Sant'Agnello

Su Agorà la sanità sorrentina nel mirino della Magistratura

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Ospedale “S.M. La Misericordia”

Il settimanale Agorà, da oggi nelle edicole, dedica l’apertura al caso-Stinga, la cinquantenne di Sorrento deceduta all’Ospedale “S.M. della Misericordia” a seguito di un ricovero urgente dopo che il figlio ha trovato la madre riversa in terra nel suo appartamento, nel sangue e priva di coscienza. Agorà ricostruisce la vicenda indicando anche i nomi degli otto sanitari destinatari dell’avviso di garanzia (Paolo Zamparelli, Salvatore Bianco, Salvatore Aprea, Maurizio D’Antonio di mediciana generale; Antonio Bianco anestesista; Rosanna Galasso del Pronto Soccorso; il radiologo Matteo Losco; il chirurgo Raffaele Federico) evidenziando che trattasi di un atto necessario per consentirgli di nominare il proprio difensore e un perito di fiducia per partecipare all’autopsia della donna. Quindi un passaggio a tutela dei medici che certamente dovranno chiarire alcune circostanze che, stando a quanto rivelato dalle cronache, hanno destato più di qualche perplessità: per esempio la dimissione della donna con una prognosi di 8 giorni che si è poi tradotta, quasi contemporaneamente, nel suo decesso…

Al di là del fatto di cronaca legato a questa triste vicenda, Agorà apre uno spaccato inedito sul nosocomio sorrentino dove oltre alle indagini della Polizia di Stato sul caso-Stinga, sono in corso accertamenti su un’altra morte sospetta, quella di una donna avvenuta circa un anno fa. La notizia che però maggiormente desta sorpresa riguarda le domande di trasferimento presentate da parte di circa 10 anestesisti per cambiare sede di lavoro, alcuni dei quali anche residenti a Sorrento. Circostanza a dir poco inusuale per numero di sanitari coinvolti e per la richiesta di trasferimenti presso presidi sanitari lontani dal proprio domicilio. Una vicenda che per troppo tempo è passata inosservata, ma che sicuramente ha finito con l’incidere sul funzionamento del reparto di rianimazione.

Dr.ssa De Falco e Dr. A. Coppola

A onor del vero su questo blog a suo tempo evidenziammo quest’anomalia, ma mancavano ancora molti tasselli che, in seguito, si sono aggiunti e su cui, oltre alle indagini interne e della Magistratura, ha deciso di vederci chiarlo anche il neo-presidente della Commissione Errori nella Sanità, l’On. Antonio Palagiano. Addirittura nel reparto di rianimazione si sarebbe consumata una guerra all’arma bianca che avrebbe coinvolto in particolare due sanitari, il primario Tilde De Falco e l’anestesista Antonio Coppola (consigliere comunale a Sant’Agnello) risoltasi con denunce alla Procura, accertamenti interni, provvedimenti disciplinari e il trasferimento da Sorrento del Dr. Coppola. Una vicenda che qualche bene informato ha definito “semplicemente sconcertante” e che presenterebbe anche altri aspetti che hanno letteralmente “terremotato” la rianimazione sorrentina.

La denuncia di A. Coppola su Agorà del 2 dic. 2010

Con le rivelazioni di Agorà e le indagini avviate si potrà far luce sui diversi casi sollevati e sulla crescente domanda di buona sanità da parte dell’utenza. Andando a ritroso con la memoria si ricorda anche una denuncia che a suo tempo fu fatta sulla stampa da parte proprio dell’anestesista Antonio Coppola ai danni di un collega del Pronto Soccorso oltre che di consiglio comunale, il dr. Pietro Gnarra, accusato da Coppola di far politica attraverso i ricoveri ospedalieri. Una vicenda che fu portata alla ribalta proprio dal settimanale Agorà che pubblicò con grande evidenza l’attacco di Coppola con la richiesta addirittura di una commissione d’inchiesta. Sulla base delle indagini che ne seguirono, a detta del Dr. Gnarra, non fu accertato alcunchè a suo carico. La vicenda non è confinabile nell’ambito stretto di una “contesa sanitaria“, ma si è colorata di politica anche per l’abnorme presenza nelle due strutture ospedaliere peninsulari, Vico Equense e Sorrento, di medici che fanno anche i politici e gli amministratori comunali. Circostanza che sullo stesso Agorà oggi in edicola viene richiamata dall’ex sindaco di Sant’Agnello, Gian Michele Orlando, che circostanzia il problema con parole che sicuramente meriterebbero un approfodimento: “…Se poi vogliamo parlare di incompatibilità professionale con la carica disindaco, ritengo che un medico che lavori in un ospedale pubblico ne abbia molte più di me atteso che la sanità pubblica è purtroppo gestita interamente dalla politica: penso agli innumerevoli incontri che si tenevano sul Comune di Sant’Agnello con i vertici dell’Asl nei quali si parlava di sanità pubblica, si parlava di ospedali, si decideva su organizzazione, servizi, personale e dirigienti di un sistema del quale faceva parte proprio lo stesso sindaco (Sagristani, ndr). Se non è questa incompatibilità professionale“. Se consultiamo le cronache dell’epoca e anche qualche articolo pubblicato su questo blog, rileviamo che i summit sulla sanità tra l’allora direttore generale Gennaro D’Auria (oggi sotto inchiesta per molteplici irregolarità commesse nella sua gestione dell’Asl Napoli 3 Sud insieme al suo più stretto collaboratore Pino Porcaro) erano frequenti e vedevano protagonisti i personaggi dell’attuale querelle politico-sanitaria.

Maurizio D’Amora

E’ ancora fresco il ricordo delle “promozioni d’autorità” operate da D’Auria in favore di diversi sanitari, fra cui anche Antonio Coppola e celebrate addirittura con una festa in ristorante, e poi revocate per i ricorsi presentati da medici che erano stati lesi dalle determinazioni assunte assolutamente a titolo discrezionale da parte dell’allora direttore generale. Una stagione politico-sanitaria che ha provocato disfunzioni e condizionamenti in diversi ambiti su cui è opportuno far luce per tutta una serie di problematiche che ancora incidono sulla gestione della sanità in Costiera. Insomma la morte di una donna, con le contraddizioni che sono emerse, hanno prodotto l’effetto di terremoto nella sanità pubblica peninsulare su cui l’attuale direttore generale, Maurizio D’Amora, sicuramente dovrà procedere a verifiche a 360 gradi. La sanità resta purtroppo un terreno d’azione privilegiato per una certa politica che oggi sta espletando l’ultimo tentativo di affermare un potere assoluto e trasversale rispetto agli interessi diffusi delle comunità locali.

Un commento

  • giovanni

    ma coppola è stato trasferito con un provvedimento disciplinare per cose che ha fatto. ditele per bene le cose, perchè si tratta di una storia molto, ma molto particolare che la politica finge di non sapere e i giornalisti fanno altrettanto. mi chiedo perchè?

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