Sorrento

L’estate volge al termine…Ora iniziano i problemi seri per l’economia e per le famiglie

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di Luigi Poi

L’estate intesa come evento vacanziero si avvia alla conclusione e quest’anno pare che la sua fine coincida con quella atmosferica in quanto sono previsti temporali e calo di temperatura negli ultimi giorni di Agosto. Come sempre il rientro ci porrà di fronte a i soliti problemi che si dovranno affrontare sia come singolo individuo, sia come famiglia, sia come comunità locale, sia come Stato.
I pareri sono, come al solito, discordi! Luci ed ombre a secondo delle prospettive ideologiche o della propria personale situazione economica e culturale. Anche gli analisti più esperti si stanno rendendo conto che la globalizzazione rende sempre più difficile la concretizzazione di esatte previsioni. Molte nubi, comunque, si addensano all’orizzonte, non solo quello alpino e quello delle sponde mediterranee, ma anche quello che riguarda scenari ben più estesi, geograficamente ed economicamente, a cui inevitabilmente per effetto della globalizzazione umana ed economica siamo legati. Nella nostra piccola realtà tra i Monti Lattari e il bel mare di Capri ne saremo inevitabilmente compromessi, speriamo solo lambiti: le difficoltà della Germania, ex locomotiva economica dell’Europa, incominciano se non a far paura almeno a preoccupare.

L’inflazione cresce più che altrove e l’industria pesante e il relativo export segna il passo. Potremmo anche prenderci la soddisfazione di gioire ai passi falsi di quella che è stata la prima potenza industriale Europea condizionandone anche le scelte politiche, ma la caduta del suo Pil, la produzione manifatturiera industriale in forte calo, l’inflazione al 6,2% (dato di giugno), l’insolito aumento dell’indebitamento di aziende e famiglie segnalano non una pausa momentanea, ma una realistica spirale recessiva proprio alla vigilia delle elezioni Europee.
E direttamente e indirettamente l’Italia ne è coinvolta in pieno sia per la politica dei tassi BCE, sia perché siamo i principali fornitori di componenti per l’industria tedesca, sia per la contrazione dei consumi che inevitabilmente comprometterà in negativo il nostro export agro alimentare, farà danni alla moda del “made in Italy“ e al nostro turismo. E questo ci riguarda molto da vicino come Sorrentini, in quanto il flusso di viaggiatori in arrivo ogni anno dalla Germania è sempre stato fondamentale per il sostenimento e la resa delle aziende locali dell’ospitalità e della ristorazione per le casse comunali con gli introiti delle tasse di soggiorno e più in generale per gli incassi dei musei ed aree archeologiche, specie nei periodi di bassa stagione.

Le difficoltà dell’economia domestica di Berlino, il calo di consensi al governo in carica incapace di controllare l’inflazione, la perdita del conveniente mercato (anche finanziario) della Russia sta mettendo in ginocchio quella che era la prima economia dell’Europa e quarta mondiale. Per l’Italia, le sue aziende e le sue famiglia potrebbe indirettamente venirne un solo tornaconto: la obbediente Christine Lagarde, governatore della BCE, sempre ligia agli ordini che arrivano da Parigi e Berlino, potrebbe decidere sulla base delle convenienze franco-tedesche e quindi non sarebbe più scontato un ulteriore aumento dei tassi annunciato per settembre. Uno stop certamente non sufficiente a frenare l’aumento dei carburanti (dipendenti dalla guerra e dalla speculazione) e i rincari che stanno sopportando molti Italiani e anche molti nostri concittadini di polizze, mutui, prodotti alimentari, trasporti e tanto altro. Paradossalmente a salire maggiormente sono stati proprio la benzina verde e altri distillati medi a causa soprattutto del maggior costo di produzione e delle scorte sempre più scarse. Le famiglie europee, già preoccupate per l’aumento dalla immigrazione clandestina e dalla catastrofica guerra in Ucraina, risultano più indebitate; in Italia artigiani e commercianti sono spesso costretti alla chiusura o a rischio usura e quindi del passaggio delle loro piccole aziende nelle mani della criminalità che le utilizza sia per ripulire il denaro sporco sia per controllare il territorio sia per espandersi al nord e solidificarsi al Sud.

Il debito complessivo delle esposizioni bancarie si è assestato a circa 600 miliardi e cresce ancora. Le famiglie in rosso e pericolosamente in difficoltà sono ubicate in tutto il territorio nazionale con punte a Milano, Monza e Bolzano con coltre 35.000 euro a nucleo, mentre nella provincia di Agrigento Enna e Vibo Valentia ci aggiriamo intorno ai 10.000 euro. Tutto questo nonostante il Pil conferma le previsioni attestandosi intono all’1,1% nel 2023 , di cui + 0,9% al Sud e + 1,2% al Cenro-Nord e nonostante l’occupazione sia cresciuta oltre le più rosee previsioni spinta da ospitalità, ristorazione, agricoltura e gastronomia di qualità, edilizia. La Penisola Sorrentina? Dati difficile da ricavare, il turismo tiene e trascina l’indotto, anche se non sono tutte rose, gli uffici comunali dediti all’assistenza presentano file quotidiane che in passato erano meno numerose e continua l’esodo dei giovani verso il Nord e l’estero tranne quelli che fortunatamente hanno trovato “o cocco ammunnato e buono“. Difficoltà anche per buona parte dei nostri pensionati a cui il carrello della spesa sta svuotando il salvadanaio. Intanto si continuano a sperperare, in inutili feste e festicciole ed al solo scopo di accaparramento di voti elettorali, i lauti profitti delle tasse di soggiorno che invece andrebbero indirizzati ad opere durature e stabili sul territorio anche per compensare gli autoctoni per i disagi ed i danni ai servizi di godimento comune causati dall’overtourism. Del resto apparteniamo ad una regione, la Campania, che è all’ultimo posto in Italia per investimenti nella cultura ed ha una delle peggiori sanità nonostante impegna una cifra consistente del suo bilancio.

Nel 2022, 2.115 euro per ogni residente più o meno in media con quella nazionale che assomma a 2.241 euro. La spesa pubblica della Regione (quella che coraggiosamente potremmo definire produttiva) si attesta a 7 euro a persona contro una media nazionale del 17,3 euro. E a proposito di sanità, c’è un dibattito aperto ed in corso sull’ospedale di Sant’Agnello, quello che doveva essere pronto in due anni (ma come si fa ad esporsi in dichiarazioni simili quando sappiamo bene che in Italia nemmeno un prefabbricato si riesce a realizzare in due anni?). Dibattito che stranamente non impegna i critici ed i sostenitori su uno dei problemi non secondari. Dove troveranno casa, eventualmente quest’opera si realizzasse, i primari, i medici ed il personale non locale? Già adesso alcuni ospedalieri di diverso grado devono fare la spola con Napoli ed altri comuni Vesuviani visto che qui da noi di abitazioni non se ne trovano manco a pagarle un occhio della fronte. Se avessimo politici avveduti ed all’altezza del compito insieme all’ospedale avrebbero pensato anche ad una edilizia abitativa ad hoc per garantirsi l’arrivo di buoni medici. Ma tant’è!

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