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Meta, sull’ordine pubblico Tito ha fatto un “copia e incolla”…

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Giuseppe Tito
Giuseppe Tito

META – Quale “rivoluzione” ha fatto il sindaco Giuseppe Tito sul fronte della tutela del decoro e dell’immagine della città? Dopo il gran rumore suscitato dalla campagna mediatica che ha illustrato le iniziative assunte dal primo cittadino in rapporto all’ordinanza N°58 del 10 luglio 2014, abbiamo approfondito la questione valutando il suo operato rispetto a quello della precedente amministrazione per capire la “portata rivoluzionaria” del provvedimento.

Paolo Trapani
Paolo Trapani

A ben vedere, anzi a ben leggere le carte, si è trattato tutt’altro che di una novità perchè l’ordinanza sindacale di Tito ricalca quasi alla lettera (con pochissime differenze) due precedenti ordinanze: la n°57 del 25 giugno 2010 e la n° 65 del 15 luglio 2010 entrambe adottate dall’ex sindaco Paolo Trapani che aveva provveduto a revocare la precedente ordinanza, la n° 59, che risaliva al 26 giugno 1991 e che pertanto era piuttosto datata rispetto ai tempi e ai problemi nel frattempo intercorsi su questo tema caldo per la realtà di Meta.

La “rivoluzione” di Tito, a leggerla attraverso gli atti, presenta addirittura un’anomalia amministrativa: l’ingiustificata revoca di una revoca già revocata da Trapani (quella del 1991) e la revoca delle altre due ordinanze che bastava semplicemente integrare con i nuovi divieti pensati da Tito relativamente al divieto di tuffarsi da moli e scogliere e di danneggiare o spostare la segnaletica stradale. Praticamente l’ordinanza presentata come una rivoluzione è stata, a leggere le carte, un “copia e incolla” di precedenti atti, una forzatura che anche gli uffici avrebbero dovuto rilevare nell’istruttoria dell’atto ai fini di una sua corretta gestione. Il caso è meritevole di attenzione perchè Tito non è un sindaco che arriva sullo scenario metese ex novo visto che da vent’anni vi svolge funzioni amministrative con diversi ruoli. Doveva pertanto essere a conoscenza dell’operato del suo predecessore (avendone dovuto peraltro richiamare i precedenti atti) di cui ha semplicemente confermato una linea d’azione già intrapresa sullo stessa tema caldo. Tanto per ripristinare una verità amministrativa e sensibilizzare il Sindaco sulla qualità del rapporto coi cittadini e con i media.

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