Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Qual è il destino dell’Italia?

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di Gaetano Mastellone

Gaetano Mastellone

L’Italia non so come e se ne uscirà. E’ molto difficile fare previsioni, anche perché basta guardare i talk show in TV e assistere a una classe politica confusa, senza idee e molto cauta a fare previsioni perché non vogliono, oggi, compromettersi! Piuttosto che a lavorare per risolvere la crisi sono ben attenti ai loro scandali e a conservare le poltrone in vista delle prossime elezioni. Quello di cui sono certo è che aumenterà CHI cercherà di sopravvivere di sotto alla soglia di povertà. Ad esempio tutti quelli che vivono, per ora, di solo stipendio.  I soliti noti continueranno a ingrassare, non saprei però per quanto tempo. Se poi questa sarà una crisi di sistema americano ed europeo, bé allora… nessuno si salverà. Allora se non ci diamo, subito, una mossa finiremo molto peggio della Grecia! L’Argentina nel periodo del default del 2000, di là da tutte le varie considerazioni, affondò quando il Fondo Monetario e gli Stati Uniti decisero che non bisognava aiutare quel paese, a differenza dell’Uruguay e a suo tempo del Brasile. Nel caso dell’Italia, essendo legati al treno europeo e soprattutto alla Germania è molto difficile ipotizzare una situazione “argentina” dove la classe media improvvisamente finisce in uno stato di povertà mentre lo Stato dichiara quasi bancarotta. In Italia la situazione la vedo un pò diversa. Il Nord reggerà a fatica, avendo un reticolo sociale ancora forte mentre sarà il Sud che rischierà un vero e proprio tracollo. Questo provocherà un fortissimo impatto politico tra chi vorrà un’Italia a due velocità e chi invece un’Italia solidale, anche a costo di creare fortissime tensioni sociali. Detto questo, comunque, il “dominus” della situazione saranno gli Stati Uniti che non hanno mai affrontato il loro enorme debito pubblico, vi rammento che continuano a battere moneta a differenza dell’Europa che non lo può fare; rammento anche che la crisi di oggi parte dal 2006 con i bond immobiliari spazzatura americani che sono stati “riversati” anche in Europa. C’è ancora tanta “carta straccia” in giro per il mondo! In prospettiva, fra i tanti problemi, c’è anche l’incognita di una Cina che non può reggere all’infinito al suo interno con uno stato di diseguaglianza così forte e con un’economia così legata ai titoli americani. Qui ci si deve attrezzare analizzando la situazione con un occhio fuori dal mondo e non a sensazioni o con analisi nostrane, quasi sempre non veritiere da parte di una classe politica timorosa di perdere i propri privilegi….il problema che non si sa a chi si deve guardare. La recessione poi ha portato nelle aziende italiane un clima di sfiducia totale nel mercato interno, un taglio selvaggio (forzato) di personale e investimenti, il tutto alimentato da un fisco vorace e vessatorio, una burocrazia prepotente fatta di caste protette dai politici di turno. Insomma una grande confusione.
Termino riportando alcuni dati sulla situazione italiana, numeri che evidenziano che siamo un paese alla frutta e la colpa certamente non è dei soli Cittadini italiani come ci vogliono far credere. In questi pochi numeri la dimostrazione della qualità di coloro che ci hanno governato negli ultimi, diciamo, vent’anni!! Questi sono fatti e non le solite chiacchiere che ci propinano.
1.    Nell’economia, secondo un indice di efficienza ed efficacia delle imprese, il nostro Paese si piazza al 44mo posto su 51.
2.    In base agli investimenti in ricerca ed all’uso della tecnologia, l’Italia risulta 49ma su 101 Paesi e penultima, davanti alla sola Bulgaria, tra quelli dell’Unione Europea.
3.    Siamo anche, come noto, un Paese ad altissimo tasso burocratico. In Europa, solo la Polonia è messa peggio di noi a livello di lungaggini amministrative e giudiziarie necessarie per veder tutelato un diritto di proprietà violato. Siamo secondi in Europa anche per numero di pratiche burocratiche che un’azienda deve espletare per poter registrare i propri diritti di proprietà, superati in questo caso solo dalla Grecia.
4.    Se invece guardiamo al numero di ore che un’azienda deve impiegare solo per il calcolo ed il pagamento di imposte e contributi, in Europa ci piazziamo al secondo posto, superati solo dalla Spagna, con una media di 360 ore. Su 18 Paesi, l’Italia è quello con la più alta disoccupazione tra i laureati.
5.    Tra i 19 Paesi maggiori esportatori mondiali, le aziende italiane sono al quarto posto nella classifica dei pagatori di mazzette, superate solo dalle aziende di Cina, Taiwan e Corea del Sud. Il livello di corruzione percepito è molto alto nel nostro Paese. Come trasparenza, i piazziamo al poco invidiabile 69esimo posto su 182, quartultimi in Europa, davanti solo a Grecia, Romania e Bulgaria
6.    L’Italia è al primo posto, su 17 Paesi, nella classifica dei comportamenti indisciplinati nelle scuole: il 46% degli studenti ha subito almeno una volta un richiamo ufficiale per cattiva condotta durante le lezioni. La media è OCSE è del 31% ed i paesi più virtuosi sono Giappone (17%) e Svizzera (18%).
7.    Su 36 Paesi, l’Italia è al 32mo posto per l’importanza assegnata all’insegnamento della matematica ai ragazzini tra i 12 ed i 14 anni. Peggio dell’Italia fanno solo Filippine, Tailandia e Cile, mentre ai primi posti troviamo Stati Uniti e Nuova Zelanda. L’Italia si piazza 69ma nella classifica mondiale per numero di anni della scuola dell’obbligo, superata da Paesi con gravissimi problemi come Liberia, Libano e Costa d’Avorio.
8.    Su 27 Paesi analizzati, gli adolescenti italiani sono tra i più ignoranti nelle materie scientifiche, al 23mo posto su 27. Nel 2003: su 18 Paesi, l’Italia è all’ultimo posto per percentuale della popolazione adulta dotata di un’istruzione universitaria, il 10% contro il 42% del Canada (OCSE).
9.    Siamo al 72mo posto per quota del PIL destinata agli investimenti pubblici nell’istruzione (Banca Mondiale), mentre se si limita l’analisi alla sola istruzione universitaria, l’Italia è 93a su 123 Paesi.
10.     Su 17 Paesi, l’Italia è penultima nella classifica dei Paesi i cui cittadini, se vittime di reati, sentono di potersi rivolgere alle autorità. Solo il 40% delle vittime di reati in Italia fa denuncia, secondo i dati del 2000. Ciononostante, l’Italia è al sesto posto nel ranking per Paesi basato sulla percentuale della popolazione residente che è stata vittima di un reato almeno una volta nella vita: il 25% degli italiani.
11.    Le città con la migliore qualità della vita: Milano, unica italiana, al 42° posto. Le città con la migliore sicurezza personale: nessuna città italiana nelle prime cinquanta.
12.    Per quanto riguarda la libertà economica l’Italia viene dopo l’Uganda, all’87° posto.
13.    In merito alle infrastrutture telematiche, l’Italia è al 38° posto dopo Cile, Tunisia e Qatar.
14.    Gli ospedali pubblici italiani sprecano oltre il 29% dei finanziamenti, pari a circa 13 miliardi di euro l’anno.
15.    Una ricerca recente sulla velocità dell’ADSL posiziona l’Italia al 73° posto con 4,81 Mbps, mentre la Norvegia, la Corea del Sud e la Lettonia sono rispettivamente al primo, secondo e terzo posto con 31.63, 29.96 e 26,62 Mbps.
16.    Gli stipendi dei cittadini italiani occupano il 23° posto nel mondo con 21.374 dollari e vengono solo prima di quelli del Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716). I cittadini italiani, pur percependo molto molto meno dei cittadini tedeschi, lavorano circa duecento ore in più all’anno.

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