Massalubrense

L’archeologia a Massa Lubrense, un successo l’iniziativa dell’Archeoclub

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di Luigi Poi

Domenica mattina presso il funzionale auditorium del SS.Rosario al Capo di Sorrento si è svolto un importante e qualificato convegno sull’archeologia a Massa Lubrense. Gli interventi si sono focalizzati sui recenti saggi e scavi a Crapolla effettuati dal Dipartimento di Archeologia della Federico II e sui recenti ritrovamenti a Punta Campanella e sull’Isola Isca.
Erano presenti un emozionato Presidente dell’Archeoclub Lubrense, Stefano Ruocco, il suo instancabile vice , professor Domenico Palumbo, gli assessori Massesi Sergio Fiorentino e Sonia Bernardo, il consigliere ingegnere Pietro Di Prisco e tanti appassionati cultori della materia. Molti i giovani. Sappiamo bene che la conservazione del patrimonio storico, culturale, monumentale ed archeologico non è solo un mero impegno morale e non si esaurisce nella sola conservazione delle cose materiali, ma si estende alla salvaguardia della memoria storica di una comunità, alla difesa del patrimonio tramandatoci dagli avi.

E’ inconfutabile che insieme ad un accettabile benessere economico la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico-monumentale e la conservazione della memoria patria sono fondamentali per la coesione di una comunità, la fortificazione del gusto del bello, la difesa dell’ambiente e dei segni del passato,la crescita più sana dei giovani, il miglioramento della qualità della vita.
Massa Lubrense è stata particolarmente beneficiata dalla mano del Creatore e di chi per Lui e dalla saggezza delle generazioni che ci hanno preceduto. Purtroppo non altrettanto felice è stato la mano dell’uomo , in particolare dal dopo guerra, dove la necessità di abitazioni e di servizi più adeguati alle nuove esigenze di vita e l’arrivo del turismo incontrollato hanno messo a dura prova le tracce del passato, e prima ancora l’iconoclastia dei primi Cristiani hanno comportato la distruzione materiale di gran parte del patrimonio etrusco, greco, romano che rendeva famosa ed ammirata la terra di Atene e delle Sirene. Negli anni settanta il capolavoro (si fa per dire!) è stato completato per abbattere dimore storiche e di pregio e scorci panoramici per sostituirli con la costruzione di orripilanti edifici che senza offesa per Scampia sono a quel livello di urbanizzazione. Il Corso Sant’Agata ne è un esempio!

Ma veniamo a noi. Dopo l’intervento introduttivo della professoressa Valentina Russo che ha precisato che già da un decennio sono stati messi i presupposti per una raffinata e doviziosa ricerca archeologica in determinate località costiere di Massa Lubrense sul versante Pestano. Operazione che ora sta incominciando a dare i suoi risultati grazie ad un solido filo rosso tra Università, Soprintendenza, Archeoclub, Amministrazione comunale e la stessa popolazione.
Il successivo intervento della professoressa Bianca Ferrara, sempre del dipartimento di Archeologia classica della Federico, ha puntato l’obiettivo sulla insenatura di Crapolla ed il suo retroterra, chiarendo subito che allo stato delle ricerche non esistono tracce del Tempio di Apollo ma , invece, ci troviamo di fronte ad un sito che per i suoi aspetti culturali e fisici si presenta complesso con un patrimonio “estroverso e nascosto”. Un patrimonio che grazie alle campagne di scavi iniziate nel 2013 ed all’interesse della Soprintendenza Napoletana possiamo oramai considerare come pubblico e tutelato. Si è molto intrattenuta sul sistema di approvvigionamento delle acque, condotte e cisterne asservite agli abitanti non solo della piccola insenatura ma forse ad un abitato posto più in alto. Un patrimonio che va dai “magazzeni“ a edifici romani, da antiche strutture ancora da datare alla Abbazia ed al sistema di guardia che circondava la Torre costiera. Un area fortemente condizionata da una forte caratterizzazione orografica.

Ci troviamo sotto al Monte di Torca che ha sempre evidenziato, nel corso dei secoli, il luogo ideale per il ricovero di barche e vascelli e che per la sua suggestiva bellezza aveva affascinato Norman Douglas e lo stesso Amedeo Maiuri. Entrambi ne hanno lasciato una descrizione affascinante. Scoperta una piccola cripta sottostante l’Abbazia ed anche i resti di un altare maggiore e leggermente più in alto tracce degli alloggi dei monaci benedettini.
L’assessore Fiorentino non ha nascosto il suo sogno: quello di recuperare tutto il patrimonio archeologico per esporlo nei luoghi di provenienza per dare un significato ai ritrovamenti e per valorizzare la vocazione turistica del territorio. Recuperare, conservare e mettere a disposizione del pubblico. Insieme alla sentieristica un pazzesco volano di sviluppo.
La conclusione è spettata al dirigente della soprintendenza  funzionario di zona , il quale ha rivelato i successi della ricerca in corso sull’isolotto di Isca e si è intrattenuto sulla importanza della partnership tra pubblico e privato, sulle nuove vie per meglio gestire il patrimonio storico ed artistico-monumentale. Ha anche chiarito che le ville private sono comunque soggette all’interesse della soprintendenza e che in base a questo principio si è avuto una proficua collaborazione sia da parte dei proprietari dell’Isca che della villa di Puolo.
Con grande sorpresa sono state mostrate foto e rilievi dell’isolotto di Eduardo che mostrano scale, cisterne e due ninfei. Ha anche chiarito che a suo parere non esisteva una villa romana a Punta Campanella in quanto il tracciato della via Minerva raggiungeva l’estrema punta e quindi avrebbe dovuto attraversare la ipotetica villa. Purtroppo le batterie murattiane, la Torre, il faro hanno compromesso la ricerca ma è stata trovata una grotta sottostante il santuario. Importante perché nel mondo antico queste grotte erano a metà tra la vita e la morte e vi si svolgevano molti rituali, aveva quindi una funzione in virtù del culto di Atena. Ha confermato la presenza sul territorio di Massa Lubrense di due dei più antichi santuari dell’antichità: Atene Italica e Le Sirene entrambi a dimostrare il dominio delle città greche sui mari pestano e cumano.

Insomma tanta carne a cuocere ed ancora tanto da scoprire e rivedere. Intanto grazie alla professionalità ed all’impegno del socio, dott. Liberato Gargiulo, è stata sistemata, censita ed archiviata la biblioteca ereditata dal precedente presidente Don Giuseppe Esposito: un lavoro fatto ad opera d’arte e che sarà molto utile anche per i ricercatori ed i laureandi.
Il successo della manifestazione è stato sancito dall’intervento conclusivo del Presidente dell’archeoclub di Massa Lubrense che finalmente sta raccogliendo quanto di buono è stato seminato da tanti anni di impegno e lavoro squisitamente volontario.
La professoressa Valentina Russo ha definito ”meravigliosa” la cooperazione con l’associazione culturale capitanata da Stefano Ruocco. La collaborazione con le studiose della Università di Napoli e con la Soprintendenza potranno dare quei risultati per i quali si erano battuti i suoi predecessori da Don Peppino Esposito a Vallet e finalmente riuscire a realizzare il sogno “Massese”: recupero del patrimonio archeologico e fruizione in loco. L’assessore alla cultura ha mostrato entusiasmo e convinzione. Si sono create una serie di positive combinazioni e di interessi comuni : se non ora quando?

Un commento

  • Pasquale Castellano

    Condivido se non ora quando? Una serie di combinazioni favorevoli: Università, Soprintendenza, Amministrazione, Archeoclub con l’infaticabile Presidente circondato da giovani preparati ed appassionati di archeologia.

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