Diario Politico©Raffaele Lauro,  Sorrento

Sulle paventate dimissioni del Sindaco di Sorrento…

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Agorà le ha fatte balenare come un’ipotesi paventata in una riunione di maggioranza dove i toni sarebbero andati un po’ più in là di quelli usuali… Ieri Metropolis ha intervistato Giuseppe Cuomo sull’eventualità, ma dalla bocca del Sindaco la parola dimissioni non è uscita se non dal bravo cronista che ha cercato di cavargliela, ma senza esito! Piuttosto le risposte del Sindaco a Salvatore Dare sono apparse come la solita litania di chi vuol passare per la vittima di complotti inesistenti per nascondere le proprie, evidenti responsabilità nella scadente conduzione politica e amministrativa della Città.

Questo lo diciamo assolutamente senza pregiudizi, ma solo perchè la verità che racconta il Sindaco è una verità di comodo, non quella che emerge dall’esame oggettivo di fatti e misfatti finiti sotto la lente degli inquirenti anche (ma non solo) perchè oggetto di segnalazioni e di qualche denuncia da parte di residuali tutori degli interessi generali che ancora osano professarsi in disaccordo col sistema e a mettere nero su bianco quello che evidentemente rilevano non va per il verso giusto. Piuttosto ci di deve interrogare sulle ragioni per le quali innanzi a tale mole di inchieste aperte l’Autorità Giudiziaria ancora esita ad assumere i conseguenti provvedimenti.

I quali possono essere due: formulare le ipotesi di reato e contestarle agli interessati, oppure archiviare tutto. La terza è quella di lasciar trascorrere il tempo senza che ci siano sviluppi in un senso o nell’altro col risultato che alla fine non si riesce più a capisce chi ha torto e chi ha ragione. Questa potrebbe essere la soluzione più comoda, un po’ come è avvenuto sulla maxi inchiesta sulla Gori di cui periodicamente si è interessata la stampa, senza che ci siano stati esiti giudiziari, per esempio, sulle decine e decine di assunzioni che sarebbero state fatte dalla politica locale oppure sulla situazione dell’inquinamento marino denunciata dal WWF. Sui fatti di Sorrento qualcuno ha anche ipotizzato che l’azione sinergica messa in campo da Mariano Pontecorvo e Giuseppe Cuomo, il primo alzando la voce e additando i presunti responsabili dell’immobilismo amministrativo, il secondo indossando il saio della vittima che però non ci sta a subire le conseguenze di ingiuste interferenze esterne, risponda a un preciso disegno politico utile a superare l’estate in attesa di un rimpasto che ai più sembra l’unica soluzione per uscire almeno momentaneamente dall’angolo!

La prima testa a cadere dovrebbe essere quella della vice sindaco e assessora al turismo Maria Raffaella Cancellieri, utilizzata da Cuomo per dare una spolverata di novità all’esecutivo della prima consiliatura riproposto praticamente tale quale e per soprassedere alla scelta del vice sindaco che metteva in serio imbarazzo Cuomo dovendo decidere tra Raffaele Apreda, Massimo Coppola e Mario Gargiulo chi dovesse essere promosso a numero due dell’Amminstrazione e quindi designato quale successore in pectore. La vice sindaco, a dispetto del prestigioso curriculum regionale e delle troppe aspettative, non ha prodotto granchè nè, soprattutto, è riuscita a far cambiare registro alla Giunta e all’apparato che invece hanno proseguito sulla medesima strada tracciata e in perfetta sintonia con la politica, checchè ne dica Pontecorvo che evidentemente è preoccupato per il rallentamento dell’attività frutto anche della situazione venutasi a creare a causa delle indagini.

Le quali, per la verità, toccano parecchio l’operato dei dirigenti più di quello della politica e quindi se l’ultima iniziativa della Procura è stata di indagare su di loro, sulle nomine e sul turnover che si è registrato, evidentemente è alla ricerca della chiave di lettura appropriata del sistema-Sorrento di cui, a questo punto, è emersa sola la punta di quello che è un iceberg! Nella conferenza stampa del WWF tenutasi sabato a Piano di Sorrento è stato delineato un quadro chiaro della situazione, degli interessi e dei rapporti anche con ambienti malavitosi che la stessa Direzione Antimafia periodicamente addita come direttamente operanti in Costiera, senza mai svelare però se sono state accertate le collusioni rilevate e intercorrenti anche con il livello politico-amministrativo.

La Magistratura, anche per i dossier e le denunce presentate nel corso degli anni, è in possesso di molti elementi sufficienti a inquadrare questa problematica che non riguarda soltanto Sorrento, ma anche gli altri Comuni dell’area peninsulare. Se infine il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare che disegna uno scenario preoccupante, seppure incompleto della situazione, vuol dire che c’è una diffusa percezione del “male” che affligge Sorrento e la Penisola, ma che bisogna avere il coraggio di scoperchiare anche le relazioni con certi contesti che sono in grado ancora di garantire impunità in nome della retorica difesa del buon nome e degli interessi reali della Città. Quello che ancora non si fa o non si vuole fare è una lettura univoca e coerente di questo sistema che pure sta sotto gli occhi di tutti!

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