Sorrento

Cala il sipario sul progetto dell’Ospedale Unico, il sindaco Antonino Coppola ha detto NO

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Col voto del Consiglio Comunale espresso questa mattina (7 voti favorevoli e 4 contrari) tramonta la prospettiva del nuovo Ospedale della Penisola Sorrentina che sarebbe dovuto nascere al posto dell’attuale Distretto Sanitario, ubicazione individuata come idonea da tutte le Amministrazioni Peninsulari co-proponenti il progetto e che la nuova Amministrazione del sindaco Antonino Coppola ha bocciato in virtù di una serie di rilievi di natura urbanistica, proposti con osservazioni al progetto da parte delle associazioni Italia Nostra, WWF Terre del Tirreno, Centro Culturale “M. Crawford” e da un privato. A nulla sono serviti gli appelli anche degli altri Sindaci a rivalutare una decisione che il sindaco Coppola aveva messo nero su bianco sul programma elettorale e che ha ribadito in sede di approvazione delle linee programmatiche di mandato.

Pietro Gnarra

Anche nella maggioranza sono però emerse delle crepe: l’assenza ai lavori del consigliere Pietro Gnarra, primario di chirurgia degli Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina e quindi dipendente dell’Asl Napoli 3 Sud, cioè l’Azienda proponente il progetto del nuovo ospedale, che evidentemente non ha voluto dar adito a una contestazione sul possibile conflitto d’interessi derivante dal ruolo professionale svolto e confliggente con la funzione amministrativa ricoperta, circostanza prevista dalla legge che impone, anche solo in presenza del dubbio, l’obbligo di astenersi dalla partecipazione al dibattito e al voto.

Corrado Fattorusso

Il secondo caso riguarda l’assessore Corrado Fattorusso che, in apertura dei lavori, ha annunciato di doversi allontanare dal consiglio per conflitto d’interessi con l’argomento all’ordine del giorno, circostanza la cui natura non è stata specificata e che, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere la medesima di altri consiglieri che invece hanno partecipato alla votazione.

Restando in materia di possibili conflitti d’interesse l’Opposizione ha sollevato ben tre casi: quello dello stesso sindaco Antonino Coppola e del suo vice Maria Russo, in quanto entrambi dipendenti dell’Asl Napoli 3 Sud, cioè l’azienda presentatrice del progetto del nuovo ospedale, e l’assessore Ester De Maio quale dipendente della Regione Campania, l’ente che ha finanziato l’opera che è stata bocciata anche col suo voto. Situazioni che saranno oggetto di verifiche da parte dei rispetti Enti datori di lavoro come è filtrato dai rispettivi ambienti all’esito della votazione.

Dal canto suo la maggioranza non si è lasciata impressionare dalle contestazioni della minoranza consiliare ed è andata avanti sulla decisione assunta articolando le motivazioni di natura urbanistica che rendevano inaccoglibile la progettualità del nuovo ospedale per come giunta all’esame del consiglio comunale. L’opposizione dal canto suo ha fornito altre interpretazioni sulla medesima materia contestando anche l’accoglibilità dei pareri tecnico-legali chiesti ed espressi dall’avv. Aldo Starace e dall’arch. Alessandro Dal Piaz.

In meno di tre ore di dibattio è stato demolito il progetto dell’Ospedale Unico senza che neanche l’opposizione si premurasse di chiedere al sindaco Coppola informazioni più precise circa una diversa ubicazione dell’Ospedale cui ripetutamente questi aveva fatto cenno nelle scorse settimane ma senza fornire un’indicazione specifica da potersi prendere oggettivamente in considerazione. Ne scaturisce perciò la constatazione che in effetti il sindaco Coppola e la sua maggioranza si sono posti come unico obiettivo quello di chiudere le porte alla realizzazione del nuovo ospedale senza premurarsi di formalizzare una proposta alternativa di cui si è tanto parlato, ma di cui non c’è traccia nei discorsi del primo cittadino. Il problema sanità ospedaliera e salute è stato completamente cancellato dall’analisi del Sindaco che anzi ha denunciato di aver subito addirittura minacce e pressioni per cambiare idea sul progetto e far realizzare l’ospedale. Considerato l’argomento e la gravità della denuncia ufficiale del sindaco sarebbe il caso che venissero circostanziate minacce e pressioni subite a scanso di equivoci o di facili strumentalizzazioni.

Claudio d’Esposito

Coincidenza ha voluto che nel mentre si svolgevano i lavori del consiglio comunale, l’avv. Johnny Pollio, marito dell’Assessore ai LL.PP. del Comune di Piano di Sorrento, Anna Iaccarino, dissertasse in una diretta facebook sulle tante presunte irregolarità progettuali dell’opera in questione, essendo anche un legale del WWF Terre del Tirreno e quindi sicuramente non estraneo alla partita che si è giocata. Valutazioni di natura tecnico-legale che indubbiamente sono servite ad ampliare lo scenario nel quale si è svolta l’intera vicenda, ma che ovviamente necessitano di essere controvalutate per stabilire una volta per tutte quali sono gli ambiti e i limiti d’azione della pubblica amministrazione in materia di pianificazione urbanistica in un’area soggetta al PUT per quanto concerne le opere pubbliche.

C’è da fare una valutazione sugli strenui oppositori di questo progetto che oggi hanno salutato trionfalmente il voto finale e quindi la decisione assunta dal sindaco Antonino Coppola e dalla sua maggioranza di affossare l’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina. Si tratta, evidentemente, di una magra soddisfazione che non tiene in nessun conto il problema salute che ha un valore universale e che, soprattutto dopo la crisi pandemica, dovrebbe trovare tutti uniti dalla stessa parte per migliorare la qualità dell’assistenza e dei servizi sanitari pubblici. Un ospedale è un’opera pubblica, non una speculazione privata delle tante che pure si sono realizzate e si realizzano in Penisola Sorrentina avverso le quali la maggior parte degli oppositori dell’Ospedale Unico non si sono mossi e non si muoveranno. Contro certi interessi la cittadinanza non si mobilita e lascia fare il lavoro sporco forse soltanto al WWF, una sentinella delle malversazioni ai danni del territorio, invisa a quasi tutti gli amministratori locali e ai tanti privati autori di abusi che alla politica chiedono e ottengono sanatorie.

Dire no all’ospedale perchè si abita nei suoi paraggi o perchè un parente o un amico abita lì e non intende “subire” il fastidio della presenza ospedaliera, o perchè fa comodo avere a due passi da casa la sede di lavoro presso il distretto, dimostra soltanto una cosa: ancora una volta gli interessi particolari hanno avuto la meglio su quelli generali perchè sulla realizzazione di quest’opera si sarebbero dovuti consorziare tutti i soggetti coinvolti per portare a compimento l’opera anche superando nel modo corretto le eventuali difformità. Perchè compito della politica è quello di trovare e percorrere le strade utili a conseguire gli obiettivi di generale interesse e non adoperarsi per il fallimento di un’opera la cui realizzazione avrebbe aperto nuove, importanti prospettive alla sanità pubblica sul territorio. Infine la mortificazione inflitta dal consiglio comunale di Sant’Agnello a tutti gli altri comuni ineressati all’opera e alla popolazione dell’intero distretto che non è stata mai tenuta in considerazione in questa vicenda. La prova, per chi ancora ci credeva, che parlare di Unione dei Comuni o di Comune Unico è un puro e semplice esercizio di fantasia quando manca una visione dell’insieme e si vive l’esclusiva dimensione municipalistica!

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