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A Castellammare di Stabia si progetta il nuovo Ospedale e in Penisola la sanità arranca

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È stata pubblicata oggi la gara per la progettazione del nuovo ospedale di Castellammare di Stabia. È un investimento importante che avviene dopo che la Regione ha risolto complicati problemi amministrativi legati all’acquisizione delle ex Terme e dopo aver saldato debiti precedenti per poter acquisire l’area.
“E’ uno degli interventi strategici per la sanità campana – ha dichiarato il Presidente Vincenzo De Lucae si inserisce nell’ambito di un programma per l’edilizia ospedaliera che è il più vasto mai realizzato in Campania. Manteniamo dunque l’impegno assunto grazie al lavoro efficace messo in campo delle strutture regionali“.
La gara – ha aggiunto De Lucascade a fine aprile. Da quel momento parte il lavoro per la definizione di un progetto che vedrà la realizzazione di uno degli ospedali più funzionali, più moderni e più belli del nostro Paese“.

A margine della presentazione della campagna di promozione turistica “Campania Divina” (testimonial Alessandro Gasmann) il presidente De Luca è tornato a parlare dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina, progetto pronto a decollare lo scorso autunno ma che è stato bloccato dall’Amministrazione comunale di Sant’Agnello per cui pende un ricordo al TAR Campania che sarà discusso il prossimo ottobre. Sulla realizzazione del nuovo ospedale che sarebbe dovuto nascere al posto dell’attuale distretto sanitario 59, a Sant’Agnello, allo stato non si possono fare previsioni stante il giudizio in corso con la prospettiva di ulteriori ricorsi che potrebbero ulteriormente allontanare la definizione dell’intervento col concreto rischio che vada in fumo il finanziamento di circa 100 mln di euro impegnati per l’opera. Se malauguratamente l’opera non devesse essere più realizzata con la conseguente perdita del finanziamento per la sanità ospedaliera peninsulare la prospettiva è delle peggiori e a farne le spese saranno i residenti e i turisti che non disporranno, in loco, di una struttura adeguata a garantire un servizio sicuro sotto tutti i punti di vista, oltre a peggiorare la situazione relativa alla disponibilità di risorse professionali già oggi precarie oltre che assolutamente insufficienti rispetto al fabbisogno.

Se si considerano le politiche di governo nazionale in materia sanitaria, i tagli dei fondi alle regioni, in primis alla Campania cui non sono state erogate le risorse che le spettavano, a questo punto per puro calcolo politico nei confronti del Presidente De Luca. Se si considerano inoltre gli effetti derivanti dal progetto di “autonomia differenziata” tanto caro al governo-Meloni unite all’ormai cronico deficit di professionisti (medici e infermieri), allora le prospettive per l’assistenza sanitaria pubblica e ospedaliera sono pessime e senza vie di scampo, ancor di più per quei territori sprovvisti di strutture adeguate. Perché la logica che sovrintende alla nuova sanità è che i piccoli ospedali dovranno essere dismessi in quanto non è accettabile la pretesa di avere l’ospedale sotto casa o a pochi passi da casa! Il nuovo ospedale di Castellammare di Stabia è concepito per un’utenza di 150mila persone che sono su per giù quelle residenti tra Stabia e la Penisola Sorrentina. Senza però considerare il surplus dovuto alle presenze turistiche per cui una realtà come quella peninsulare, sfornita di un ospedale degno di questo nome, è inevitabilmente destinata subire un ulteriore degrado ai danni di chi ci vive e di chi ci viene in vacanza nella terra delle sirene. L’Ospedale Unico rappresentava l’ultima opportunità per scongiurare questo rischio, ma la scelta scellerata dell’Amministrazione santanellese, sostenuta da una sparuta minoranza di cittadini, avrà pesanti e irreversibili ripercussioni sulla sanità del futuro.

Solo Vico Equense non subirà gli effetti di questa politica visto che il nascente ospedale stabiese rappresenterà il punto di riferimento per l’intera popolazione equense in considerazione della prossimità tra le due località. Eppure sono gli stessi detrattori del nuovo ospedale a Sant’Agnello che invocano una migliore sanità senza rendersi conto che, sic stantibus rebus, è praticamente impossibile garantire quei servizi essenziali stante la grave carenza di personale in servizio con la conseguenza che si devono necessariamente accorpare reparti e funzioni come in parte sta già avvenendo redistribuendo agli originari reparti personale medico che svolgeva attività in altri settori col risultato che si creano vuoti di organico in altri reparti. Gli ospedali peninsulari vanno incontro a un’eutanasia destinata ulteriormente ad aggravarsi nei mesi e anni a venire quando il costante e crescente degrado di queste strutture causerà l’ulteriore migrazione di sanitari in contesti più adeguati, moderni e qualificati.

Eppure i media ormai quotidianamente ci informano della grave situazione in cui versa la sanità italiana, ogni giorno ci scopriamo sempre meno garantiti dal SSN una volta modello assoluto d’eccellenza invidiato in tutto il mondo per garantire indistintamente a tutti l’assistenza sanitaria, le tutele per il bene primario rappresentato dalla salute! Come può una classe dirigente degna di questo nome restare indifferente rispetto a un contesto tanto critico? Essa nel suo complesso appare in tutt’altre faccende affaccendata e questo dovrebbe maggiormente preoccupare una comunità consapevole dell’esistenza di una scala di priorità degli interessi da curare e privilegiare nella gestione delle risorse finanziarie pubbliche.

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