Piano di Sorrento

Piano alle Urne/ Mario Russo: “Non riuscirete ad amareggiarmi…vi regalerò un piccola noce”

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di Mario Russo*

Qualcuno ha definito indecente trabiccolo la mia vecchia vespa. La cosa é oltremodo oltraggiosa per me. Un mio amico invece, nonostante sia un avversario politico, proprio a riguardo mi ha fatto un complimento che mi ha commosso e che spero non offenda le persone citate. ”La tua Vespa così conciata ma efficace ha il “sapore” del negozio di don Peppe D’Otranto“. Di lavoro fanno i supporter (forse a pagamento oppure servi per istinto) a cui riferisco, se non lo sapessero, che ho anche una macchina del 2001 e che mancano le ante alla mia finestra rossa, quelle di destra guardando la facciata. Le cose, come “crescere”, si fanno piano piano e ognuna ha il proprio destino. E’ lo stesso destino che mi ha fatto rifare il mio portone dopo 40 anni perché mia figlia uscisse come una principessa vestita di bianco.

Lo confesso, allungo con acqua il sapone che sta finendo e butto le carte nei portaombrelli dei bar, fumo il sigaro guidando ed a volte canto ad alta voce vecchie canzoni girando senza meta. Rido di me. Bestemmio Dio e vado a Pompei a piedi. A volte ho il doppiopetto e ancora le mani macchiate di pittura. Scusate se vi impressiona sentirle ruvide e se manca qualche pezzo: l’ho perso lavorando. Ho stretto da bambino sempre mani cosi. Dimenticavo di dirvi che faccio anche la scarpetta per un buon ragù e amo mangiare l’impasto dei panettoni prima di infornarli.
C’é gente che non conosce il valore della dignità pur spendendo tempo ed energie per difendere quella che non hanno mai avuto. Non conoscono la storia del nostro paese e quella della propria famiglia e le persone di cui parlano. Non conoscono il rispetto. Io sono nato in casa, fra gli ultimi della mia generazione. Le nostre case, quelle degli armadi con ancora i vestiti della prima comunione e sul comò le foto dei defunti nello specchio. Ho ancora le pagelle e le letterine di Pasqua e Natale che scrivevo e mettevo sotto al piatto e conserviamo quelle dei nostri figli e anche le loro scarpe da bambini.
“Roba da vecchi” come il profumo di famiglia che ha ogni casa. Un giorno le guarderanno con dolcezza pensando ai grandi passi che hanno fatto nella vita.
Furono quelle le prime volte che salivo più in alto, salivo su una vecchia sedia di paglia, il mio primo palco.

In quei Natale di “trustulilli” e scorze di mandarino veniva per me il momento più bello. Era quando sentivo parlare di storie di guerra del freddo del Carso o quello della Russia. Papà donò 7 anni alla Patria e mio zio fu prigioniero per 4 anni. Aveva partecipato alle ricerche per i nomi dei caduti e tra i promotori del monumento di Piazza delle Rose. “Non dimenticarli” diceva e io non li ho dimenticati. Impara i loro nomi.
In quelle sere diventavo anche io un piccolo soldato a cui donare il calore di una carezza e un bicchiere di vino. D’inverno giro ancora con una noce in tasca. Una noce confusa tra le chiavi e gli spiccioli. Lo facevano i nostri vecchi per la paura di una fame improvvisa. Lo faccio anch’io un poco per nostalgia un poco per scaramanzia. A volte mi cade a terra tirando via qualcosa dalla tasca. Non é vero che non fa rumore una piccola, stupida noce. E’un rumore simile a un ricordo dolce e lancinante, ma anche un monito: sii sempre pronto!
Quando sono stato al Sacrario di Redipuglia e nelle trincee di San Michele io ho pianto per tutti quelli che ha cercato e dato sepoltura Monsignor Michele Massa e per quei 68 caduti della nostra terra morti nel fango e nel fuoco e che, rimasti là, hanno rivisto il labaro della loro terra salutarli ed onorarli. Avevo con me i ricordi e una piccola stupida noce e con essa mi sono sentito ancora più figlio di questa terra e più padre per i miei figli.

Che ne sai di queste cose giovane “supporter”. Tuo padre nonostante sia mio amico non te le ha mai raccontate e io che sono abituato sempre a fare nomi, questa volta non lo farò. Non lo meriti e nemmeno tuo padre. Che ne sai della tramontana sulle impalcature, delle cadute, del caldo di luglio e della polvere dei sabato e domenica, di lavoro, di mutui, delle tasse, dei vicini che devono dormire e di quelli che non ti pagano.
Queste cose le ho scritte per me. Tieniti i tuoi candidati e i tuoi scooter nuovi, ma tieniti lontano anche dalle mie mani e da quelli come me e te lo dico non come una minaccia e non nel senso violento: tieniti lontano dalle mani di chi lavora. Ti lascerò una noce in Piazza domani!”
*Presidente uscente del Consiglio Comunale
Candidato nella lista “Piano nel Cuore”

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