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Quote Rosa: Sindaci in difficoltà sulla presenza delle donne in giunta

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L’ultimo a farne le spese è stato il Comune di Agerola diretto dal sindaco Luca Mascolo. Azzerata d’ufficio la Giunta tutta maschile e obbligo a procedere alla nomina di almeno un assessore donna: diversamente la giunta non può operare e quindi assumere nessun atto. Si rassegnino i sindaci: non è possibile sottrarsi a questo obbligo, neanche se lo statuto dell’ente non lo prevede esplicitamente, perchè su tutto prevale il Testo Unico del 2000 che all’articolo 6 comma 3 chiede a tutti gli statuti locali di “stabilire norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna” e “promuovere la presenza di entrambi i senssi nelle giunte e negli organi collegiali” dell’ente. Se lo statuto tace, insomma, è fuorilegge. Si conta che siano circa 1600 in Italia le “giunte irregolari” per cui i Sindaci che vogliono scongiurare l’azzeramento del proprio esecutivo devono procedere a nominare una o più donne nelle proprie giunte. In Penisola Sorrentina sono evidentemente irregolari le giunte dei Comuni di: Massalubrense, Sorrento, Sant’Agnello e Meta. Il dibattito è aperto con tanti problemi che derivano dalla necessità di far spazio a un assessore donna. Sorrento il posto libero lo ha dall’inizio della legislatura e quindi Cuomo non dovrebbe avere problemi a nominare l’assessora. Negli altri Comuni invece se ne discute più o meno apertamente, ma si registrano ancora forti indecisioni. Il rischio è che qualche sindaco si ritrovi senza preavviso senza la giunta come è accaduto ad Agerola. Qui si tratta di mettere in campo innanaziutto maturità e consapevolezza dell’ineludibilità di un processo che con questioni politiche ha poco a che vedere dovendosi rispettare, tra l’altro, una legge dello Stato. Il tutto tenendo presente la “stretta” sui numeri degli enti locali che, a partire dalla prima tornata elettorale cui saranno chiamati, vedranno ridotti drasticamente il numero dei consiglieri e dei componenti degli esecutivi sempre con l’obbligo della presenza femminile che nelle liste è pari al 33% dei candidati.

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