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Penisola Sorrentina a rischio di trasformarsi nella nuova chinatown

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Chinatown
Chinatown a Milano

Il campanello d’allarme l’hanno suonato soltanto ieri i Commercianti di Piano di Sorrento recatisi in Municipio per chiedere notizie in merito all’imminente apertura su Corso Italia di un esercizio commerciale da parte di imprenditori cinesi e la risposta che gli è stata data è stata più o meno la seguente: “Non ne sappiamo nulla…Quando apriranno faremo i controlli!“. Qualcosa in più, in verità, la sapevano gli stessi commercianti e cioè che il locale fittato ai Cinesi è di proprietà della famiglia dell’Assessore Rossella Russo, circostanza che ha fatto storcere ancora di più il naso a chi dopo la crisi e mentre si comincia a intravedere uno spiraglio di ripresa si ritrova a dover fare i conti con quella che viene considerata una vera e propria fatalità per il commercio, ma anche per l’immagine della cittadina costiera di più antica e consolidata vocazione commerciale.

Abbiamo deciso di approfondire il problema e quello che emerge sembra essere il segnale di una nuova tendenza che, a breve, potrebbe trasformarsi in un incubo non solo per Piano di Sorrento, ma per tutta la Penisola Sorrentina. Che cosa è successo? La “moria” di attività commerciali a Piano di Sorrento e nel resto della Costiera con decine di saracinesche perennemente abbassate ha suscitato la curiosità dell’imprenditoria cinese sempre alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali in quella che ha tutti i caratteri di una vera e propria colonizzazione delle realtà urbane. Sarebbe infatti bastato un fugace viaggio in Penisola per rendersi conto della situazione di crisi del commercio e soprattutto delle tante location chiuse e quelle di prossima chiusura o trasferimento. Presto detto e fatto… Ha preso così via il nuovo business nella terra del turismo facendo affidamento sulla migliore delle credenziali presso i proprietari degli immobili: la disponibilità di denaro da investire. Le pretese sempre piuttosto elevate da parte dei proprietari degli immobili che, una volta chiuse le attività, non riescono più a locare i propri esercizi a nuovi imprenditori locali e italiani, hanno all’improvviso trovato possibilità concrete di essere soddisfatte da questi nuovi interlocutori che possono contare su disponibilità finanziarie praticamente infinite e sulla straordinaria riservatezza con cui sono soliti condurre le trattative e intessere i loro rapporti imprenditoriali.

Qui non si ragiona più neanche nei termini del singolo imprenditore quanto di una comunità cinese che, per muoversi e per accreditarsi, si è affidata a un legale preposto a contattare i tanti proprietari di immobili liberi e disponibili sul mercato o le agenzie immobiliari. Le richieste di fitto, sempre stando alle indiscrezioni, non spaventerebbero per nulla i nuovi commercianti e per i proprietari degli immobili si prospetta così l’opportunità di far cassa dopo un lungo periodo di “vacche magre” destinato altrimenti a perdurare. Oltre alla disponibilità a pagare le cifre richieste a fronte di formali contratti di locazione, questa imprenditoria è in grado di assicurare anche consistenti provviste cash che rendono davvero unica e irrinunciabile la proposta. In questo modo diversi esercizi commerciali sarebbero stati già opzionati sia a Piano di Sorrento, dove il giro sarebbe più ampio, sia negli altri Comuni peninsulari. Addirittura a Piano di Sorrento sarebbe stata trattata la locazione di una grossa struttura commerciale che presto potrebbe rendersi disponibile sul mercato. Insomma una situazione dagli sviluppi imprevedibili alimentata dalle infinite risorse del Paese del Sol Levante e che preoccupa non poco anche il commercio ambulante, quello che anima i mercatini rionali durante l’intero arco della settimana in Penisola Sorrentina.

Commentava un professionista locale che di questo fenomeno è a conoscenza: “...il problema è più serio di quanto si immagini, perchè dopo i prodotti vengono i servizi e con essi anche quelli più particolari legati alla cura della persona, alla massaggeria e affini per cui il rischio è quello di ritrovarsi a fare i conti con gli stessi problemi che vivono le metropoli italiane. Senza considerare che questa imprenditoria cinese è in grado di sviluppare occupazione dando lavoro alla gente del posto e quindi inserendosi a pieno titolo nel sistema economico locale! Dobbiamo tenere sotto controllo il mercato immobiliare commerciale e il suo potenziale sviluppo che possono ben sposarsi con gli interessi di questa imprenditoria cinese e anche con quelli delle holding criminali costantemente alla ricerca di nuovi spazi dove sviluppare le proprie attività. In questo senso la Penisola ha già dei problemi, fa davvero molto gola per cui non possiamo abbassare la guardia sottovalutando i segnali!”.

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