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Ospedale Unico, Agorà intervista il giornalista Vincenzo Califano

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In attesa di conoscere l’esito della nuova conferenza dei servizi che il Tar della Campania ha imposto di indire per procedere, da parte di tutti gli attori istituzionali coinvolti, alla rivalutazione della fattibilità del progetto Ospedale Unico della Penisola Sorrentina, AGORA’ ha incontrato Vincenzo Califano, giornalista e autore di un saggio dedicato proprio all’ospedale e alla sanità peninsulare (“Salute&Sanità dalla Sars-Cov-2 all’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina” Ed. mezzogiornoedintorni.it 2021) e che nel 2024 ha pubblicato sul nostro giornale uno speciale in otto puntate dedicato alle problematiche sanitarie del territorio in riferimento anche al progetto dell’Asl Napoli 3 Sud e della Regione Campania.
Il Tar della Campania si è espresso e qualcuno definisce “pilatesca” la sentenza perché da un lato ha bocciato la delibera del consiglio comunale di Sant’Agnello e dall’altro ha imposto di riesaminare il tutto alla luce degli stessi ricorsi degli ambientalisti…
“In effetti se l’atto del consiglio comunale è stato bocciato e scaturiva proprio dall’esame delle osservazioni al progetto, riproporre la conferenza dei servizi con l’obbligo di rivalutare i ricorsi da parte di un organismo che non ne ha la competenza può generare soltanto ulteriori equivoci. Alla fine si fa il gioco dell’Amministrazione che punta ad allungare i tempi, a instaurare nuovi possibili contenziosi col risultato di impedire la realizzazione dell’ospedale. Emblematico in tal senso è l’intervento pubblicato qualche giorno fa su facebook di Antonino De Angelis, uno dei ricorrenti e oppositore del progetto, che prospetta ricorsi all’infinito che, coi tempi della giustizia, cancellerebbero la possibilità di costruire il nuovo ospedale…”.
Ma non è possibile individuare di comune accordo una nuova sede per questo ospedale, magari in zone più periferiche anche in un altro comune se a Sant’Agnello non si riuscisse a realizzarlo?
“Non credo sia percorribile una tale ipotesi perché nessuno, né il sindaco Coppola né De Angelis o altri oppositori, hanno individuato e indicato un’area specifica in uno qualunque dei comuni peninsulari e demagogicamente ripetono il ritornello della “buona idea nel posto sbagliato” solo per non dire che l’ospedale loro non lo vogliono e basta! Ma c’è di più: qualunque progetto nasce su un’area specifica e si conforma ad essa in tutti i suoi aspetti. L’Ospedale Unico per volontà e indicazione di tutti i Comuni della Penisola deve nascere al posto dell’attuale Distretto Sanitario – ex ospedale Mariano Lauro – e su quell’area è stato progettato con tutti i rilievi (e sono tanti e di tutti i tipi) che si richiedono. Se pure si individuasse un’altra area si dovrebbe ripartire da zero, il che significherebbe soltanto perdere il finanziamento e con esso l’unica prospettiva di avere un nuovo ospedale di cui tutto il territorio peninsulare ha impellente necessità. Piuttosto sarebbe il caso di cogliere l’occasione della conferenza di servizi per individuare le presunte criticità e trovare le soluzioni appropriate, come del resto ha sostenuto sin dall’inizio anche il Presidente della Regione Vincenzo De Luca che, ricordiamolo, ha finanziato l’opera (con fondi nazionali, regionali e dell’Asl) proposta dai Comuni peninsulari addirittura modificando il PUT su richiesta proprio del Comune di Sant’Agnello. Per questo il Tar attribuisce all’Amministrazione comunale la colpa di slealtà istituzionale…”.
Respingendo però la richiesta di risarcimento danni invocata dalla Regione e dall’Asl il Comune ha ottenuto un successo…
“Si è enfatizzato questo aspetto dell’ordinanza del Tar per mascherare la bocciatura della delibera consiliare che era quella che i ricorrenti hanno impugnato! Essendo stato riattivato il procedimento amministrativo riportando in dietro le lancette dell’orologio è venuto meno il paventato risarcimento non essendosi prodotto, allo stato, danno! In pratica una provvisoria esclusione di responsabilità circoscritta a questa fase del procedimento in attesa di conoscere quale sarà l’esito della conferenza e il prosieguo dell’iter. E’ evidente che se il progetto dovesse subire uno stop definitivo cancellando la prospettiva di realizzare l’ospedale si dovrà stabilire su chi ricadranno le spese di oltre 5mln di euro sin qui sostenute e andate sprecate. Qualcuno dovrà farsene carico e lo si stabilirà nelle sedi competenti”.
Tu sei un tenace sostenitore del progetto del nuovo ospedale, ce ne spieghi le ragioni?
“Il 14 ottobre del 2011 fui chiamato a moderare il dibattito pubblico sul progetto di fattibilità del nuovo ospedale indetto dal coordinamento dei sindaci dei sei comuni peninsulari e che si tenne proprio nella sede del distretto a Sant’Agnello. Un incontro con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e sanitari che avevano deciso liberamente di realizzare quest’opera di cui ho seguito passo passo tutte le fasi coadiuvando il dottor Vincenzo Iaccarino, all’epoca assessore a Piano di Sorrento, al quale tutti i sindaci conferirono l’incarico di coordinare le attività istituzionali propedeutiche al varo della progettazione esecutiva. Mi sembra quindi di non aver fatto nulla di strano o in contraddizione rispetto a quella che era una volontà collettiva delle amministrazioni peninsulari. All’epoca la Regione Campania era amministrata dal centro-destra del presidente Stefano Caldoro che tenne a battesimo l’iniziativa. Successivamente il presidente Vincenzo De Luca, una volta che nel 2019 la Campania usciva dal decennale commissariamento per la sanità (causa delle disfunzioni e dei ritardi che si sono accumulati anche per quanto concerne il personale sanitario in servizio), si è prodigato per finanziare l’opera e rispondere a una domanda del nostro territorio. Un progetto bipartisan, quindi, messo oggi in discussione dal sindaco Antonino Coppola e dalla sua maggioranza in modo chiaramente pretestuoso facendone argomento di campagna elettorale nel 2023”.
L’Amministrazione di Sant’Agnello sostiene di rispettare la volontà degli elettori che l’hanno votata…
“Si vuol spacciare a mò di referendum pro-contro l’ospedale il risultato delle elezioni amministrative. Il che non è per tante ovvie ragioni, né poteva esserlo visto che si tratta di un progetto comprensoriale su cui hanno titolo a parlare e a decidere tutti gli altri comuni che non hanno abdicato ai loro diritti: anzi si sono pure costituiti in giudizio innanzi al Tar a sostegno della bocciatura della famosa delibera del settembre 2023. Io credo in questo progetto perché diretto a migliorare la sanità e la salute innanzitutto dei residenti della Penisola Sorrentina che rischiano di perdere gli attuali ospedali che sono del tutto inadeguati e che sono rimasti in vita, ancorché sottodimensionati, solo grazie all’escamotage politico di definirli “ospedali riuniti”. Altrimenti sarebbero stati soppressi con l’aggregazione a Castellammare di Stabia dove invece nascerà un nuovo importante ospedale a servizio di un’utenza di circa 150mila abitanti. Praticamente Stabia e la Penisola insieme per cui, se non si approfitta di questa occasione, ci ritroveremo senza ospedali e con due case di comunità al posto degli attuali nosocomi di Vico e di Sorrento. Il tempo che resta è poco, dopodiché il rischio è che venga revocato il finanziamento e destinato ad altri interventi (ce ne sono dieci in Campania che riguardano nuove strutture e modernizzazione di altre) andando nella direzione che ho detto. Non è l’ultima, ma l’unica occasione che abbiamo per dotare la Penisola Sorrentina di un vero ospedale, in grado di attrarre nuovi e qualificati professionisti che oggi hanno nullo o scarso interesse a venire a lavorare nelle attuali e declassate strutture. Anche questo è un discorso che viene strumentalizzato: prima i medici e poi le strutture, dicono. Ma i medici senza strutture adeguate dove esercitare la loro professione come fanno a venire nei nostri ospedali di serie c?”.

Come leggi le dichiarazioni del sindaco di Piano di Sorrento Salvatore Cappiello?
“Confesso che mi hanno lasciato perplesso le parole del sindaco Cappiello. Ho dovuto rileggere diverse volte la dichiarazione per cercare di capirne il senso perchè contorto e contraddittorio: è stato un barcamenarsi tra la posizione legale assunta e un solidarismo al collega santanellese…Eppure proprio Piano di Sorrento è stato il comune in prima linea su questo progetto insieme a Sant’Agnello col sindaco Piergiorgio Sagristani quando era sindaco Ruggiero e Cappiello vice sindaco: decisero di affidare a Vincenzo Iaccarino il compito di rappresentare il comune per sostenere il progetto e coordinare le amministrazioni. Forse pensavano o speravano fallisse, invece i risultati sono stati l’opposto. A volerla dire tutta sono diversi tra attuali amministratori, ma anche qualcuno che oggi non è più in consiglio, che vedono con gli occhi nel fumo il nuovo ospedale solo perchè Vincenzo Iaccarino ha svolto un ruolo significativo”.
A questo punto qual è la soluzione dal tuo punto di vista?
Partiamo dal concetto che la “politica è evoluzione”: chi fa politica, chi amministra la cosa pubblica non può fossilizzarsi sulle proprie posizioni prescindendo da ogni altra considerazione. Bisogna essere realisti, confrontarsi costruttivamente e cercare soluzioni ai problemi. Perché ci sono partite che hanno una priorità rispetto alle nostre personali convinzioni. La sanità e la salute a mio avviso hanno priorità assoluta e bisogna sacrificare altri pur legittimi interessi per garantirla a tutti e al meglio possibile: altrimenti ci attende un destino di “migranti della salute” costretti ad andare fuori anche per cure di base e non tutti sono nelle condizioni di permetterselo. E non voglio pensare ad altro! L’Amministrazione di Sant’Agnello ha il dovere di rivalutare la posizione assunta e di ricredersi per concorrere alla realizzazione del nuovo ospedale che darà al paese una dimensione e un’immagine importanti con significative ricadute anche sul piano economico. Si abbandonino gli integralismi (e posizioni agnostiche di convenienza) che non hanno mai prodotto successi, ma solo guasti e in certi casi tragedie…Si compiano tutti gli atti utili per trovare le risposte invocate e per accelerare i tempi mettendo la prima pietra del nuovo ospedale. In caso contrario, e davvero non me lo auguro e come me tanta altra gente che è sicuramente maggioranza nell’intera penisola, ci aspetta un futuro ancora più critico di quello che viviamo e immaginiamo sul fronte della tutela della nostra salute. Allora si saprà a chi imputare le responsabilità politiche e morali del degrado sanitario che pagheremo a caro prezzo”.

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