Sorrento

Sorrento, Eduardo Fiorentino: “vendita beni comunali…indignarsi serve a poco!”

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eduardo-fiorentinoSORRENTO – “L’Amministrazione comunale mette in vendita il suo patrimonio immobiliare per rispettare il patto di stabilità? L’indignazione non serve, serviva un cambio di passo alla recente consultazione elettorale. Invece, sappiamo tutti com’è finita: un elettore su due ha di fatto riconosciuto ampia legittimità dell’azione di governo di questa maggioranza, che ha basato la sua campagna elettorale sul bluff della presunta incompatibilità, rivelatasi poi una mega-bufala, di Marco Fiorentino. Oggi, questa stessa maggioranza tradisce la città, mettendo in vendita parte del proprio patrimonio immobiliare per scongiurare il dissesto finanziario. Dovrebbero spiegare ai loro elettori la motivazione di questo provvedimento, alla luce delle notevoli entrate che gode il Comune di Sorrento. Entrate che ci invidiano i centri comunali di mezza Italia…”.
Eduardo Fiorentino, leader di Insieme per Sorrento, si serve del sarcasmo per commentare la decisione del Comune di Sorrento di alienare beni pubblici per un controvalore di 3 milioni di euro.

“Sul provvedimento ho riscontrato tantissima indignazione da parte dei cittadini di Sorrento – spiega Fiorentino – A me spiace, ma serve davvero a poco manifestare disappunto adesso. I rischi di questo modo di governare erano stati ampiamente preannunciati dalla nostra coalizione in sede di campagna elettorale. Non voglio in alcun modo passare per l’oppositore a prescindere, ma non è normale ritrovarsi con un provvedimento del genere a pochissimi mesi dall’inizio del Cuomo-bis. C’è qualcosa che non va. Vendere i gioielli di famiglia dovrebbe rappresentare l’estrema ratio. A questo punto, è lecito chiedere all’amministrazione maggiore trasparenza sullo stato delle casse comunali: noi lo chiediamo da sempre, è il momento che la città partecipi con maggiore attenzione alla vita comunale, perché ci sono atti che, di fatto, rischiano di avere ripercussioni su tutti. E, a volte, a beneficio di pochi…”

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