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A Roma il Presidente Vincenzo De Luca guida la protesta dei Sindaci contro il Governo

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(f0to Massimo Pica)

La Campania in corteo di protesta al Roma guidata dal Presidente della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca per chiedere al Governo l’assegnazione dei fondi bloccati e fermare il progetto dell’Autonomia Differenziata. E’ stata una mobilitazione forte e partecipata quella che si è svolta oggi nella capitale e che ha vissuto momenti di forte tensione quando è stato impedito ai sindaci e allo stesso De Luca di accedere a Palazzo Chigi dove peraltro non c’erano nè la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nè il Ministro per gli Affari Europei, la coesione e il PNRR Raffaele Fitto. Dalle immagini proposte da Tv e rilanciate a mezzo  social si è addivenuti quasi a uno scontro fisico tra manifestanti e forze dell’ordine, sono volate parole grosse, la calca umana è stata contenuta con sforzo, ma senza le degenerazioni che si sono verificate qualche giorno prima con la carica della Polizia sui manifestanti fuori la sede della RAI.

foto Massimo Pica

De Luca e gli Amministratori locali contestano le decisioni del Governo, rivendicano il diritto a ricevere denaro che gli spetta e che, ormai è evidente, per interessi di natura politica non vengono assegnati alla Regione Campania con tutte le conseguenze che ne derivano in nome di una presunta incapacità di spesa da parte di De Luca che ha deciso di adire vie legali anche su questo fronte contestando i numeri che vengono sciorinati per accusarlo di incapacità di spesa, mentre la realtà, a detta di De Luca che esibisce circostanziate documentazioni, sarebbe tutt’altra.

Antonino Coppola e Giovanna Staiano

Insomma un braccio di ferro destinato a continuare e che vede De Luca contro tutti, ma con il sostengo di tanti comuni e amministratori campani, e contro il suo stesso partito, il PD, col quale è in atto un altrettanto scontro frontale con la segreteria nazionale. Dalla Penisola Sorrentina a Roma sono giunti il sindaco di Sant’Agnello Antonino Coppola e in rappresentanza di Massa Lubrense il vice sindaco Giovanna Staiano. Assente il sindaco di Meta Giuseppe Tito perchè oggi era stato convocato il consiglio comunale, mentre a Piano di Sorrento si parlerà dei rischi connessi all’autonomia differenziata nel prossimo consiglio comunale (il 26 febbraio) per iniziativa dell’opposizione che ha presentato una mozione con cui si invitano le autorità governative e tutti i livelli istituzionali a bloccare questo progetto che dividerebbe l’Italia.

A immortalare la contrapposizione istituzionale e il clima di tensione uno spezzone video “rubato” all’insaputa di De Luca che, seduta su un divano e parlando con una persona senza sapere di essere ripreso ha appellato in modo volgare la Meloni. La notizia ha monopolizzato le cronache quasi per coprire la portata di un evento che consacra una leadership politico-istituzionale del Presidente De Luca a dispetto del suo stesso partito, il PD, assolutamente incapace di addivenire a un confronto serio e costruttivo con De Luca impegnato com’è a scongiurare una sua ricandidatura nel 2025 e per questo accentuando le divisioni e le contrapposizioni politiche.

IL COMMENTO DI BRUNO CESARIO

E’ a dir poco vergognosa la reazione aggressiva che abbiamo ricevuto ieri mattina durante la manifestazione pacifica a Roma sulla modifica del testo di legge sull’Autonomia Differenziata e sullo sblocco dei fondi FSC.
Sono in ballo di diritti dei cittadini del SUD, ostaggio del Governo tramite il blocco dei Fondi Sviluppo e Coesione, i quali determinano una situazione drammatica per centinaia di comuni e per migliaia di posti di lavoro. Non solo ci hanno ridicolizzato sui media nazionali, ma abbiamo ricevuto addirittura violenza dalle stesse istituzioni di cui siamo rappresentanti ed alle quali non facciamo altro che chiedere, insieme al Presidente Vincenzo De Luca, parità di diritti e trattamenti.
Questa violenza e questa arroganza sono contro tutto il SUD, non solo verso il movimento di piazza di ieri. Una scorrettezza istituzionale ingiustificabile: non solo declassati a “cittadini di serie B” ma anche derisi e aggrediti per aver osato rivendicare il diritto costituzionale ad avere pari trattamento a tutti gli altri cittadini d’Italia. Davvero una vergogna“.

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