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L’On. Luisa Bossa scrive a Fini sullo “SquilloGame”

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On. Luisa Bossa (PD)

ROMA – L’On. Luisa Bossa del PD scrive al Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini per sollecitare un intervento sul Presidente del Consiglio atto a bloccare la vendita di un nuovo gioco: www.squillogame.com che sfrutta il tema del sesso, della prostituzione e della droga. Pubblichiamo lo spot incriminato.

http://www.squillogame.com/?page_id=276

Gentile Presidente,
è con forte preoccupazione e sentito sgomento che Le chiediamo di intervenire urgentemente presso il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri competenti per materia, affinché venga rimosso ed oscurato lo spot pubblicitario presente sul sito www.squillogame.com, nonché si impedisca la vendita del gioco, prevista a partire dal 1 novembre p.v…

Il citato sito, sfruttando la dimensione ludica, manifesta chiaramente messaggi che offendono il pubblico pudore, la tutela del buon costume e della pubblica decenza attraverso l’incitamento a comportamenti relativi alla sfera sessuale, ma sono soprattutto idonei a porre in essere l’istigazione alla mercificazione del corpo femminile, alla vendita di organi umani, all’uso di eroina e di antidepressivi, a pratiche sessuali disumane, quali roditori che si cibano di parti intime femminili. Sussistono, pertanto, numerosi profili di censurabilità e di contrasto con i principi e le norme del nostro ordinamento, che suscitano anche sdegno morale e minano le basilari regole della convivenza civile e del rispetto della dignità femminile.
Pur essendo il sito riservato ai maggiori di anni 18, non vi sono reali sistemi di protezione per i minori in quanto si richiede solamente l’affermazione di essere maggiorenni, violando il pacifico e riconosciuto requisito in tema di pornografia che impone che il sito sia chiaramente riconoscibile da terzi come sito offerente immagini e contenuti a sfondo sessuale e pornografico.
Appare quindi particolarmente subdolo l’utilizzo del termine “gioco”in quanto la dinamica premiale evoca la fattispecie di istigazione a delinquere e/o di apologia del reato di cui all’articolo 414 c.p., in quanto esalta gravi reati, come lo sfruttamento e l’induzione alla prostituzione (incriminati dall’articolo 3 della legge n. 75 del 1958), l’omicidio (articolo 575 codice penale), la vendita di organi (vietata dalla 458 del 1967, richiamata anche dalla recente legge n. 167 del 2012) e lo spaccio di stupefacenti (DPR n. 309/90), quali mezzi idonei per poter vincere il gioco in oggetto.
Si tratta di un card game, in vendita dal 1 novembre p.v., ma attualmente in fase di prevendita ed oggetto di una pagina dedicata in uno dei più importanti social network, che è testualmente presentato come “il primo gioco di carte dedicato allo sfruttamento della prostituzione”. Il giocatore ricopre il ruolo di sfruttatore ed accumula punteggi, per esempio, dall’uccisione e conseguente vendita di organi delle donne. Nel momento in cui si scrive, sembra non sia possibile procedere al pagamento, quindi la prevendita potrebbe non essere ancora avvenuta; tuttavia si ritiene idoneo un controllo a riguardo e nel caso il ritiro dei lotti venduti attraverso la tracciabilità delle carte di credito.
Inoltre, la visualizzazione del sito promozionale e dello spot da parte di una platea potenzialmente illimitata di fruitori reca in sé il rischio che i contenuti ed i messaggi di tale gioco raggiungano tutti i soggetti, anche minorenni, prescindendo dalla capacità di discernimento tra ciò che è lecito e ciò che è illecito.
Non ultimo, nel rispetto della libertà religiosa costituzionalmente garantita, si ravvisa un’offesa al credo religioso nella parte in cui lo spot reca la seguente affermazione “il semplice fatto che qualcuno abbia potuto non solo concepire questo gioco, ma addirittura produrlo e metterlo in vendita è la prova che Dio non esiste”.
Per queste motivazioni, giuridiche e di merito, come sopra esposto, chiediamo la rimozione dello spot e l’oscuramento del sito www.squillogame.com, nonché l’inibizione della vendita del gioco, al fine di evitare una censura a posteriori e che siti come quelli in oggetto possano diventare pubblici. Ringraziando per l’attenzione prestata e in attesa di un cortese riscontro.

Luisa Bossa

 

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