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Cosa c’è dietro i giudizi di Moody’s?

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di Gaetano Mastellone

G.Mastellone

La scorsa settimana l’agenzia di rating americana  Moody’s ha abbassato di nuovo il rating nei confronti dell’Italia, ieri ha sforbiciato le banche italiane e gli enti locali. Una tragedia! Di positivo noto che “i mercati” oggi si lasciano poco influenzare da queste agenzie di rating, che sono private! Cosa c’è dietro di loro? Vorremmo saperlo! Quello che sappiamo è che hanno influenzato e influenzano ancora l’economia mondiale con le loro “pagelline”! Moody’s Corporation è una società privata con sede a New York che esegue ricerche finanziarie e analisi sulle attività d’imprese commerciali e statali. Dal 4 agosto 2011 è pure indagata per aggiotaggio. Del suo azionariato fa parte il magnate Usa Warren Buffett, azionista di controllo.

Un privato che mette il naso sui nostri titoli, sulle nostre banche e sulle nostre aziende! Allora è molto interessante cercare di indagare sul perché di quest’ulteriore punizione per l’Italia. Io dico pura speculazione. Dimenticano “ad arte” le nostre positività (risparmio famiglie, patrimonio, sistema industriale, sforzi effettuati, riforma delle pensioni etc.) e si “concentrano speculativamente sul debito sovrano e sulle previsioni del Pil; evidentemente devono soddisfare CHI ha scommesso mesi fa su questi canali! Leggendo un’interessante analisi realizzata da Peter Garnry, Equity Strategist di Saxo Bank, ripresa da Forex Info, si possono capire tante cose!

Mi sono imbattuto nelle previsioni economiche per l’Italia e sono rimasto colpito da ciò che ho riscontrato, specialmente visto il livello attuale della rendita dei bond governativi italiani. Senza esitazioni, la maggior parte degli investitori ritiene l’Italia un “paese problematico”, come Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia. Ma, osservando la previsione concernente il saldo di bilancio come percentuale del PIL nel 2012 e 2013, l’Italia è al secondo posto, superata solo dalla Germania. Chi l’avrebbe mai detto?
Inoltre, è interessante notare che sia Italia sia il Portogallo sembrano pagare un tasso d’interesse relativamente più alto sui bond governativi a 10 anni rispetto ad altri paesi per i quali è previsto un deficit di bilancio. Credo che in molti rimarrebbero sorpresi nel notare questa enorme divergenza.
È raro che nell’Eurozona i media si focalizzino sulle buone notizie. Ad esempio, non è stato detto molto sul fatto che l’Irlanda tornerà presto nel mercato dei bond come emittente di titoli di debito governativi. Allo stesso modo, il governo tecnico italiano ha implementato riforme con ampio supporto da parte dell’opposizione politica e della popolazione in generale, ma non è stato ancora dato il giusto peso ai cambiamenti. Nonostante tutto, in Italia questa serie di riforme sta portando buoni risultati, stando a quanto constatato nelle previsioni per il 2012 sul saldo di bilancio in percentuale rispetto al PIL. Mi sembra che l’Italia sia sulla buona strada, se paragonata ad altri paesi, la Spagna ad esempio.
Viste tutte queste osservazioni positive, perché allora l’Italia paga il 6% sui suoi bond governativi a 10 anni? La mia opinione è che l’Italia, in gran parte, sia ancora ritenuta parte del gruppo formato da Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia – sebbene, stando ai numeri, il suo posto dovrebbe essere preso forse dalla Francia.
Tuttavia, ci sono alcuni problemi chiave che mettono pressione sui bond italiani. Uno è il sistema bancario italiano, che potrebbe avere bisogno di una nuova iniezione di liquidità – una situazione simile a quanto successo in Spagna. Un altro problema è il rapporto debito-PIL in Italia, che è tra i più alti in Europa. Ma questo NON dovrebbe essere un problema considerando che la maggior parte del debito sovrano è reimpiegato (di solito per investimenti sulle pensioni e sulle compagnie assicurative) e che il deficit di bilancio si sta restringendo e il rimborso del debito è a buon punto. Inoltre, la proprietà della maggior parte del debito italiano è detenuta all’interno del paese – al contrario di quanto accade in Francia – cosa che lo rende più stabile. Insomma siamo messi male come tutti, ma abbiamo fondamentali che altre nazioni “non sotto attacco” non hanno! Difendiamoci!

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