Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Anche “Italia Futura” di Montezemolo all’attacco dell’UdC

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Pubblichiamo l‘Editoriale di ITALIA FUTURA

“LA PESCA A STRASCICO DI CASINI E I DOCILI TONNI DELLA SOCIETA’ CIVILE

L’UDC ha fatto buona pesca mentre la società civile italiana ha dimostrato, e non è la prima volta, la sua subalternità alla politica, anche quella indebolita di questo finale di seconda Repubblica. I messaggi che escono della convention di Chianciano, se solo si va oltre le photo opportunity di rito, appaiono sommamente confusi. Da una parte l’UDC si candida a proseguire la politica del rigore e del rinnovamento inaugurata dal governo Monti, dall’altra schiera una prima fila che, sia pure con grande rispetto per le persone e le storie individuali, di nuovo ha davvero poco: Cirino Pomicino, De Mita, Buttiglione, La Malfa, Pisanu e financo Renata Polverini (addirittura portata ad esempio da Casini come avversaria degli sprechi e dei privilegi!).

Possibile che ai Ministri e Vice Ministri accorsi a Chianciano non sia venuto in mente di prendere del tempo per capire la reale concretezza dell’operazione prima di spendere il loro piccolo o grande patrimonio di credibilità? Tra l’altro questo avrebbe giovato all’Esecutivo, oggi esposto alle legittime critiche di PdL e PD dopo che Ministri di primo piano hanno dichiarato più o meno apertamente di far parte del progetto di Casini (da antologia del politichese il “Candidarmi? Dovete avere un attimo di pazienza” pronunciato da uno dei Ministri presenti).
Le buone intenzioni dell’UDC devono essere salutate positivamente. Si tratta dell’unico partito che sino ad ora ha preso atto almeno a parole della necessità di riformarsi e aprirsi alla società civile. Ma si tratta per l’appunto di parole e d’intenzioni.
Per questo ci domandiamo se proprio l’incapacità dimostrata in questo frangente dalla classe dirigente non politica in prima fila a Chianciano, di porre con forza il tema di un vero rinnovamento, nei programmi e nelle persone, prima di precipitarsi a ingoiare l’esca di una promessa di candidatura, non contribuirà a frenare un già difficile percorso di riforma della politica. Ma è soprattutto sul piano dei contenuti che poco o nulla è emerso dall’assise di Chianciano. “Monti dopo Monti” è un programma davvero troppo scarno per una grande nazione.
Insomma se al pescatore Casini va dato atto di aver fatto buona pesca con poca pastura, il fritto misto che esce dalle cucine di Chianciano rischia di essere una pietanza indigesta per gli elettori e per il paese.

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