Campania,  Massalubrense

A Massalubrense l’IdV denuncia la devastazione del Vervece

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Foto di Franco Banfi

MASSALUBRENSE – “E’ sconcertante la devastazione della parete rocciosa compresa tra la barimetrica di 0 e 13 metri, ormai priva di qualsiasi forma di vita. Nonostante le nostre iniziative parlamentari, le denunce delle associazioni ambientaliste, dei centri diving e le recenti operazioni della Capitaneria di Porto che hanno portato anche ad arresti, i datterari hanno continuato nell’opera di distruzione del Vervece”. E’ quanto affermano in una nota congiunta il deputato dell’Italia dei Valori Antonio Palagiano e l’avvocato Giovanni Antonetti, coordinatore Idv della penisola sorrentina.

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E’ stata definitivamente deturpata, infatti, parte della flora e fauna marina dello scoglio del Vervece (detto anche scoglio della Madonnina). A salvare l’ecosistema compreso nella zona “A” dell’area naturale marina protetta denominata “Punta Campanella” – istituita il 12 dicembre 1997 con decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – non sono stati sufficienti gli interventi della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia e le numerose interrogazioni parlamentari dell’on. Palagiano. “I subacquei ci hanno riferito che, anche dopo i blitz, hanno continuato a ritrovare, durante le immersioni, vari strumenti (martelli, pinze, retini, cime, aste e fiocine di fucili) utilizzati dai pescatori di frodo ed abbandonati dagli stessi, probabilmente, anche a scopo provocatorio, a dimostrazione che l’attività di distruzione è continuata almeno fino alla metà di agosto ed è tutt’ora in corso. Soprattutto ora che si avvicinano le festività natalizie occorrono ancora maggiori controlli ed è indispensabile, pertanto, potenziare le dotazioni della Guardia Costiera, affinchè possano essere effettuati anche pattugliamenti notturni, così come occorre istituire un servizio di videosorveglianza nelle aree a rischio che consenta un immediato intervento delle forze dell’ordine. E’ necessaria, infine, una maggiore sinergia, fatta di ascolto e collaborazione, con i centri diving e le associazioni di subacquei che quotidianamente, nel rispetto delle leggi, sono le migliori sentinelle che sono in grado di avvertire immediatamente le autorità competenti delle attività illegali in atto“.
Siamo certi che, con uno sforzo comune ed unitario – concludono gli esponenti dipietristi – si riuscirà ad effettuare un più capillare monitoraggio dell’area teso alla prevenzione ed alla tutela delle tante altre pareti sommerse del parco ancora intatte, quali lo scoglio Penna, l’isolotto dell’Isca, lo scoglio di Vetara e lo Zaffiro: aree splendide ed ancora ricche di biodiversità”.

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