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Rosario Fiorentino appello in “soccorso” del prof. Marotta

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Gerardo Marotta

Da Sorrento ci pensa Rosario Fiorentino, presidente della Commissione Comunale Trasparenza, a correre in soccorso del Prof. Gerardo Marotta e dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli sotto sfratto dalla storica sede. Una vicenda sicuramente emblematica di quale considerazione goda oggi la cultura da parte delle Istituzioni, pronte a finanziare pseudo-evento artistico-culturali piuttosto che preservare un patrimonio straordinario di storia e cultura cui il prof. Marotta ha dedicato gran parte della propria vita di uomo e di studioso. A seguire il testo dell’appello di Fiorentino cui aderiamo e che sottoscriviamo in pieno.

Al sig. Sindaco di Sorrento
Al sig. Sindaco del Comune di Napoli
Al sig. Presidente della Giunta della Regione Campania on. le  Caldoro
Al sig. Presidente della Commissione  dei Beni confiscati alle mafie on. le Antonio Amato Reg. Campania
Al sig. Prefetto di Napoli
Al Referente regionale dell’associazione Libera

Quei libri, ultima ancora di salvezza per un popolo alla deriva….

Il sottoscritto Rosario Fiorentino nella veste istituzionale di consigliere comunale e Presidente della Commissione Trasparenza al Comune di Sorrento ritiene doveroso rappresentare quanto segue.
Da giorni sui media, sulla stampa nazionale, su blog e siti vari, dilagano l’immagine mortificante e le dolenti parole dell’avv. Gerardo Marotta che, alla veneranda età di 85 anni, guarda con animo rassegnato i 300.000 volumi dell’Istituto per gli Studi filosofici di Napoli, da lui fondato, venire impacchettati grossolanamente in scatoloni “da trasloco” per essere condotti in un capannone di Casoria, sottratti alla libera disponibilità di studenti e ricercatori, ultima frontiera dell’impegno e dello studio di chi spera in un futuro migliore.
Questo perché la Regione Campania ha annullato una delibera che prevedeva l’installazione di una biblioteca ove conservare i volumi e perchè il Governo centrale ha tagliato ogni tipo di finanziamento che possa continuare a tenere attivo l’Istituto. Non è bastato l’impegno personale ed umano dell’Avv. Marotta, i debiti contratti, i sacrifici economici e morali, come quelli che si fanno  per crescere un figlio, dopo averlo messo al mondo e sostenuto con tanti sacrifici.
Un patrimonio di libri, quello conservato presso l’Istituto, definito dall’Unesco “bene fondamentale per l’umanità”, che ora viene smantellato nel silenzio totale…Una biblioteca che custodisce il necessario per recuperare la memoria del Mezzogiorno, ormai andata persa, ultimo luogo ove si possa coltivare la speranza di ricreare quella classe dirigente, quella classe intellettuale, nutrita dallo studio, dal valore della parola e della filosofia, che ha reso anticamente grande il Mezzogiorno, reso la Repubblica napoletana un modello per il mondo intero. Tutto questo viene trasferito in un capannone, quasi come materiale da scartare e abbandonare. Ma l’immagine più desolante, quella che emerge con forza, è quella di un’evidente volontà del sistema politico nazionale e regionale che con non forza dichiara così di non volere che si riformi una società illuminata, di non volere che i giovani laureati, i tanti studenti  ma anche semplici cittadini trovino tra quelle pagine una luce che possa illuminare la strada tra le brutture della Napoli di oggi, della Campania degli scandali dei rifiuti e della camorra e malaffare dilagante : la volontà di volere una massa inerte rassegnata, non ispirata, abbandonata alle sue paure e attaccata alle sue misere certezze. Insomma, facile da controllare, da gestire in modo indolore. Ciò che fa ancora più male è proprio l’immagine di questi poveri libri che passano dalla cura e dall’ attenzione di chi negli anni li ha cullati come bambini, allo spazio angusto di uno scatolo e ad un     destino di polvere e poi di macero che sicuramente li aspetta se qualcuno non farà qualcosa. Quelle pagine…quelle pagine che conservano le parole, le speranze e i sogni di chi le ha pensate…uomini a cui non è bastato pensarle…non è bastato farne parte solo una ristretta cerchia di amici e di estimatori, ma che aveva il desiderio di mandarle lontano, di condividerle con quante più persone, di mandare un messaggio di speranza per il futuro alle generazioni che non ancora non c’erano …imprimendole per sempre su carta…con la speranza che questo pensiero arrivasse oltre il tempo…potesse illuminare una società, intera, o anche un solo uomo. Ecco è proprio questa speranza, di grandi uomini del passato, questa fiducia nel futuro che viene da lontano, da oltre 2000 anni, che dovrebbe essere il monito per la società civile che giustamente insorge, ma ancora di più per la classe dirigente.. le Istituzioni .il dovere di tenere vivo il legame tra passato, presente futuro, il legame del sapere, della memoria storica, delle conoscenze  salvando quei libri e quel libero arbitrio che i giovani possono scegliere di esercitare con l’abnegazione e lo studio più proficuo.
Tanti Comuni, campani ma anche di altre Regioni, si stanno offrendo di destinare locali per ospitare degnamente i tanti libri. Ma è la Regione Campania, è il Comune di Napoli che deve alzarsi, cogliendo questa inaspettata occasione di riscattarsi dai tanti casi di malgoverno perpetrato a danno della società civile e dei giovani.
Si parla così tanto di “iniziative contro il sistema della camorra”, si riempiono i teatri per la presentazione di libri contro la criminalità organizzata, ma se queste amministrazioni non sono in grado di destinare uno dei tanti beni confiscati alla camorra per ospitare nel cuore della città i 300,000 volumi vuol dire che è proprio quella legalità, che sta nella scelta consapevole e illuminata della società da costruire, che si  manifesta anche all’interno della cabina elettorale che intendono contrastare.
Ora aspettiamo un gesto, una piccola luce, che manifesti la speranza che questa bruttura perpetrata ai danni della cultura sia prossima a finire.

«A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana».
[Alda Merini, La vita facile]

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