Diario Politico©Raffaele Lauro,  Massalubrense,  Meta,  Piano di Sorrento,  Sant'Agnello,  Sorrento,  Vico Equense

Piano Sociale di Zona, una denuncia e troppi interrogativi senza risposta

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Sul Piano Sociale di Zona dell’area della Penisola Sorrentina da tempo è scontro tra l’ente gestore e alcuni Comuni aderenti che ne contestano la funzionalità, i costi e i criteri di spesa, l’autonomia gestionale rivendicata dal coordinatore, Gennaro Izzo, accusato da alcuni Sindaci e Amministratori locali di fare il bello e il cattivo tempo in un settore molto delicato e oneroso per la pubblica amministrazione. Sul numero in edicola del settimanale Agorà si registra l’intervento di Carlo Sassi, ex sindaco di Meta, che interviene, dati alla mano, sui costi di gestione del personale in forza al servizio e in particolare su quelli inerenti il coordinatore. Secondo Sassi i conti, desunti da una nota del Comune di Sorrento, non tornerebbero e si sa, quando si parla di soldi e soprattutto di soldi pubblici, suona un campanello d’allarme che implica una verifica attenta da parte sia degli enti erogatori delle risorse finanziarie, per verificarne la modalità di impiego e il conseguimento degli obiettivi, sia delle autorità di controllo terze, magistratura contabile e penale laddove possano ipotizzarsi usi impropri di risorse, mezzi e persone o addirittura anche malversazioni ai danni della cosa pubblica. Il dibattito sul Piano Sociale di Zona della Penisola Sorrentina è da tempo motivo di contrapposizione tra sindaci e amministrazioni locali alcuni dei quali hanno fatto dietro front, altri pensano di farlo, altri ancora soprassiedono ad assumere decisioni conseguenziali, altri ancora lo difendono. Il coordinatore Izzo è nella bufera, ma dal canto proprio spiega, illustra, contesta, rivendica meriti e denuncia omissioni da parte degli enti, riceve attestati di stima da parte di terzi che collaborano alle attività del Piano: insomma è in prima linea per salvaguardare il lavoro svolto e l’istituto che gestisce la pubblica assistenza in base alla legge regionale e all’adesione degli enti locali da cui peraltro lo stesso Izzo è dipendente distaccato (dal Comune di Piano di Sorrento). L’intervento di Sassi su Agorà segue, casualmente, a una dettagliata denuncia di qualche giorno fa e cerca di rispondere ad alcuni interrogativi oggetto di discussione tra le Amministrazioni locali che non ci vedono chiaro sui costi di gestione del servizio, generali e particolari. Molti altri interrogativi non trovano ancora risposta e forse, al punto in cui si è giunti, bene farebbero tutte le parte interessate a fare chiarezza sull’argomento che, oltre a compromettere l’erogazione del servizio in questo perenne braccio di ferro che si trascina ormai da qualche anno, è finito sui tavoli di tutte le autorità giudiziarie, delle stesse amministrazioni locali, della stampa. Vediamo di che cosa si tratta. Nei giorni scorsi una dettagliata denuncia su questo argomento è stata inviata alle seguenti autorità: Ministro Renato Brunetta (funzione pubblica); Corte dei Conti della Campania; Procura della Repubblica di Torre Annunziata; Sindaci della Penisola Sorrentina; Assessore Regionale Ermanno Russo; Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro; Presidente della VI Comm. Reg.le Antonia Ruggiero; Dirigente del Comune di Sorrento Antonino Gianmarino; Consigliere di Sorrento Rosario Fiorentino; Carabinieri di Sorrento; Polizia di Sorrento; Guardia di Finanza di Massalubrense; alla stampa: Agorà, il Mattino, Metropolis, Corriere del Mezzogiorno. La denuncia è stata assunta al protocollo degli enti che l’hanno ricevuta e pertanto ha acquisito una sua ufficialità, ancorchè si presuma che l’autore possa essere un anonimo, ma un anonimo che si firma e che risulta troppo dettagliatamente informato visto che delinea un quadro circostanziato di tutta la materia, fa nomi e cognomi di persone e di politici che sarebbero coinvolti in questa gestione del Piano Sociale di Zona, denuncia appalti pilotati e auspica l’intervento delle diverse autorità ciascuna per le rispettive competenze. Coinvolta anche la stampa che evidentemente non sa ancora come muoversi su questo scottante argomento che potrebbe provocare un vero e proprio terremoto nella politica e nelle amministrazioni peninsulari e non solo, qualora venisse accertata la realtà dei fatti denunciati. Purtroppo la stagione del giornalismo investigativo è tramontata, o quasi, e si attendono le notizie ufficiali per poterne riferire, magari calcando un po’ sui titoli per vendere qualche copia in più. Invece occorre evitare che non si accendano i riflettori dell’opinione pubblica su situazioni che riguardano tutti da vicino visto che sono gestite e pagate con denaro pubblico. Pertanto devono muoversi i Sindaci, destinatari di tale denuncia, assumendo iniziative coerenti e obbligate vista la delicatezza degli argomenti sollevati. L’Autorità giudiziaria sicuramente dovrà effettuare tutti i dovuti riscontri per verificare la consistenza della segnalazione e anche per tutelare il buon nome di chi potrebbe essere stato strumentalmente accusato di interessi e di malversazioni in questa vicenda al solo fine politico. Insomma, senza entrare nei dettagli dei nomi e dei fatti, bisogna che tutti si assumano le proprie responsabilità perchè la gestione del welfare è comunque un grande business, da qualunque parte lo si voglia prendere e guardare, spesso capace con subdoli artifizi anche di privilegiare posizioni di chi, avvalendosi per esempio di certificazioni sanitarie ad hoc, come per esempio quelle connesse alla legge 104, può ottenere tutele occupazionali e privilegi di carriera a discapito di altri dipendenti della pubblica amministrazione e non solo. C’è infatti una casta di privilegiati che chiedono e ottengono, mallevadori politici e sanitari compiacenti, tali certificazioni che creano contesti politico-elettorali interessati a mantenere il sistema a discapito di chi non ha “santi in paradiso“.

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