Sant'Agnello,  Sorrento,  Vico Equense

Ospedale Unico: se son rose fioriranno…se son spine pungeranno…e come!

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di Luigi Poi

Da alcuni giorni il dibattito tra i concittadini, anche nei bar di solito tradizionali luoghi di discussioni sportive, si sta incentrando sui pro ed i contro alla realizzazione di una megastruttura ospedaliera nell’area Sorrentina. Le domande di fondo sono due: a chi serve questa mega struttura ed a cosa serve?
Si ascoltano molte voci, la maggior parte dubbiose, altre nettamente contrarie ed alcune con accenti fortemente polemici. Pochi i favorevoli che si basano sull’argomento che l’attuale offerta ospedaliera è insufficiente e inadeguata e che bisogna superare la logica campanilistica e comprensoriale, aggiungendo anche che un grande ospedale favorirebbe il turismo ampliando la tipologia dell’offerta. Altri riconoscono la carenza degli attuali servizi di pediatria, maternità ed oncologia ma si preoccupano di ulteriore traffico su un’area già congestionata ed inquinata. La maggior parte risponde : “per me converrebbe risistemare ed ammodernare gli ospedali di Sorrento, Sant’Agnello e Vico Equense”. Qualcuno arriva ad arrabbiarsi sostenendo che le attuali strutture possono essere facilmente adeguate ed attrezzate con una spesa minima e che il problema vero della sanità sta nella medicina di base, in generale, e nella mancanza di servizi ospedalieri in materia oculistica, di otorinolaringoiatria e della medicina infantile. Insomma il dibattito è in corso; voce unanime è, e qui siamo all’unanimità, quella che non condivide i tempi dichiarati per la costruzione e si allarma per l’ulteriore danno all’ambiente ed alle risorse naturali.

Per quanto riguarda i tempi non possiamo che preoccuparci considerando che in Italia sono in media di oltre dieci anni, qualcosa in più al Sud; tempi tanto lunghi che spesso le scelte fatte diventano già superate ed anacronistiche alla consegna dell’opera, insomma un circolo vizioso e costoso sulla pelle dei poveri cittadini contribuenti. E’ cosa risaputa tanto è vero che tutti chiedono (Ance ed Anci in particolar modo) la semplificazione delle procedure di appalto e regole chiare, precise ed applicabili per tutto l’iter che va dalla progettazione alla consegna di una struttura pubblica. Dal 1994 sono stati emanati 500 provvedimenti normativi che, aggiunti ai precedenti, hanno determinato regole schizofreniche, litigiose, contraddittorie, difficili da coordinare e rispettare. Maliziosamente si potrebbe valutare di appaltare l’opera ai Cinesi o chiamare in servizio Vladimir Putin che in meno di un anno ha realizzato una straordinaria opera di ingegneria e geopolitica collegando la Crimea con la Russia, un ponte lungo 12 km!
Tenere un cantiere di grosse dimensioni aperto per dieci anni in un aerea con già gravi problemi di mobilità ed inquinamento ambientale sarebbe la classica goccia che fa traboccare il vaso. Inoltre in Italia ci sono (alla data del 31 dicembre 2018) ben 132 ospedali costruiti mai aperti ed utilizzati. Per il danno al paesaggio ed all’ambiente come opporsi? E’ una verità assoluta! “Il paesaggio della Penisola Sorrentina, non solo è bello, è anche utile ed avere un territorio senza periferie, significa dare accesso a tutti a questa bellezza ed a questa utilità; la loro tutela è anche forte elemento di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini , perché significa riconoscere a tutti il diritto di godimento di un bene comune come recita la nostra Costituzione “.

Per realizzare la completa tutela di questo importante bene comune si può prendere spunto dalle esperienze di alcuni Comuni “virtuosi“ che hanno proceduto ad un censimento del già edificato, dell’esistente (non utilizzato o in stato di abbandono) non consumando altro suolo agricolo e naturale e magari cominciare a presentare progetti per utilizzare i fondi europei in arrivo ed i fondi per le smart Cities” Dott.ssa Vittoria Brancaccio.
Pare, anzi dobbiamo prendere nota, che alcuni Sindaci non ci arrivano, buona o mala fede? Si fa notare la realtà di un buon numero di conventi e monasteri sparsi sul territorio ed a Piano, per esempio, nella largo della Chiesa di San Michele molti edifici religiosi e sanitari, vuoti e chiusi. Sull’ampliamento dell’offerta turistica, se veramente si riuscisse a realizzare questa mega struttura ed a renderla efficiente dotandola di macchinari e strumentalizzazione di avanguardia ed ad arricchirla di cervelli e dei migliori professionisti e specialisti, si fa presente che certamente ci sarebbero nuove presenze ma esclusivamente di turismo di vicinanza, considerato anche la non ottimale situazione ospedaliera dei comuni del vesuviano e stabiese.
Anche molti medici sono scettici perché sanno bene che quello che veramente manca è una valida ed efficiente medicina territoriale (per la verità non solo in Penisola) proprio quando la popolazione oltre i settanta anni è aumentata (raddoppiata negli ultimi 25 anni) che sappia fare da filtro ai ricoveri ospedalieri.
Vox populi, vox Dei“ chiede un miglioramento della medicina domiciliare ed una assistenza più attiva ed “umana“ rivedendo la figura ed i compiti del medico di famiglia o di base, quel tradizionale dottore di comunità che si legava ad un patto privato di fedeltà con l’assistito. Per di più tanti di questi medici sono arrivati all’età pensionistica e la loro sostituzione sta già creando seri problemi; molti pazienti, soprattutto i più anziani, non trovano agevole la gestione a mezzo internet e telefono. Molti concittadini vengono assegnati “d’autorità” o quasi a dottori che non risiedono nei comuni dove hanno i loro assistiti e che non conoscono “storia e miracoli” della comunità che gli viene affidata.
Ultimo argomento “contro“ è il fondato timore che la circolazione, traffico e mobilità, già caotica e inquinante riceva “la botta“ definitiva rendendo invivibile l’ambiente umano e la qualità della vita. Inconvenienti che sicuramente si faranno sentire sia nella fase di costruzione dell’edifico sia successivamente. “Ogni municipio, in maniera indipendente, organizza i suoi sensi di circolazione, i suoi divieti nel proprio ambito comunale senza un raccordo con quelli vicini , senza una visione comune e globale del territorio, obbedendo e salvaguardando piccoli interessi logistici e di corto respiro che penalizzano in maniera drastica l’interesse generale“ Dott. Nicola Di Martino, già Presidente Lions Club Penisola Sorrentina e Presidente e fondatore della associazione culturale “La Fenice“.
Pochi intravedono come “pro“ la possibilità di nuovi posti di lavoro e di incassi per l’indotto degli esercizi pubblici.
Come finirà? Mai come in questa vicenda vale a risposta che Manzoni utilizzò per soddisfare chi gli chiedeva se l’epopea Napoleonica era vera o effimera gloria: “Ai posteri l’ardua sentenza”. Nel nostro piccolo possiamo solo consigliare di meditare ancora e di valutare meglio i “PRO ED I CONTRO” e con un pizzico di buon senso e di sana umiltà ascoltare il sentire comune del popolo Sorrentino.

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