Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

La questione meridionale è la priorità dell’Italia

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di Gaetano Mastellone

mappa dell’evasione

Desidero iniziare l’anno nuovo scrivendo su di un problema irrisolto nel tempo: la questione Meridionale. Da almeno quarant’anni sento parlare, in particolare dai politici, del problema Mezzogiorno d’Italia. “Il coro” aumenta nell’intensità delle voci durante le tante campagne elettorali vissute. Nei prossimi giorni assisterete al fatto che i vari politicanti cercheranno di far leva, ancora una volta, sui nostri disagi di gente del Sud. Vedrete che parleranno, di nuovo, di mezzogiorno, di giovani, di lavoro, di trasporti (forse anche della Circumvesuviana!), di sanità, di turismo e di tante altre cose! Si scandalizzeranno delle loro stesse inefficienze!…

Cos ‘e pazz! Vedrete che poi resteranno sempre, e come sempre, solo promesse. Dal prossimo 26 febbraio 2013, il giorno dopo le prossime elezioni tutto sarà dimenticato! Vorrei che qualche “attento” politico parlamentare mi smentisse! Personalmente reputo che il problema Meridionale sia il problema numero “1” in Italia. C’e’ una speranza per l’Italia? SI, ma solo se si risolve, una volta per tutte, anche il problema del Mezzogiorno. Oltre a risolvere i tanti problemi a noi noti. Come lo si risolve? Unicamente in modo strutturale, con un processo che, purtroppo, creerà diversi anni di difficoltà, e non mettendoci le solite toppe. Si badi bene, che problemi di questo tipo e durata non si risolvono MAI in termini di tempi brevi, ma piuttosto lunghi. Partiamo dalle persone, dai Meridionali. Escludendo ovviamente le “multinazionali meridionali del crimine”, le quattro sorelle mafia-camorra-sacra corona unita-ndrangheta che veleggiano nel benessere, in giro per il “mondo”, Italia del centro-nord compresa, vi sono tantissimi emigrati Italiani di origine meridionale. Vi posso assicurare che questi generalmente appartengono alle classi medie o medio-alte, ed è gente che si dà da fare e riesce in ambienti competitivi ad emergere. Quindi? Quindi in se il problema non sono i Meridionali come singole persone, ma come società. La risoluzione del problema sta nell’abbattere questo sistema. Inutile farlo per via giudiziaria, o repressiva, o con interventi statali di ogni tipo. Ci vuole altro! Partiamo da un dato, l’evasione fiscale. In Campania siamo al 55,3%, in Molise al 50,9%, in Puglia al 52%, in Calabria all’85,3%, in Basilicata al 48,4% e in Sicilia al 63,4%. Nel nord cito la Lombardia al 12,5% ed il Veneto al 19,6%. Iniziamo a lavorare sull’evasione e sulla corruzione. Se poi prendiamo qualsivoglia indicatore economico (PIL, Bilancia commerciale, Occupazione, Valore aggiunto industriale, Residuo fiscale), e lo applichiamo al CENTRO NORD, abbiamo sempre un quadro virtuoso, in linea e talvolta migliore di paesi come la Germania. Perfino i valori di Spesa Pubblica in relazione al PIL in parte di queste aree del nord e’ minore che la media Europea, e la qualità di molti servizi non è disprezzabile. Se facciamo analogo esercizio col SUD, abbiamo un’insieme di indicatori complessivamente peggiori della Grecia, su quasi tutti i fronti. Vediamone qualcuno attingendo dai dati Istat del 2009. La % della componente del Pil dell’Industria in genere: Nord al 5,2% – Sud in negativo del 21,6%. La spesa pubblica complessiva (inclusa la spesa della previdenza) al Nord è del 44%, al Sud del 73%. Le entrate pubbliche (pro-capite) al Nord sono di €. 14.403, al Sud sono di €. 7.967. Il saldo primario dei conti pubblici (differenza fra entrate e uscite, al netto degli interessi, misura di paga e chi riceve nella famiglia Italia) al Nord è di €. 2.353 (+) mentre al Sud è di €. 3.605 (-)! Infine il deficit pubblico (pro-capite) al Nord è positivo di €. 1.185, al Sud è negativo di €. 4.774; al Nord c’è un attivo del 4%, al Sud un deficit del 27,5%. Che commento fare? Situazione drammatica analizzando i dati del 2009, figuriamoci quelli del 2012. Che dire? Il problema èsemplice in sè, come abbiamo visto: il Meridione ha un’economia completamente non competitiva, basata sull’assistenzialismo improduttivo statale da un lato e da un’economia privata del tutto rivolta al mercato interno e ad altissimo tasso di evasione ed irregolarità. Il Mezzogiorno d’Italia è inefficiente ad ogni livello. Da cosa deriva? Sicuramente deriva da una deresponsabilizzazione della società ad ogni livello, dalle classi dirigenti politiche che sprecano soldi pubblici per procurarsi consenso, ad una popolazione che ricerca nella “protezione statale” o nell’economia sommersa, la risoluzione dei propri problemi. Il sistema è feudale e, in ultima analisi, si basa sul concetto “di fottere il prossimo”. Allora bisogna che noi meridionali, gente dotata di grande intelligenza, dobbiamo iniziare ad abbattere un sistema basato sul parassitismo, pretendendo efficienza e responsabilizzando classi dirigenti e popolari. Come?  Capirete che è difficile scriverlo in poche battute, anche se una mia idea risolutiva l’ho ben conservata dentro di me. La prima cosa da fare è cambiare la classe politica meridionale. Lo so che è complicato, ma, cari amici, anche il problema è assai complicato! Bisogna canalizzare meglio l’enorme flusso di denaro che dal Nord va al Sud, dobbiamo pretendere un output di servizi in linea con gli standard del centro nord, dobbiamo sbattere i pugni sul tavolo quando, ad esempio, andiamo al comune o alla provincia e ci comportiamo da “vassalli” perché pensiamo di ottenere dei benefici, che spesso sono nostri diritti. Inoltre essenziale e’ l’introduzione del Federalismo e della responsabilizzazione a tutti i livelli. Questo è il solo modo per rompere “la comunanza di interessi” che hanno oggi tanti cittadini Meridionali. D’altronde l’arrivo degli 80-100 miliardi annui dal Centro Nord si traduce spesso in posti di lavoro o pensioni assistenziali fasulle, o sprechi che ingrassano il tessuto economico locale privato, ma che indirettamente creano benefici anche al resto dell’economia locale, che in questo modo è spinta a non migliorare o rendersi più efficiente e competitiva. E’ il gatto che si morde la coda.  Pensate che il sistema è talmente marcio e cristallizzato, che non si riescono neanche a spendere, da anni ed anni, i denari dei finanziamenti europei. Ora mi domanderete, ma tagliare gli sprechi non impatterebbe sul PIL meridionale e favorirebbe l’emigrazione massiccia verso Nord? La risposta è: certamente si, almeno inizialmente. Un sistema che riduca le Spese Pubbliche improduttive e contestualmente premi le categorie produttive (imprese, lavoratori, etc) con riduzioni di pressione fiscale, darebbe vantaggi immediati al Nord. Ciò, però, favorirebbe una trasformazione dell’economia meridionale, e quindi della società, visto che il sistema feudale non reggerebbe più e tutti i meccanismi di conservazione, inevitabilmente salterebbero. Dopo un travagliato periodo di transizione, l’economia meridionale, risanata, si rimetterebbe a correre e ad essere competitiva. Questo modo di “essere e di fare” credo sia l’unica possibilità per dare un qualche futuro alle giovanissime generazioni meridionali, ma anche Italiane. Oltre al Federalismo, ed alla forte riduzione dell’assistenzialismo e degli sprechi, reputo essenziale l’introduzione delle gabbie salariali, sia nel pubblico che nel privato, per far attirare imprese.  Lo Stato dovra’ essere poi inflessibile su un concetto basilare: chi sbaglia, paga; al tempo stesso dovrà invece premiare le realtà che migliorano l’efficienza con investimenti crescenti. Da ultimo, ma non ultimo, una serrata lotta alla criminalità attraverso un aumento degli uomini delle forse dell’ordine sulla strada che devono avere “soldi” e “mezzi” in quanto non possono inseguire i criminali non avendo la benzina nelle loro auto! Termino asserendo che è difficile fare ciò, però vi domando c’è altra strada da percorrere?

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