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Meta: Tito non merita l’arresto, ma la politica si assuma le proprie responsabilità!

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Tito alla convention PD pro-Renzi
Tito alla convention PD pro-Renzi

META – La politica metese aspetta il pronunciamento del “Riesame” che il 28 aprile 2017 deciderà se accogliere o meno la richiesta d’arresto a carico del sindaco Giuseppe Tito reiterata dal PM Silvio Pavia della Procura Oplontina titolare dell’inchiesta sull’operato del primo cittadino, di alcuni funzionari comunali e imprenditori locali. Intanto Tito, nonostante il carico delle accuse e la scontata preoccupazione per l’esito della vicenda giudiziaria che l’ha coinvolto, è riuscito a mantenere un comportamento di assoluto distacco nei confronti di questa storia! Ciò anche in presenza di addirittura tre interrogazioni parlamentari del Movimento 5 Stelle che accendono i riflettori su questioni che in gran parte neanche sono attenzionate dalla Giustizia e certamente non risultano “edificanti” ai fini della valutazione sull’operato politico del Sindaco, ma anche del suo personale politico e amministrativo di più diretta e stretta fiducia.

L’esperienza politica da un lato e l’oculata ed esperta assistenza legale del Sindaco certamente l’hanno consigliato di sottrarsi al gioco mediatico e di attendere in “religioso silenzio” l’esito del pronunciamento del Riesame che, oggettivamente, nulla toglie nè aggiunge all’inchiesta. Può soltanto drammatizzarla di più se dovesse intervenire la decisione di accogliere la richiesta del PM che, diciamolo a scanso di equivoci, oggi è inutile e inopportuna non ricorrendo le condizioni per l’adozione di un provvedimento cautelare ai danni di Tito. Se infatti l’arresto non è stato autorizzato all’atto di chiusura dell’inchiesta e di successiva notifica agli interessati  dei conseguenti provvedimenti, oggi, a distanza di quasi tre mesi, non avrebbe più alcun senso, tanto più non avendo ritenuto necessario neanche sospenderlo e/o inibirlo dall’esercizio delle funzioni per tutto questo tempo in cui Tito ha continuato a fare normalmente il sindaco di Meta, esponendosi anche al rischio che la sua attività potesse interferire con l’inchiesta medesima. Ipotesi, quest’ultima, non considerata dal Giudice, figurarsi allora se a prospettarla siamo noi.

Susanna Barba
Susanna Barba

In attesa che la giustizia faccia il proprio corso resta invece aperta la discussione politica sul presente e sul futuro politico-amministrativo di Meta che comunque è ripiombata negli anni bui in cui sono state le inchieste giudiziarie a scandire i tempi dell’Amministrazione piuttosto che l’assunzione di responsabilità della politica. In primis quella di governo che si ritrova sott’assedio, insieme al Sindaco, per le gravi accuse riassunte nelle tre interrogazioni parlamentari avverso le quali nessun esponente della maggioranza ha ritenuto di esprimere un’opinione in grado di contraddire addebbiti sicuramente pesanti. Nè si hanno notizie di iniziative amministrative da parte degli uffici preposti sia per verificare la veridicità o meno dei fatti, sia per smentire le accuse di inerzia a compiere i doveri d’ufficio. Il che sicuramente non depone politicamente a favore di un gruppo che, pur nella solidarietà al Sindaco, ha un obbligo civico e morale prima ancora che legale di motivare la legittimità e la trasparenza del proprio operato nei confronti dei Cittadini. La logica “garantista” in cui si è invece chiusa l’Opposizione, ad eccezione della consigliera Susanna Barba, non l’assolve dalle proprie responsabilità che sono quelle di una scarsa o inesistente vigilanza e/o interferenza nei confronti della Maggioranza, come naturalmente ci si aspetterebbe se il contesto non apparisse “consociativo”, come denunciato dalla Barba, e pertanto privo degli anticorpi necessari al corretto e distinto esercizio delle funzioni.

L. Attardi e A. Viggiano
L. Attardi e A. Viggiano

Il garantismo è una cosa, l’inerzia amministrativa un’altra perchè alla politica locale non può e non deve tornar comodo il fatto che possa essere la Giustizia a decidere o meno le sorti di un sindaco e dell’amministrazione. Se le cose a Meta dovessero precipitare in amministrazione, la colpa politica sarebbe perciò ascrivibile ancora di più alla comoda inerzia dell’Opposizione istituzionale che in un contesto così delicato si sarebbe dovuta assumere la pubblica responsabilità di richiedere almeno l’autosospensione del Sindaco in attesa degli eventi.

Bruno Antonelli
Bruno Antonelli

Non si comprendono le ragioni perchè Viggiano&Co non l’abbiano fatto! In questo senso vanno perciò distinte le posizioni dei gruppi di Antonella Viggiano e Bruno Antonelli da quella della consigliera Barba che invece si è assunta pubblicamente le sue responsabilità politiche segnalando e denunciando tutto quello che in Amministrazione non funziona da parte di Tito, della sua Giunta, dello stesso apparato burocratico con tanto di invito al Consiglio comunale di valutare l’opportunità dell’autoscioglimento.

Angela Aiello
Angela Aiello

Infine occorre anche chiarire il ruolo dell’assessora Angela Aiello, iscritta e quindi  espressione del PD metese che certamente tenero nei confronti di Tito e della sua Maggioranza non lo è mai stato e forse anche a ragione visti gli esiti! Oggi la Aiello, ancor di più nelle vesti anche di candidata all’Assemblea nazionale del PD, di quale linea politica è espressione? Come differenzia il proprio operato di dirigente politico del PD in seno all’esecutivo? Da un sondaggio che abbiamo svolto in questi giorni giorni a Meta l’Aiello è accreditata, nell’ambito della maggioranza, come la principale candidata all’eventuale successione a Tito. Così come l’alternativa all’attuale sindaco, sempre restando nell’ambito del Consiglio Comunale, è rappresentata fuor di dubbio dalla Consigliera Susanna Barba che nella classifica delle preferenze dei Metesi stacca nettamente le altre donne-consigliere (Viggiano, Attardi, Balzano) nei possibili, futuri scenari politico-elettorali.

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