Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Due importanti interventi del Sen. Raffaele Lauro

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Raffaele Lauro

Stiamo attraversando un momento estremamente delicato della vita politica nazionale e c’è seriamente da dubitare sulla capacità dei Partiti, di tutti i Partiti, di dimostrarsi all’altezza del compito. Tanto più alla luce delle allarmanti dichiarazioni pronunciate dal Ministro Passera questa mattina sulla disoccupazione e sulla crisi dell’Italia. Praticamente oltre 5 milioni di persone tra senza lavoro e affini col risultato che metà della popolazione italiana è oggi a rischio di sopravvivenza. In tutto questo partiti e casta non accennano a “mollare l’osso” e continuano a depredare le casse pubbliche in tutti i modi possibili…In questo contesto vanno lette le due dichiarazioni di Lauro (PdL) che, evidenzia da un lato la difficoltà a socializzare un momento di responsabilizzazione sulla riforma strutturale dello Stato che deve necessariamente passare attraverso il coinvolgimento del popolo e una consultazione con valore costituente. Dall’altro la constazione che la pax mafiosa che stiamo vivendo, sta ulteriormente rafforzando la criminalità organizzata al punto da trovarci esposti a rischi davvero inimmaginabili, e forse ingestibili, nel momento in cui saremo chiamati a confrontarci con essa.

Tornare alle fonti della sovranità popolare sarebbe una straordinaria prova di democrazia, in una fase di smarrimento generale.

La proposta di un’Assemblea costituente, da eleggere, nella primavera del 2013, insieme con il Parlamento della XVII legislatura, fatica non solo ad entrare nel dibattito politico tra i partiti, tutti in crisi di credibilità presso il corpo elettorale, ma neppure trova accoglienza nelle analisi dei commentatori politici. Tornare alle fonti della sovranità popolare per discutere, con il paese, sulla più adeguata riforma della Costituzione e dello Stato, sarebbe una straordinaria prova di democrazia; aprirebbe un grande dibattito, con i giovani, sul rinnovamento delle nostre istituzioni repubblicane e restituirebbe alla classe politica il decoro perduto“.

Stiamo vivendo una nuova forma di pax mafiosa, ancora più subdola e più insidiosa di quella che precedette le stragi del 1992/1993.

A vent’anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, la determinazione politica dei partiti a combattere la mafia, specie nelle articolazioni dei poteri locali, appare del tutto attenuata e quasi appannata. La cattura dei latitanti, pur significativa, ha creato la fallace illusione di una sconfitta definitiva delle mafie, che, al contrario, prosperano nelle carceri e sui territori a sovranità criminale, attraverso l’usura, l’estorsione ed il gioco d’azzardo, ed infiltrano, in particolare la ‘ndrangheta, il sistema economico e finanziario, in maniera capillare, approfittando anche della crisi del credito legale. Stiamo vivendo una nuova forma di pax mafiosa, ancora più subdola e più insidiosa di quella che precedette, per decenni, la svolta di Giovanni Falcone e le stragi del 1992/1993. Il risveglio sarà amaro, quando ci saremo avvicinati al modello messicano o colombiano“.

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