Diario Politico©Raffaele Lauro

Sud ancora in ritardo, ora serve una scossa

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Gaetano Mastellone

Pubblichiamo l’articolo di Gaetano Mastellone, consigliere di amministrazione Obi, uscito ieri mercoledì 27 aprile sul quotidiano economico “Il Denaro“.

Nel 1995, ben sedici anni fa, sul Denaro scrissi un articolo di analisi circa la situazione del Mezzogiorno d’Italia; rammento che allora lanciai due segnali di alert provocatori: 1). attenzione a non diventare il nord dell’Africa anzichè il sud d’Europa; 2). attenzione a non finire su di un binario morto. Son passati sedici anni e la fotografia di oggi, raffrontata con quella d’allora, è decisamente peggiore; nulla è cambiato, anzi oggi abbiamo più problemi, meno mercato, più deficit, infrastrutture deficitarie e più criminalità organizzata. Sul tema della criminalità ho letto tanti, troppi, interventi però da attento osservatore noto che è solo cambiato il modo di esercitare il crimine! Meno strada e più colletti bianchi. Qualche mese fa sull’argomento è intervenuto anche il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che ha lanciato un forte allarme. Draghi da dichiarato che la criminalità organizzata è infiltrata nelle pubbliche amministrazioni del Sud. Il Mezzogiorno oggi presenta “scarti allarmanti” rispetto al centro-nord nei servizi essenziali quali istruzione, giustizia civile, assistenza sociale, trasporti e Sanità. La criminalità infiltrata nelle pubbliche amministrazioni grava su ampie parti del nostro Sud, essa inquina la fiducia fra i cittadini, ostacola il funzionamento del libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile. Il mezzogiorno è un territorio ricco di problemi risolvibili, però l’impressione che se ne ricava è che la classe politica non li vuol affatto risolvere. Ecco perchè poi ala radice dei problemi vi è la carenza di fiducia tra i cittadini, tra cittadini e istituzioni, la scarsa attenzione prestata al rispetto delle norme e delle leggi e l’insufficiente controllo esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori eletti. Se analizziamo anche i “risultati economici” espressi dal Mezzogiorno d’Italia li possiamo sintetizzare con una sola parola: deludenti. Il divario di Pil pro-capite rispetto al Centro Nord è rimasto sostanzialmente immutato per 30 anni. Il Sud, in cui vive un terzo degli italiani, produce un quarto del prodotto nazionale lordo. Il Sud d’Italia ha anche un primato negativo nell’area euro: siamo il territorio arretrato più esteso e più popoloso dell’area dell’euro. Mi appello ai signori della politica, in quanto gravi sono le loro colpe registrate nell’ultimo ventennio o trentennio (non voglio parlare di destra o di sinistra, tanto cambia ben poco), per invitarli a cambiare sistema ed imboccare, con urgenza, un sentiero di crescita più elevato di quello dello scorso decennio; è essenziale per la stabilità finanziaria, per abbattere il debito pubblico, per potenziare le nostre infrastrutture e per ridurre il prelievo fiscale che potrà poi portare ossigeno alla ripresa dei consumi. Strade alternative non ve ne sono!
Voglio dire, in poche parole, che oggi il Mezzogiorno d’Italia deve essere considerato come una grossa opportunità per tutta l’Italia.
Bisogna inziare il processo di inversione economica con forte “vivacità”, un cambiamento lento non serve. Chiaro? Bisogna fare una politica di eccellenza, di efficienza e gli amministratori locali dovranno essere capaci di indirizzare le risorse verso gli usi più produttivi e le priorità più urgenti. Il dilettantismo della politica, le caste della politica, gli amici degli amici della politica non servono allo scopo; la parola d’ordine che tutti i cittadini, me compreso, si aspettano è: facce nuove e più professionalità nella politica
“.

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