Piano di Sorrento

Unione dei Comuni, Anna Iaccarino: si rischia di creare un settimo Comune

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Anna Iaccarino

PIANO DI SORRENTO – L’occasione è stato il convegno sulla nascente Unione dei Comuni della Penisola sorrentina, tenutosi venerdì e sabato scorso, presso la Biblioteca comunale di Piano di Sorrento ed organizzato dal Movimento civico “In primo…Piano”, nel corso del quale la rappresentante consiliare, proprio del gruppo “In primo…Piano”, ha fatto il punto della situazione sulla procedura di istituzione dell’Unione, leggendo in anteprima l’ultima bozza di statuto dell’Ente. “Questa potrebbe essere la versione finale – ha esordito Anna Iaccarinoed è riuscita ad essere peggiore delle precedenti. Infatti, oltre a non risolvere tutte le questioni tecniche che avevo avuto modo di lamentare pubblicamente, una su tutte i criteri di nomina del Presidente, che dovrebbero essere a rotazione ma che prevedono inspiegabilmente il meccanismo della fiducia/sfiducia, di fatto introduce non una Unione dei Comuni, ma una fusione, senza prevedere lo scioglimento dei Comuni esistenti, in pratica vogliono fare un settimo Comune: un Super-Comune”. Le ragioni di questa affermazione l’esponente di “In primo…Piano” le spiega nel prosieguo del suo intervento: “A conferma di quanto ho appena detto basta leggere l’articolo 8 della bozza di Statuto che delinea il quadro delle funzioni che andranno all’Unione, precisando che trattasi a titolo esemplificativo e non esaustivo: “Servizi di sport e tempo libero; polizia locale; assistenza sociale; gestione rifiuti; acquedotto; fognatura; depurazione; prevenzione randagismo; servizi amministrativi; illuminazione strade; manutenzione strade; scuola; biblioteca e cultura; ufficio tecnico, anagrafe; tributi; servizi cimiteriali; trasporto; attività giovanili; catasto; protezione civile; distribuzione gas-metano; Organo Indipendente di Valutazione; commercio; servizio informatico e macellazione carni. Nell’articolo viene altresì precisato che saranno evitati residui gestionali in capo ai singoli Comuni. A questo punto viene naturale chiedersi: cosa resterà ai singoli Comuni? Ha senso continuare ad avere sei Sindaci, oltre una trentina di assessori e circa una centinaio di consiglieri comunali? E i funzionari? Avremo sei ingegnere capo, più un super ingegnere capo o un solo ingegnere capo e sei a spasso? E tutti gli altri dipendenti? C’è da riflettere e non poco, perché così facendo non si crea una economia, ma aumenteranno le spese. Resta poi irrisolta la questione delle compatibilità. Nello Statuto c’è un generico richiamo alla legge, ma non ci viene detto se uno può essere funzionario in un Comune ed Assessore nell’Unione, è importante, si creerebbe una commistione che di certo non gioverebbe a nessuno”. “Tuttavia – conclude la Iaccarinomi sorprende il silenzio, nessuno ne discute, queste bozze di Statuto, che circolano oramai da mesi, sembra che nessuno le abbia mai lette, non vorrei che all’improvviso ce le ritrovassimo in Consiglio comunale per una approvazione a mo’ di prendere o lasciare. L’Unione non si fa solo per racimolare un po’ di fondi europei, l’Unione si fa e si deve fare, per creare un istituzione che sia più utile al cittadino e soprattutto che faccia risparmiare un po’ di soldi”.

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