Italia

Questa “nuova Italia” tra lentezze burocratiche e inefficienze che ritardano lo sviluppo e mettono a rischio il futuro

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di Luigi Poi

Il CGIA (Centro studi associazione artigiani e piccole imprese – Mestre) ha calcolato, non senza allarmarsi ed allarmare, che la burocrazia Italiana, per lentezza, tecnicismi ed inefficienza , brucia ogni anno decine di miliardi, arrivando addirittura ad essere potenzialmente in grado ad estinguere la stessa cifra che si dovrebbe spendere per il PNRR! “Il cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica grava su famiglie ed imprese per almeno 225 miliardi euro l’anno”. In questa valutazione viene incluso anche l’incapacità a recuperare l’evasione tributaria e contributiva. La conseguenza non è solo avere opere pubbliche non realizzate o realizzate male ed in ritardo ma anche avere servizi scadenti e purtroppo costringe a mantenere alte tasse ed imposte. Se le entrate tributarie nel 2022 hanno dato un gettito di 609 milioni di euro e che da questa cifra ne dobbiamo sottrarre 220 per colpa della burocrazia tutti possiamo facilmente capire come ci troviamo di fronte ad una situazione insostenibile ed intollerabile. Il danno è ancora più evidente se confrontiamo con il PIL nazionale che per il 2022 assomma a 1909,15 miliardi di euro correnti. Praticamente più del 10% se ne va in fumo. E se poi ci aggiungiamo gli ostacoli e l’ostilità della burocrazia di più alto livello e rango, cioè quella Europea, possiamo renderci conto della drammaticità della gestione e dell’utilizzo della spesa pubblica portata avanti con questi dati ed a queste condizioni.

Eppure la potenza con cui la comunicazione controllata agisce quotidianamente ha “colonizzato il senso e l’opinione comune“ a tal punto che induce a favorire prevalentemente politiche autolesioniste e stagnanti, ideologiche e parassitarie. A pagare inevitabilmente sarà sempre il cittadino semplice ed il futuro dei giovani. Un conto salato che crea rabbia, depressione e mal contento che vengono, in parte, indirizzati verso chi cerca di risolvere “il problema” e non verso chi ha creato ”il problema”, verso chi in qualche modo vuole cambiare le regole del “gioco” e chi invece vuole tenere tutto fermo. Le difficoltà riguardano non solo i grandi progetti e le grandi opere ma anche quelle necessarie al buon vivere quotidiano, dai Ministeri alle Regioni ed ai comuni, dai grandi numeri alle piccole spese di manutenzione. Per esempio, scrivendo di noi, è sotto gli occhi di tutti in Penisola Sorrentina, nonostante il maquillage delle vie interessate al passaggio del Giro D’Italia, la disastrosa e soprattutto pericolosa situazione delle strade, alcune trasformate in percorsi ad ostacoli se non di guerra, con grosse buche e manto stradale inesistente o ancor peggio. Conteremo molti incidenti, facendo i dovuti scongiuri (scrivere e dire la verità non è un esercizio esoterico che invoca la sventura), in particolar modo per chi non conosce la presenza di queste difficoltà, particolarmente chi viaggia in motorino di sera e di notte quando il “buco” è mascherato dalle tenebre. Chiusa parentesi ci riportiamo ai danni ed allo sperpero delle attività burocratiche e ci possiamo tranquillamente chiedere ma è colpa del politico che non si oppone o del burocrate di turno che non ha voglia di lavorare ed assumersi responsabilità? Entrambi Vi risponderanno allo stesso modo. Sono le leggi che sono sbagliate, che c’è il pericolo degli inserimenti delle mafie e inoltre abbiamo le mani legati dalla magistratura! Ed allora cari dirigenti, cari leader sindacali, cari politici di sinistra, centro e destra perché da sempre ci “abbuffate “ sempre più di leggi, regolamenti, codicilli, circolari interpretative? E perché non riuscite a far valere “l’interesse Superiore” cioè quello della collettività e quando si propone qualcosa (come la riforma del codice degli appalti ) invece di scendere in piazza non è meglio far prevalere l’unità nazionale e proporre e suggerire miglioramenti seduti ad un tavolo comune onde evitare per l’avvenire questo massacro di denaro pubblico spesso fonte di sudore di lavoratori ed imprese e continuare a chiedere lacrime e sangue alle famiglie?

La bontà e l’efficienza della spesa pubblica e dei soldi del PNRR saranno fondamentali per la crescita e lo sviluppo dal 2023 al 2026, per evitare che il nostro bel Paese rimanga al palo. Inoltre nei mesi a venire ci troveremo ad assistere ad accadimenti, positivi e negativi, di piccola e di grande portata, previsti e prevedibili ed inattesi sia a livello locale che nazionale ed internazionale. A ben vedere e senza la necessità di utilizzare una zingara (Nun ce vò na’ zingara p’anduvinà sta ventura), basta valutare con avvedutezza e logica, quello che “bolle in pentola“ anche oltre i confini nazionali; si giustifica largamente che a riflessioni ottimistiche si alternino e si contrappongano quelle pessimistiche. Le piazze ribelli in Francia, l’incapacità della Germania e far passare provvedimenti legislativi a causa dei contrasti tra gli alleati della coalizione, il dissesto economico, finanziario e sociale della Tunisia e di altri stati africani e sud americani, l’incapacità degli Stati Uniti a trovare una guida autorevole e sicura pongono inquieti interrogativi. Per di più l’umanità ha imboccato la più truce delle strade, infilandosi nell’assurdo e sanguinario tunnel di una guerra condotta per procura ed in parte fratricida) che sta ammazzando senza un briciolo di pietà tanta gioventù di due nazioni che parlano la stessa lingua, si fanno “il segno della croce “ nello stesso modo e con molta storia in comune. Guerra di cui inevitabilmente stiamo subendo e subiremo dannose conseguenze morali, economiche ed ambientali; e sperando che sia finita senza ulteriore allargamento dei soggetti belligeranti ! Il che non è per nulla certo visto che stanno sempre più risuonando parole esasperate, atteggiamenti da bulli globali, e con orrore sempre più spesso si agita minacciosamente il termine “nucleare“. Inoltre ci siamo avviati ancora una volta, per assecondare il volere e gli interessi dei grandi potentati economici, verso una deriva finanziaria e speculativa che sta mettendo le banche dei paesi occidentali in una situazione di stress gestionale che ha manifestato le prime avvisaglie con la crisi di Credit Suisse, Deutsche Bank e la Statunitense SVB.

Il pericolo per il momento scongiurato grazie all’intervento delle banche centrali resta comunque come una cappa di piombo considerato che il risparmio, gli investimenti ed il movimento di capitali vivono sulla “fiducia“ che è un sentimento emotivo e spesso irrazionale. L’alto costo delle materie prime, la crescita dei tassi di interessi su mutui e prestiti, derivati, speculazione, cripto valute, risorse russe ridotte o scappate in Cina e Medio Oriente, prodotti interbancari di poca solidità, titoli immobiliari tossici, sperequazione dei mercati energetici, tracollo economico di alcuni stati come la vicina Tunisia ed il Libano, eccesso di ideologia, siccità, la ripresa dell’inflazione a due cifre, la patetica e debole politica dei tassi della Banca Europea, movimenti migratori fuori controllo non fanno dormire sonni tranquilli e si rischia di prendere una “crina“ pericolosa. Ecco un solo esempio delle conseguenze meno visibili della guerra senza fine tra Stati Uniti e Russia, scatenata sul territorio Ucraino: sono ben 200 miliardi di euro i depositi detenuti dalla Russia e dai suoi oligarchi nella ex cassaforte del mondo (Svizzera) che “sono volati via sottobanco dall’inizio dell’invasione militare” – La Repubblica del 24 ed Il Giornale del 25 febbraio. Insomma ci siamo infilati in un “cul de sac “, un vicolo cieco che per certi sensi può diventare una situazione senza uscita se si va combinare con altri eventi di portata negativa com , per esempio, il massiccio ed incontrollabile esodo delle popolazioni africane in fuga da guerra, fame e siccità e per il miraggio di una vita “occidentale” (poveri loro!). Tutto questo imporrebbe forte solidarietà politica a tutti i livelli (Europa dove si ?) invece di radicalizzazione degli interessi forti e delle ideologie impalpabili e spesso completamente inutili e fuorvianti. Il tempo che dunque, vedremo e vivremo è tutta da scrivere e l’ottimismo da alcuni vantato non sembra molto giustificato.

Qui in Italia, nelle città d’arte, balneari, montane si sente parlare di un periodo turistico di grandi numeri; in realtà si tratta al momento soprattutto di turismo di vicinato, di mordi e fuggi, di vacanze elitarie, di visitatori di ritorno. Aspettiamo e speriamo, se non altro perché muove molto indotto, fa respirare l’occupazione, favorisce il mantenimento di siti archeologici e monumentali e di musei. Per superare l’impasse sarebbe fondamentale l’affermazione del cammino della pace con la fine della guerra non solo in Ucraina ma anche quelle meno note e pubblicizzate in tanti stati africani e medio orientali. Inoltre è necessario una stabilizzazione politica ed economica ed una realistica solidarietà tra i paesi occidentali almeno per affrontare i problemi più gravi e che maggiormente pesano sulla vita dei cittadini. E forse ci vorrebbe più coraggio verso il super nazionalismo economico e politico di Biden! “L’Europa ha da poco finito di curare le ferite di due guerre mondial , ha visto e constatato il crollo delle grandi ideologie; è giunto il momento, non più rinviabile, di mettere mano ad una unità nuova e duratura, con illuminati strumenti politici, con solidità di interventi economici, con equilibrati provvedimenti giuridici e dar vita ad un generale rinnovamento etico che solo le radici cristiane sono in grado di garantire “Prof. Liborio Denaro- Sireon – Marzo 2023 .

Mentre sono proprio le nostre radice Cristiane ad essere esposte a pericolo! Da una visione d’insieme alla particolarità della nostra comunità! Siamo prossimi, anzi ci siamo già dentro, all ’arrivo della stagione turistica. Quest’anno è anche prevista una tappa del giro d’Italia  (Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana) che ha imposto un miglior look delle nostre strade, una manutenzione più adeguata, un risanamento del fondo stradale. Interventi in corso ma che riguardano solo il percorso dei ciclisti! Tante strade restano pericolose e mal messe e che ripetiamo in alcuni tratti possono senza esagerazione definirsi da terzo mondo. I corridori dovrebbero attraversare i due magnifici tragitti del Nastro Azzurro e del Nastro Verde che tra Colli di Fontanelle e Sant’Agata sui due Golfi al 95° chilometro li vedrà affrontare la salita del Picco Sant’Angelo con una altitudine a 469 metri e quindi lanciarsi in una perigliosa ed impegnativa discesa lungo i tornanti del Nastro Verde fino a Sorrernto. Dunque l’11 maggio, un giovedì che si preannuncia di fuoco per la viabilità e che non presenta alternative visto e considerato la oramai storica fragilità ed inefficienza della Circumvesuviana.
La Città Metropolitana con una assemblea in magna pompa, presieduta dal professore Manfredi, Sindaco di Napoli, si è impegnata a coprire le spese per l’evento stanziando 244mila euro. Ci sarà un ritorno di immagine e continua una tradizione storica di uno sport tra i più seguiti. Sufficiente a compensare i disagi della circolazione e le difficoltà che si creeranno ai lavoratori, ai visitatori ed i turisti della Penisola e della Costiera? Forse! Ma certamente non sufficiente a sgombrare dal campo bel altri più consistenti nuvoloni di alcuni dei quali non si ha nemmeno coscienza e conoscenza.

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