Sant'Agnello

Rosario Lotito (M5S) contro l’ordinanza sindacale che vieta ai cani l’accesso alle aiuole

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Monta la polemica in città per la decisione dell’Amministrazione di “dichiarare guerra” ai cani vietando ai padroni di condurli sulle aiuole. Da alcuni giorni la querelle si era animata sui social e oggi Rosario Lotito, esponente del Movimento 5 Stelle, è intervenuto sull’argomento stigmatizzando la scelta dell’Amministrazione accusata di contravvenire alle disposizioni di legge in materia. Ecco cosa scrive Lotito: “Da qualche giorno nel Comune di Sant’Agnello sono apparsi dei cartelli contenenti una serie di divieti, alcuni condivisibili ed altri meno, come quello di vietare di portare il proprio cane sulle aiuole pubbliche.  A livello nazionale, l’accesso ai cani nei luoghi pubblici è disciplinato dal Regolamento di Polizia Veterinaria, che prevede “l’obbligo di idonea museruola per i cani non condotti al guinzaglio quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico”.

Rosario Lotito

Quindi non vieta assolutamente l’accesso agli animali, in queste aree. Ma nonostante tale regolamento Nazionale il comune di Sant’Agnello ha adottato dei provvedimenti restrittivi atti ad impedire che i proprietari di cani portassero i loro amici pelosi a spasso su aree verdi aperte al pubblico. Ma può essere previsto un divieto generalizzato di accesso ai cani, anche quando sono al seguito del proprietario muniti di guinzaglio o museruola, alle aree verdi pubbliche? A tal riguardo, la risposta al suddetto quesito ci viene data dalle numerose sentenze amministrative che, negli ultimi anni, hanno riguardato casi di altrettante ordinanze comunali emanate dai sindaci per disporre il divieto di introdurre cani nei parchi cittadini. Cito come esempio quella del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio che nel 2016, ha annullato l’ordinanza di un comune che aveva stabilito il divieto assoluto e indiscriminato di accesso dei cani in tutte le aree verdi.

L’ordinanza è stata dichiarata nulla sulla base del fatto che, “il provvedimento del divieto assoluto è sproporzionato rispetto agli altri interessi tutelati ed eccessivamente limitativo della libertà di circolazione delle persone”. Nelle motivazioni del giudice, si rimarcava il fatto che il problema delle deiezioni non raccolte, così come quello dei cani talvolta lasciati liberi o incustoditi, possono essere risolti aumentando i controlli da parte dell’Autorità preposta. Altri esempi simili si possono trovare nella giurisprudenza amministrativa di Lombardia, Veneto, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna. Ora, in qualità di semplice cittadino amante degli animali, chiedo a codesta amministrazione: che fine ha fatto l’area di sgambettamento tanto promessa sita sul parcheggio al di sopra del supermercato NETTO che ancora versa in condizioni pietose? Prima di emettere tali divieti restrittivi avete pensato ad una alternativa? E se si quale? Restiamo in attesa di una eventuale e cortese risposta“.

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