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L’estate sta finendo…prepariamoci alle imponenti sfide che ci attendono

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di Luigi Poi

L’estate sta finendo e l’autunno bussa alla porta. L’anno che verrà è anticipato da una prevalente impressione di grande incertezza e anche di giustificata preoccupazione per le difficoltà delle tre più potenti economie del mondo: Germania, Usa e Cina. La situazione italiana non è avulsa dal quadro globale e quella sorrentina non è avulsa da quella nazionale. Alcuni tra i maggiori e più esperti operatori del settore turistico, come Paolo Durante e Gino Acampora, hanno smentito su vari organi di stampa che il turismo sorrentino potesse segnare qualche calo nella seconda parte del 2023. In effetti hanno buona ragione nell’esprimere il loro ottimismo; infatti se ad Agosto si registra un lieve decremento di arrivi esso è da attribuire al fisiologico e storico regresso della clientela straniera (quella che compone il numero vincente per le attività ricettive della Penisola e per tutto il suo contorno). Flessione che puntualmente si verifica in questo periodo. Analizzando anche qualche dato pubblicato da riviste internazionali dobbiamo ritenere che Durante e Acampora hanno ancora una volta visto bene. La stagione, a Sorrento, potrebbe continuare fino a primi giorni di Gennaio 2024, per i comuni limitrofi si potrebbe arrivare fino al 31 ottobre. Ciò non significa che sono tutte rose!

Le prime avvisaglie sui mercati finanziari e immobiliari indicano che l’autunno e il nuovo anno non saranno facili in Europa e anche oltre oceano, di conseguenza anche in Italia. Per di più Assoutenti già constata rincari del costo del carrello alimentare, anzi una vera e propria stangata da 1.600 euro a famiglia a partire da metà settembre, in particolare aumenti nel settore ortofrutticolo (la verdura al 20% e la frutta al 9,4%), nella spesa scolastica, nei carburanti. Ma “le note più dolenti riguardano i mutui a causa del continuo rialzo dei tassi di interesse determinati dalla politica restrittiva della BCE“. Un muto di 125.000 euro a 25 anni costa in media il 60% in più rispetto ad inizio 2022 con una rata mensile salita in media di circa 270 euro. Per i più giovani acquistare una casa diventa sempre di più un miraggio, un sogno praticamente proibito e, per carità di Dio, lasciamo da parte la nostra terra dove trovare una abitazione è una impresa. Chi accusava gli analisti più pessimisti di essere dei gufi ora, dati e proiezioni alla mano, riconosce che il rallentamento dell’economia è in atto, magari con qualche dubbio sulla valutazione dell’entità del calo.

L’Italia incomincia a cedere, si spera che riesca a chiudere il 2023 almeno col + 1% di crescita del PIL. La recessione tedesca colpisce uno dei punti di forza dell’economia nazionale: l’esportazione dei prodotti dell’industria manifatturiera. La galoppata dei tassi scatenata dalla BCE frena domanda ed investimenti così come le turbolenze finanziarie e dei mercati immobiliari in Cina ed Usa.
Il Leader cinese Xi Jinping rivolgendosi ai giovani del suo Paese ha usato una espressione (che sa di ammonimento) che se fosse stata usata da un politico occidentale avrebbe scatenato un putiferio!
IMPARATE A MANGIARE AMAREZZA!“ La disoccupazione giovanile del “Dragone“ viaggia oramai intorno al 21-25% .

Siamo ancora lontani dal tragico quinquennio 2008-2013, ma i più avveduti e coloro che lo dovettero subire sentono già odore di bruciato. Le prossime elezioni Europee e Statunitensi possono diventare in negativo il prezzemolo su una minestra già di per sé indigesta.
Il turismo, la ristorazione, la gastronomia inevitabilmente potrebbero diventarle le prime vittime. L’austerità potrebbe essere benedetta da quella categoria di economisti pro Lagarde che pensano che è l’unico modo per frenare l’inflazione e allontanarci dal pericolo della stagflazione. Ma si dimentica la situazione dei conti dell’Italia, la pesantezza del debito pubblico, la inefficienza e lo sperpero di una sostanziosa parte delle uscite statali e regionali (e anche comunali in minor parte). Ma soprattutto si dimentica la storica incapacità a tagliare la spesa parassitaria e inefficiente o per lo meno la mancanza della forza politica per instaurare una revisione progressiva dei costi dell’apparato pubblico a tutti i livelli, magari seguendo le indicazioni di Carlo Cottarelli: “L’Italia in bilico tra sogni e fallimenti”. In questa orbita gli analisti economici del Corriere della Sera scrivono: “Superbonus fuori controllo, la spesa vola verso i 100 miliardi” . Il solo superbonus 110% da una stima iniziale di 35 miliardi vene aggiornata a fine agosto 2023 a 93 miliardi, non da meno il bonus facciata che passa da una previsione di 5,9 miliardi a 26 miliardi di euro. Di fronte a questi numeri c’è da pensare che il ministro Giorgetti non stia sicuramente dormendo sonni tranquilli! E purtroppo non aiutano le numerose e inarrestabili ondate di migranti, in gran parte minori, che sembrano stabilizzarsi intorno ai 120.000-130.000 sbarchi annui. Un popolo generoso come il nostro che, per di più, ha nel suo Dna il seme della fratellanza e della carità cristiana e che conserva nella memoria il grande processo di emigrazione che interessò più di una generazione di italiani, non si può tirare indietro ma il costo di questa accoglienza inizia a far paura.

Tra il kit di benvenuto (circa 350,00 euro a persona) e le spese mensili per cibo e alloggio circa 950,00 euro (35,00 euro al giorno per gli adulti e 45,00 per i minori al giorno) alle quali vanno aggiunti i costi sanitari, carcerari, di sicurezza, di trasporto, di inserimento scolastico, di mediazione linguistica e interculturale. Nel 2018 erano 174.000 i migranti ospitati e assistiti dalle prefetture. Calcolando una presenza media di tre anni nel sistema Sprar e similari come le strutture di accoglienza straordinaria e l’intenso traffico giornaliero di nuovi arrivi raggiungiamo facilmente importi proibitivi che sottraggono soldi al contenimento della povertà e della disuguaglianza sociale e al sostenimento della spesa sanitaria e assistenziale per gli anziani a basso reddito, alla possibilità di aiuti economici per far fronte alla disoccupazione giovanile che purtroppo ha ripreso a crescere.

Campania

Di fronte a queste notizie e considerandole e esaminandole tutte insieme è chiaro che anche l’ottimismo della speranza viene meno e l’esperienza storica ci invita smpre alla prudenza. Intanto qualcuno “sotto sotto“ manifesta il maligno auspicio che il calo del potere di spesa e il peso del costoso, se non difficile accesso, al credito al consumo (le banche sono spaventate dalla grande quantità di insoluti e crediti incagliati che stanno registrando) potrebbero frenare la domanda interna e quindi far rientrare l’inflazione. Altri si spingono oltre e silenziosamente, non sopportando più la pressione dell’overtourism sulla qualità dei servizi e sulla qualità della vita, dalle Alpi alla Sicilia, sperano in un calo di arrivi e presenze turistiche. Situazione che anche qui da noi ha fatto molti adepti tra coloro che mal digeriscono il crescente disagio della convivenza, in particolar modo con il turismo “mordi e fuggi”. La situazione è ben nota e molte sono le ricette proposte come quella drastica del numero chiuso che vorrebbero alcune città d’arte come Venezia. Noi sorrentini sappiamo bene che il problema dei problemi, la mobilità su gomma e su rotaie è quasi irrisolvibile. A meno che il binario della Circumvesuviana Napoli-Sorrento non venga sottratto all’EAV ed affidato in mani migliori anche in previsione dei prossimi collegamenti tra la stazione Centrale, l’aeroporto di Capodichino e la stazione dell’alta velocità di Afragola. Ma la politica regionale è lontana da questa visione. Come la stessa politica locale è lontana dal buon senso non avendo ancora capito che tutta la gestione della viabilità, dei parcheggi, dei divieti di sosta e di transito, dei sensi unici, della vigilanza non può essere gestita separatamente dalle singole municipalità ma ha bisogno di una sola testa, o meglio di un solo potere decisionale (logicamente concordato e coordinato).

E poi ci sarebbero gli errori da non ripetere, le “cose“ da non fare più e quelle da limare e migliorare. L’elenco è lungo ed è fatto da piccole insufficienze e da inefficienze alle quali si potrebbe facilmente porre riparo: sicurezza, rumorosità, schiamazzi notturni, ubriachezza molesta, motorino selvaggio (via degli Aranci off-limits e al minimo della ragionevolezza umana), randagismo, vergognose file di turisti a schiattare sotto il sole per accedere ad un bus diretto alla costiera amalfitana. Migliorare e meglio difendere le risorse naturali e culturali dovrebbe essere un altro imperativo; il caso della pineta municipale posta sul cocuzzolo del monte “Tore“ è un danno materiale e morale che non ammette “Perdonanza“ ed è la più visibile e inconfutabile immagine di come malamente si gestisce il patrimonio ambientale pubblico. E non deve passare sotto traccia che a permettere questi disastri ambientali spesso sono proprio quelli del “blablabla“ che si presentano come paladini del “verde”. In conclusione e per farla breve, la Penisola Sorrentina non è dunque una realtà estranea ad una eventuale crisi di sistema (specie se dovesse continuare a lungo lo stop dell’economia tedesca e rivelarsi un flop quello della politica monetaria Europea e se la guerra dovesse malauguratamente espandersi o incattivirsi oltre ogni misura) così come è anche giustificato l’allarme sugli aspetti deteriori dell’overtourism che, alla fine e col tempo, depotenziano le grandi tradizioni di accoglienza, dequalificano irrimediabilmente risorse e territorio e rischiano di dissipare la filosofia della convivenza che è la positiva conseguenza di una secolare conquista di valori culturali, civili e sociali che sembravano definitivamente acquisiti almeno, qui, nella Terra delle Sirene.

Un patrimonio di memorie, di sentimenti, di attitudini, di costumi, di mentalità, di risorse naturali, di tradizioni; un patrimonio che ha permesso, nel corso dei secoli, di manifestare una specificità (anche invidiata) e di garantire benessere economico che potrebbe cedere di fronte al decadimento culturale ed all’eccessivo sfruttamento delle sue disponibilità ambientali e delle sue potenzialità di spazi vitali. Presto staccheremo l’ultima pagina del calendario del 2023 con motivate preoccupazioni e comprovate incertezze, intanto godiamoci gli ultimi spiccioli di una lunga e stagione di caldo e cerchiamo di mettere a frutto i profitti del lavoro con un occhio agli accadimenti che dovremo affrontare. Gli scongiuri sono naturalmente d’obbligo ma la diligenza del buon e accorto padre di famiglia è più efficace.
Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso regolare le mie vele per raggiungere sempre la mia destinazioneJimmy Dean – Cantante ed autore Statunitense, 1928-2010.

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