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Meta e la crisi della giunta-Trapani

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Paolo Trapani

META – La giunta Trapani cade a pezzi. Basta guardare agli ultimi avvenimenti per convincersi che non è più possibile considerare maggioranza il gruppo del sindaco Paolo Trapani dove sono cominciati a fiorire tante formazioni autonome. A cominciare dall’iniziativa dell’assessore Giuseppe Tito che ha dato vita al gruppo “Meta prima di tutto” con quattro esponenti della maggioranza che praticamente hanno preso le distanze dal primo cittadino. Subito dopo si è registrata la revoca dell’Assessore Di Capua e oggi due esponenti della maggioranza, il vice sindaco Raffaele Russo e il vice presidente del Consiglio Comunale Luciano Maresca hanno formalizzato la loro adesione all’UdC, praticamente a un gruppo di minoranza.

Antonella Viggiano

Un’adesione spontanea che, in parte ha colto di sorpresa gli esponenti dell’UdC metese. Spiega Antonella Viggiano: “Tale gradita adesione è avvenuta in maniera del tutto autonoma da parte dei due (ormai ex) esponenti della maggioranza metese, senza alcun contatto preliminare con me né con il segretario locale del partito, ing. Tobia Cafiero, che ha appreso la notizia soltanto nel momento in cui gli chiedevo se vi fosse stata una concertazione con lui a monte di tale scelta. Nutro rispetto e stima personale sia per il Vicesindaco che per il Vicepresidente e non posso che accogliere favorevolmente l’ampliamento del gruppo consiliare che rappresento. Tuttavia, viste anche le inusuali modalità di adesione da parte di due esponenti della maggioranza  ad un progetto politico che è a questa alternativo, ritengo vada fatta immediata chiarezza“. Si apre praticamente una verifica interna all’UdC che, come ribadiscono i vertici locali, resta all’opposizione e lavora a un progetto politico-amministrativo alternativo rispetto a quello di Trapani. “In questo momento di generale diffidenza nei confronti della politica, di disincanto e di disaffezione da parte di tanti cittadini delusi da un diffusa perdita dei valori,  occorre più che mai dare esempio  di correttezza istituzionale, di onestà intellettuale e di linearità di comportamento: in sintesi bisogna essere credibili. In mancanza, quindi, di convergenze su programmi e scelte, la mia collocazione in consiglio comunale è e resta in minoranza, così come gli elettori hanno deciso con il loro voto, e continua a sedere tra i banchi della minoranza il gruppo politico che rappresento, come ratificato dai vertici del partito all’atto della sua costituzione“.
E’ evidente a questo punto che l’adesione da parte dei due consiglieri al gruppo dell’UDC “…potrà avere un senso compiuto solo se è il frutto di un sincera determinazione ad aderire ad un progetto alternativo a quello dell’ attuale maggioranza e dovrà tramutarsi in atti consequenziali di presa di distanza dalle sue scelte non condivisibili. Se è il frutto di una strategia politica di adescamento, un tentativo in extrema ratio di salvare una amministrazione che annaspa, messa in campo dal solito stratega della politica metese, allora il progetto è destinato ad un rapido e rovinoso epilogo, ma sinceramente non credo che i due esponenti della maggioranza si sarebbero prestati a tanto”.

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