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Tassa di Soggiorno, cambia tutto…in arrivo grosse novità

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di Luigi Poi

E’ appena iniziata la nuova stagione turistica che dovrebbe sviluppare ancora un trend positivo tranne eventi incontrollabili e nefasti. Come sempre è accaduto nella storia della umanità c’è sempre chi soffia sul fuoco e, ancor peggio, chi “perduto per perduto“ potrebbe compiere atti inconsulti per noi comuni essere mortali ma che nella guerra per il potere politico e finanziario rientrano nel venale, avido, egoista e perenne gioco del “Risiko”. Una strategia che pur di raggiungere un obiettivo (rimanere a galla nella galassia dei potenti o distruggere il benessere dei popoli occidentali) arriva al punto di mettere in campo provocazioni e organizzazione di scenari catastrofici e stravolgenti. E non ci vuole più una manina malefica, a questo punto basta un ditino pieno di livore, rancoroso, malevolo! Chi vuole faccia i dovuti scongiuri, anche i più sconci se può. Intanto nessuno può fermarsi nella consueta ordinarietà della vita lavorativa, professionale, accademica, artigianale. Il quotidiano deve tirare a campare! Bene, allora non fermarsi e poi sia fatta la volontà di Chi governa il nostro destino sperando che “peste e corna, carestia e fulmini (ed anche peggio)“ colpiscano i dissennati, gli odiatori religiosi, i guerrafondai interessati, i predicatori di odio, i politici spregiudicati incollati alla poltrona.

Che la tassa di soggiorno, che nel 2023 ha portato nelle casse pubbliche ben più di settecento milioni, fosse male applicata sia nelle modalità di riscossione che in quelle di utilizzo non ci piove. Il Parlamento Italiano si sta facendo carico di decisioni che cambieranno tutta la normativa, la renderanno adeguata alla sua natura di “tassa” , la armonizzeranno con i più moderni e diretti strumenti di utilizzo dei mezzi di pagamento, ne chiariranno meglio le funzioni e le responsabilità degli attori in campo. Essenzialmente sei sono i baluardi che dovrebbero condizionare la riforma tanto attesa.
1°) una tassa più equa basata non sulla categoria della struttura ma sulla tariffa del soggiorno;
2°) ricorso all’ausilio dei più recenti strumenti digitali da parte degli Enti beneficiari, cioè i Comuni ;
3°) investimenti degli introiti da rendicontare obbligatoriamente;
4°) investimento in servizi diretti esclusivamente al turismo;
5°) il turista dovrebbe pagare direttamente al Comune, l’albergatore non più esattore ma solo controllore dell’avvenuto pagamento;
6°) la partecipazione della categoria della ricettività sui criteri di scelta dell’impiego dei proventi della tassa.

La nuova risoluzione è già passata in commissione finanze al Senato. Chiaramente avrà bisogno dei dovuti passaggi sia alla Camera sia al Senato, ma pare che ci sia una auspicabile convergenza delle forze politiche e anche delle rappresentanze del settore.
Sul tavolo delle trattative c’è anche da tener presente la proposta di Federalberghi di sostituire l’attuale tassa con una quota del gettito IVA da tute le attività turistiche e che l’introito debba finanziare anche interventi a sostegno delle strutture ricettive. Mentre si è d’accordo sulla semplificazione delle procedure e la riduzione dell’onerosità della riscossione, come le commissioni a carico dell’albergo o di altre strutture ricettive quando il cliente paga con carta di credito. L’ANCI ha, invece, segnalato il superamento di “ambiti di incertezza applicativa”. Infatti l’associazione dei comuni ritiene “che il legislatore debba intervenire disciplinando in modo autonomo le ipotesi di omesso versamento, di omessa dichiarazione, di omessa presentazione della dichiarazione, ma con versamenti regolarmente eseguiti”. Maggiore chiarezza servirebbe anche sui comportamenti amministrativi e fiscali da tenere se il cliente si rifiuta di pagare.
Comunque per il 2024 si opererà secondo l’attuale disciplina e se si riuscisse ad accorciare i tempi dell’iter della esplicitata proposta solo dal 2025 cambierebbe quasi tutto.

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