Sorrento

“Ospedale Unico al Tar: prima discussione l’11 gennaio, ora cosa succede?”

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Sul numero del 6 gennaio del settimanale AGORA’ è stato pubblicato l’articolo sull’Ospedale Unico a firma di Vincenzo Califano che proponiamo per i nostri lettori.

Si riaprono i giochi sul progetto dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana (bocciato dal consiglio comunale di Sant’Agnello il 16 settembre 2023) per l’esame dei tre ricorsi (Commissario ad acta – Asl Napoli 3 Sud – Regione Campania) presentati al TAR in discussione giovedì 11 gennaio.
Ricorsi che hanno ricostruito nei minimi dettagli tutti i passaggi amministrativi e burocratici compiuti dal primo giorno in cui i comuni dell’area peninsulare formalizzarono la volontà e disponibilità a realizzare il nuovo ospedale al posto dell’attuale “M. Lauro” sede del distretto 59 per soddisfare l’esigenza di una più moderna ed efficiente sanità ospedaliera nell’area sorrentino-amalfitana (non a caso anche il comune di Positano è tra i proponenti il progetto).

I PROFILI GIURIDICI

I legali dei ricorrenti, passando ai raggi X l’enorme mole di atti che hanno innescato il procedimento e che si sono susseguiti nel corso degli anni fino alla modifica del PUT (legge regionale 35/87) richiesta dallo stesso Comune di Sant’Agnello ed approvata dal Consiglio Regionale della Campania, contestano gravi irregolarità e illegittimità nelle procedure e negli atti prodotti dal consiglio comunale del sindaco Antonino Coppola che, al solo scopo di bloccare l’opera, ha artificiosamente e strumentalmente interrotto l’iter di un progetto dichiarato di “valore strategico regionale” e sul quale, alla luce di quanto approvato e della vigente legislazione, nessun potere essi erano facultati ad esercitare.
Nei ricorsi vengono minuziosamente indicate e argomentate tutte le erronee interpretazioni di legge e i relativi passaggi compiuti dal Comune per interrompere l’iter di un’opera praticamente già cantierabile e che scaturisce da una più generale rivisitazione della rete ospedaliera territoriale conseguente alla realizzazione del nuovo ospedale e che assegna agli esistenti di Sorrento e di Vico Equense una funzione diversa. Infatti la Regione evidenzia come la decisione del comune di Sant’Agnello si riverbera “…sugli atti di riprogrammazione dei due ospedali di Vico Equense e di Sorrento, destinati ad essere rifunzionalizzati in vista dell’attuazione del nuovo modello di Sanità territoriale complementare all’assistenza ospedaliera. Ove non sarà sospeso il provvedimento che impedisce la realizzazione del progetto, la Regione Campania dovrà rivedere anche gli atti di programmazione ad oggi adottati ed in parte già attuati, relativi ai menzionati ospedali di Vico Equense e di Sorrento”. E seguire: “La Regione Campania si è, inoltre, esposta finanziariamente per 100 milioni di euro nei confronti del Ministero della Salute, individuando tale opera quale prioritaria nella programmazione sanitaria”.

LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO

Un vero pasticcio dalle conseguenze inimmaginabili, non soltanto sul piano del danno finanziario provocato dalla decisione del consiglio di Sant’Agnello (per il quale il commissario ad acta ha formalizzato istanza di risarcimento di circa 100mln di euro), ma anche su quello assistenziale ospedaliero nell’intero distretto che risulterebbe gravemente compromesso, forse irrimediabilmente, ai danni dell’intera comunità della Penisola Sorrentina e Amalfitana.
E’ chiaro che le ragioni della politica, rivendicate dallo stesso sindaco Antonino Coppola nell’affermare che con la decisione assunta ha rispettato gli impegni assunti nelle elezioni del maggio scorso con i Santanellesi, non possono e non devono prevalere su quelle del diritto alla salute della generalità della popolazione che, attenzione, non è solo di una parte di quella di Sant’Agnello, ma la totalità di tutti i residenti nei sette comuni interessati.

IL RUOLO DEGLI ALTRI COMUNI

Trattasi infatti di un progetto consortile per il quale il nuovo sindaco di Sant’Agnello, se intendeva magari dar più forza al suo intento, si sarebbe dovuto garantire il sostegno degli altri comuni direttamente coinvolti: i quali, invece, l’hanno sollecitato a dar seguito all’iter procedurale per la realizzazione dell’ospedale. Altrettanto evidente appare la strumentalità dei “rinforzi” (ricorsi delle associazioni e petizione popolare) di cui si sono voluti avvalere i nuovi amministratori nel maldestro tentativo di bloccare l’opera giunta ormai in dirittura d’arrivo, per cui il responso del TAR per la richiesta di sospensiva della delibera del consiglio comunale e le motivazioni che seguiranno alla decisione del Tribunale saranno decisive a prescindere dal possibile ricorso in Consiglio di Stato da parte del Comune.
Infine non l’aver valutato le conseguenze, sotto tutti i punti di vista, della decisione che il Consiglio ha assunto (pensiamo anche alle obbligazioni assunte, ai contratti stipulati dall’Asl, alle azioni già svolte per una spesa complessiva di 5 mln di euro, etc…) con ricadute sull’amministrazione e sui decisori, è una lacuna che almeno i consulenti interpellati dall’ente avrebbero dovuto tenere in considerazione piuttosto che costruire solo un paradigma coerente con i desideri del sindaco e della sua maggioranza (esclusi Corrado Fattorusso e Pietro Gnarra che per ragioni diverse non hanno votato la delibera incriminata).

LA SANITA’ IN CAMPANIA

Sulla sanità in Campania si sta giocando una partita decisiva dopo il decennale commissariamento governativo (conclusosi nel dicembre 2019) che ha provocato enormi disfunzioni e carenze sul piano strutturale, organizzativo e del personale. Senza tralasciare la circostanza che all’indomani della fine del commissariamento (tre mesi dopo) è scoppiata l’emergenza pandemica Covid che ha trovato una sanità ospedaliera in gravissima difficoltà. Al di là delle polemiche di parte, delle simpatie e antipatie che si possono nutrire nei confronti del Presidente Vincenzo De Luca, bisogna riconoscergli di aver varato un progetto di amplissima e impegnativa portata per riformare e rilanciare la sanità campana: chi fosse interessato ad approfondire può consultare il rapporto sulle attività svolte dalla Regione e che dedica un ampio spazio alla sanità (http://regione.campania.it/assets/documents/un-anno-per-la-campania-2023-2.pdf)

VICENDA SAN LEONARDO

E’ chiaro che non esiste bacchetta magica per realizzare tutto e subito, in qualunque settore (si veda per esempio il problema trasporti e le criticità della Circumvesuviana), per cui si continua a lavorare tra mille difficoltà e problemi anche di natura delinquenziale come le sempre più frequenti aggressioni ai danni di sanitari nei Pronto Soccorso. Ultimo caso l’aggressione (avvenuta il 3 gennaio alle 20.30 circa) ai danni dell’infermiera Anna Procida in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare che è stata strattonata, trascinata per i capelli, sbattuta a terra e, infine, colpita con un violentissimo pugno al viso ad opera dei parenti di un paziente assistito nella sala dei codici gialli/rossi per problemi respiratori. È bastato un semplice invito, rivolto ai numerosi familiari presenti, a spostarsi in sala d’attesa per consentire al personale di assistere gli ammalati per far scattare la furiosa reazione che ha provocato la frattura dell’incisivo superiore destro mediale, l’infrazione delle ossa nasali, una ferita lacero contusa al labbro superiore, suturata con un punto riassorbibile, una vistosa tumefazione al lato destro del volto, una lombalgia post traumatica e un severo stato di agitazione psicomotoria.

Giuseppe Russo

Il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud Giuseppe Russo e il direttore di presidio Massimo Maiolo hanno espresso tutta la propria solidarietà e vicinanza alla vittima dell’aggressione: “Siamo stanchi delle violenze, chiediamo l’immediata attivazione del drappello di polizia all’interno del presidio. Arrivati a questo punto la militarizzazione degli ospedali è l’unica strada percorribile. Ogni giorno gli operatori sanitari raggiungo il posto di lavoro per curare e non certo per rischiare la vita. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguirà questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile”.
Questo è un altro, non secondario, aspetto dei problemi che oggi si trovano ad affrontare i sanitari più esposti nei confronti dell’utenza, quelli che operano nei Pronto Soccorso, da cui scaturisce la crescente fuga di medici e infermieri dal prestare servizio in questo ambito. Tralasciando tutti gli altri problemi, in particolare la carenza cronica di sanitari, è forse il caso di guardare anche da parte degli amministratori santanellesi al nuovo ospedale come a un’opportunità sotto tutti i punti di vista: riconoscere un errore, anche in politica, è come centrare un obiettivo.

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