Massalubrense

Massalubrense, Carratù all’attacco di Marcia sulla sala gioco vicino alla scuola

Stampa
Assessore Antonio Marcia

MASSALUBRENSE – Continua a tenere banco nel dibattito politico cittadino la questione del regolamento comunale che disciplina apertura e funzionamento delle sale gioco all’indomani dell’autorizzazione concessa a una sala prospieciente la scuola primaria di Sant’Agata e che ha provocato una serie di iniziative da parte del consigliere di minoranza Vincenzo Carratù riuscito a proporre il tema all’attenzione del Parlamento per un’iniziativa assunta dal Sen. Raffaele Lauro da sempre in prima linea contro il fenomeno del gioco e il proliferare di sale anche in Penisola Sorrentina. Nella sala ci sono anche apparecchi che per legge sono vietati ai minori di 18 anni, evidenzia Carratù che riporta una dichiarazione rilasciata alla stampa da parte dell’Assessore alle attività produttive del comune di Massalubrense Antonio Marcia: “Non abbiamo potuto applicare il regolamento in quanto la richiesta di apertura dell’attività da parte del gestore è pervenuta prima dell’approvazione del dispositivo. In ogni caso vigileremo perchè i ragazzi non vengano coinvolti nella febbre da gioco“.

Cons. Vincenzo Carratù

Replica Carratù: “Se l’Assessore Marcia non sa di un parere dell’avvocato di fiducia del Comune di Massa Lubrense che sull’apertura della sala giochi di fronte alla scuola primaria di Sant’Agata si è espresso sull’applicabilità del Regolamento comunale approvato il 29 novembre e sulla possibilità di un diniego alla richiesta di autorizzazione del gestore della sala è grave, molto grave. Se invece l’Assessore Antonio Marcia finge di non sapere dell’esistenza del parere  dell’avvocato Gianvincenzo Esposito è gravissimo“.  L’avvocato di fiducia del Comune, dopo una attenta analisi giuridica della questione, nel  suo parere così conclude: “Appurato che la segnalazione certificata di inizio attività non è un provvedimento amministrativo a formazione tacita e non dà luogo in ogni caso ad un titolo costitutivo, ma costituisce un atto privato volto a comunicare l’intenzione di intraprendere un’attività direttamente  ammessa dalla legge, che su tale comunicazione l’ente ha la possibilità di svolgere il suo controllo nel termine di 60 giorni dalla presentazione della segnalazione, per quanto innanzi dedotto si ritiene che il comune  possa inibire l’attività in quanto contrastante con le disposizioni del regolamento comunale approvato“. Sull’argomento si preannunciano scintille nel prossimo consiglio comunale: “Alla luce del documento citato – conclude Carratù – in Consiglio Comunale l’assessore Marcia dovrà spiegarci le palesi contraddizioni tra quanto è stato dichiarato alla stampa e quanto è stato fatto effettivamente fatto dal suo assessorato“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*