima prassi dei processi mediatici, con Vespa & Co. nelle vesti di improvvisati PM sputano inopinatamente anche le sentenze. Ancora una volta, il dovuto rispetto per chi ha perso la vita in questa assurda e tragica vicenda è stato barabaramente calpestato da chi specula sulle disgrazie altrui, sbandierandolo come diritto di cronaca.

  • De Angelis Michele

    mi associo e condivido la disanima di Antonino De Angelis e di ivan Moscovic ed del direttore di macchine Coppola Antonino. Mi sono documentato sia attraverso atti su web che leggendo alcuni passi del processo al comandante Schettino, sia dalla stampa che in sintesi dal libro del comandante stesso , premetto che della materia ne ho una discreta conoscenza per aver conseguito i diploma di aspirane capitano di lungo corso e di aspirante conduttore di macchine di piccolo cabotaggio, fatto studi universitari in qualità di assistente incaricato e ricercatore di tecnica delle costruzioni,estimo navale e di cinematica oltre a studi giuridici. Credo che certamente il comandante Schettino ha gran parte di colpe per il naufragio ma assolutamente non gli si può attribuire la morte di tante persone. Premesso che nella collisione non si è ferito nessuno. Sono certo che nel processo di appello si possono chiarire molti lati oscuri e poco chiari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*