Diario Politico©Raffaele Lauro,  Piano di Sorrento

Piano di Sorrento, parla il Sindaco Giovanni Ruggiero

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Giovanni Ruggiero

PIANO DI SORRENTO – All’indomani dei tragici fatti di Brindisi che, come uomo di scuola oltre che genitore e sindaco, l’hanno particolarmente colpito, Giovanni Ruggiero rompe il silenzio per fare il punto sulla situazione politica e amministrativa a Piano di Sorrento e per fugare i dubbi su una sua presunta indisponibilità a confrontarsi con i media.
Il primo pensiero corre però “…a Melissa vittima dell’attentanto di Brindisi, alle sue compagne e alla sua famiglia, a quella comunità cittadina e scolastica sconvolte da questi fatti in coincidenza con i vent’anni della strage di Capaci e di altre morti innocenti di cui resta viva la memoria e il senso del loro impegno civico. E poi la tragedia del sisma in Emilia Romagna, con altre vittime innocenti e danni per migliaia di famiglie: anche a loro vanno il mio pensiero e la mia solidarietà”.

Sindaco, la stampa sembra aver concentrato la propria attenzione sulla sua Città e non si può nascondere una certa resistenza a dare spiegazioni su fatti e circostanze che, almeno sulla carta, non possono lasciare indifferenti.

“Se dovessi star dietro a tutto quello che si dice e si scrive, a ragione o a torto, sicuramente non potrei più assolvere al mio compito di sindaco e al dovere principale che ho: quello di amministrare il Paese. Questo però non significa indisponibilità al confronto. Piuttosto la mia è una visione diversa con la quale approccio i problemi di ogni giorno.
Anzi voglio partire propria da qui, dalla quotidianità, per evidenziare che proprio perché coltivo un contatto e un confronto quotidiano con i cittadini mi accorgo che le gravi difficoltà che stiamo vivendo per la crisi economica, per il disagio sociale sempre più forte, per la disoccupazione e per il riaffacciarsi di gravi episodi di violenza con cui pensavamo di non dover più confrontarci, sconsigliano di partecipare al teatrino della politica parlata e gridata e di cui, mi si creda, la gente è stanca! Vuoi perché indifferente alle chiacchiere che si fanno, vuoi perché incapace di distinguere il vero dal falso vittima com’è di un bombardamento costante di notizie, vuoi perché se ne dicono e se ne raccontano di tutti i colori al punto che effettivamente si rischia la saturazione e in qualche caso il ridicolo! Se volessi inseguire tutte le discussioni che si fanno non è detto che qualcuno non si senta in dovere di richiamarmi e di ricordarmi che non stato eletto per scimmiottare la politica nazionale dove si parla e si produce poco rispetto ai problemi e ai drammi di ogni giorno, una politica sulla quale sta montando una crescente e preoccupante disaffezione popolare su cui dovremmo riflettere assumendo comportamenti responsabili”.

E allora?

Sono fermamente convito che la migliore risposta proviene dal lavoro che facciamo: è quello il vero riscontro che diamo ai cittadini i quali, torno a ribadirlo, non ci eleggono per alimentare un pettegolezzo mediatico che, a lungo andare, si esaurisce in sé stesso senza riuscire a dare le risposte giuste a chi le aspetta. Quindi: rispetto per le idee e per il lavoro di tutti, purché tesi e preconcetti non vengano usati al solo fine di screditare le persone e il loro operato. Se ho pensato di querelare qualcuno per l’accostamento che è stato fatto tra Piano di Sorrento, la camorra e certi poteri indefiniti è proprio perché non posso assolutamente accettare che nell’opinione pubblica e sui media passi questo concetto riferito alla nostra Città e che, per quanto ci riguarda, non ha alcun fondamento.
Con ciò non nego che questi problemi non esistano e che questi interessi non operino ovunque! Sta di fatto, però, che non appena sono stati sollevati dubbi o perplessità su alcune questioni ci siamo subito mossi, abbiamo inoltrato le pratiche ai Carabinieri, mi sono personalmente recato dal Prefetto di Napoli per confrontarmi su questioni delicate, senza mai nascondermi e dimostrando di saper tenere nella giusta considerazione legittime preoccupazioni, senza per questo dar adito, in qualche caso, a infondate illazioni!
A tutto però ci dev’essere un limite e compito di un Sindaco è anche quello di difendere il buon nome del proprio Paese quando sa di avere la coscienza a posto, facendosi carico delle proprie responsabilità, senza tirarsi in dietro rispetto alle verifiche, sapendo infine di guidare un’Amministrazione sana e dove non ci sono assolutamente problemi di questo tipo fra le persone che la compongono.
Del resto è la stessa Opposizione che ha sollecitato una presa di posizione congiunta a difesa del buon nome della nostra Città. Nella riunione informale del consiglio che abbiamo tenuto qualche giorno fa per fare ulteriori approfondimenti sui temi considerati scottanti, per trovare le strade migliori e condivise senza compromettere il lavoro di chicchessia e sempre salvaguardando gli interessi della pubblica amministrazione, è stato proprio il consigliere Vincenzo Parlato, ad un certo punto, a invitarci a uscire all’esterno con una voce unica per il buon nome di Piano di Sorrento. L’ho molto apprezzato perché conferma l’esistenza di una sensibilità che non dovremmo mai smarrire anche nella diversità dei ruoli che ricopriamo e degli obiettivi che perseguiamo.

Sindaco, quindi con l’Opposizione si può anche dialogare?

Nell’opposizione ci sono più anime: una collaborazionista, aperta al confronto e alla verifica di idee e progetti, che non significa rinunciare alle proprie posizioni, ma di volerle confrontare senza pregiudizi. Un’altra che potremmo definire dialettica e con quel pizzico di opportunismo che serve a mantenere aperto un dialogo: anche se c’è bisogno di essere coerenti in questa posizione se si vuole restare credibili. Infine un’anima distruttiva che gioca una partita pregiudizialmente aggressiva e che fa ricorso allo strumento della denuncia e dell’informazione strumentale per confondere le idee, soprattutto per creare timori e, in ultima analisi, per provocare l’immobilismo amministrativo. Se cadiamo in questo gioco perverso allora non facciamo quello che ci compete, cioè amministrare Piano di Sorrento.
Per questo torno a ribadire che difendo la dignità dell’Amministrazione comunale oltre che mia personale e dei miei collaboratori nei confronti di chi persegue obiettivi che, a mio giudizio, ledono questi interessi generali. Del resto per noi, come per tanti altri, parla la storia umana e personale, anche di un gruppo consiliare che chiaramente è cambiato rispetto ai miei primi cinque anni di governo, ma che sicuramente ha dalla sua la volontà e il senso di responsabilità di dimostrarsi all’altezza del compito.

Qual è il suo giudizio sul lavoro della squadra?

I miei Assessori e Consiglieri hanno autonomia nei confronti dei settori affidatigli e nei limiti delle proprie prerogative. Per questo devono lavorare molto di più di quanto non hanno fatto finora! Lo dico senza mezzi termini e il mio impegno è proprio quello di fare in modo che ciascuno assolva al proprio compito dedicando più tempo, più energie al lavoro in Comune e sviluppando più proposte sulle quali non esiteremo a confrontarci internamente, con l’opposizione, con il paese.  Per questo li sollecito ancora una volta ed energicamente a fare la parte che gli compete: solo così  possiamo contraddire chi vuole delegittimarci o infangare il nostro lavoro.
Con questo voglio anche ribadire che mi sto adoperando affinché questa nuova classe dirigente si formi sul campo, sappia essere preparata a fare la parte che gli spetta…ma al momento debito, perché credo che sia assolutamente precoce e fuori luogo, anche rispetto all’opinione pubblica, dar vita a contese per la successione quando mancano 4 anni alla scadenza del mio mandato. Forse si è persa di vista anche un’altra circostanza e cioè che da oltre vent’anni mancava a Piano un sindaco alla guida del Comune per due mandati consecutivi. Ovviamente  è legittimo che anch’io mi guardi intorno, perché non intendo far mancare, anche in futuro, il mio servizio a questo Paese, anche se può concretizzarsi in altri ambiti. Sono attento e sicuramente saprò farmi da parte quando occorrerà, mentre ora devo centrare gli obiettivi fondamentali di questo mio secondo mandato.

Quali sono questi obiettivi?

:  gestire attentamente e proficuamente il bilancio comunale che oggi rappresenta la principale sfida per amministratori responsabili e preparati. I motivi li conosciamo bene e per far quadrare i conti senza penalizzare cittadini, famiglie e imprese oltre il dovuto occorre confrontarsi quotidianamente con il governo delle risorse, dal loro reperimento al loro impiego. Diversamente non è possibile fare alcunché: anzi, se ne possono ricavare solo danni da una scarsa e cattiva programmazione economico-finanziaria e progettuale.
: realizzare il project financing di Piazza della Repubblica che, per quanto mi riguarda, rappresenta la chiave di svolta per il rilancio economico di Piano di Sorrento e perché la nostra città ritrovi un impulso vitale in grado di contaminare positivamente l’intero sistema locale proiettandosi con entusiasmo e competitività sul mercato dell’intera penisola sorrentina.
Sono questi i miei due principali obiettivi di questo secondo mandato, dopodiché passerò la mano a chi meglio di altri saprà essere all’altezza della sfida che l’attende e che, siamone certi, sarà sempre più complessa e richiederà una dedizione e un impegno sempre più assoluti al servizio dei cittadini.

Prima che me lo chiede voglio spendere una parola su quella che è stata definita giornalisticamente “boxlandia”, tanto per non essere accusato di sottrarmi a questo argomento! Nei miei primi cinque anni da sindaco sono venuti a concretizzarsi tutti quei progetti che sono nati durante le amministrazioni precedenti delle quali chiaramente facevo parte, ma non ne ero sindaco. Ne facevano parte anche Gianni Iaccarino e altri amministratori per cui non si può dire che io da sindaco abbia sviluppato boxlandia. Piuttosto  durante la mia gestione è stato fatto un solo parcheggio, e per di più a rotazione con oltre 100 posti auto, a via delle Rose. Come tutti e senza ipocrisie ho a cuore il territorio e l’ambiente, senza che ciò pregiudichi legittime e utili iniziative, pubbliche e private. Ci impegniamo a far si che l’identità complessiva della nostra terra non si smarrisca e per riuscirci dobbiamo conservare lucidità di vedute e quella consapevolezza grazie alle quali riusciamo a tutelarci per davvero, come comunità, rispetto ai tanti e diversi interessi che sicuramente confliggono con i nostri, ovunque, non solo a Piano di Sorrento. Gente e sistemi che sono destinati a fallire solo se noi, come comunità, sappiamo essere forti, uniti e se riusciamo a fare squadra, senza divisioni strumentali che, attenzione, spesso sono indotte proprio da quegli stessi interessi che contrastiamo e che invece nelle nostre divisioni trovano il terreno fertile per attecchire e sconfiggerci! ViC

P.S.

Per un refuso involontario abbiamo pubblicato il nome dell’ex sindaco Luigi Iaccarino nel commento-intervista rilasciataci da Ruggiero, mentre il Sindaco ha fatto riferimento non nominativamente a Iaccarino, quanto globalmente a tutti i suoi predecessori. Una precisazione dovuta anche per non ingenerare equivoci e polemiche per cui ce ne scusiamo con Luigi Iaccarino, con Ruggiero oltre che con i ns lettori.

 

Un commento

  • Michele

    A parte le frasi di circostanza sugli avvenimenti drammatici che hanno scosso il nostro paese, l’intera intervista è tutta in politichese: luoghi comuni e qualunquismo! Il Sindaco dimostra poi di non avere grande stima per la stampa e nemmeno per chi la legge, ma per fortuna non tutti i lettori sono così ingenui e frastornati come si vorrebbe far credere.
    Per il resto il tutto si racchiude in un concetto che tradotto dal politichese in termini concreti suona così: c’è un’ala dell’opposizione collaborazionista coloro cioè che sono già passati in maggioranza o sono pronti a farlo; c’è un’ala opportunista coloro cioè che stanno valutando se saltare il fosso o meno (c’è sempre una faccia da salvare) e c’è un’ala distruttiva coloro cioè che provano a fare quello per cui sono stati eletti ossia controllare l’operato della maggioranza! Il collaborazionismo e la logica del voltabandiera (parole che dovrebbero risultare come offese per i destinatari) hanno rovinato la politica e il nostro paese e c’è ancora gente che li invoca? I sistemi democratici, se pensiamo ancora di averne, non hanno bisogno di altre testoline <> pronte ad abbassare il capo in segno di assenso, ma di cervelli capaci di controllare il lavoro di chi governa.

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