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Manette a San Cipriano d’Aversa, a Gragnano si dimette il Sindaco, indagini in Costiera

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Matrimonio Martinelli-Patriarca con Cosentino

Ieri mattina la DDA ha arrestato il primo cittadino del Comune di San Cipriano d’Aversa, Enrico Martinelli, nell’ambito delle inchieste sui rapporti tra il clan dei Casalesi e la politica. Nella stessa giornata Annarita Patriarca, sindaco di Gragnano e moglie di Martinelli, ha rassegnato le dimissioni decretando praticamente lo scioglimento del Consiglio Comunale prima che il provvedimento conseguisse agli accertamenti della Commissione d’Accesso in opera da mesi a Gragnano. Sempre nella giornata di ieri il presidente della Provincia di Napoli, l’On. Luigi Cesaro, fresco di plebiscitaria riconferma alla guida del PdL di Napoli e provincia, e il consigliere regionale Michele Schiano, sono finiti nelle carte di un’inchiesta su politica&camorra nell’area nord di Napoli. Questo è quanto avvenuto nello spazio delle sole ultime 24 ore, mentre le inchieste della Magistratura, i riscontri delle indagini, le confessioni dei pentiti, gli accertamenti degli inquirenti e le beghe politiche che si consumano in lungo e in largo a Napoli e in Campania, in primis alla Regione, ci confermano che il governo di enti locali e dell’amministrazione pubblica è oggi prevalentemente nelle mani di personaggi direttamente o indirettamente collegati con il crimine organizzato di cui praticamente sarebbero il braccio non armato. Ormai quando si incontrano un amministratore pubblico, un parlamentare, un consigliere regionale o provinciale, un sindaco, funzionari e dirigenti pubblici non si può esser certi che non si tratti di persone legate alla malavita organizzata o di questa referenti! La provenienza politica di questi personaggi, marcatamente di centro-destra, anche se il centro-sinistra non è da meno, pone inquietanti interrogativi sulle relazioni che intrattengono sui territori, con la politica della Costiera per esempio. Le inchieste alla GORI, con centinaia di assunzioni frutto di un perverso e trasversale accordo di spartizione della politica, vede coinvolte decine di personaggi pubblici che hanno tirato e forse tirano le fila del business legato alla gestione delle acque. Assunzioni in cambio di voti…e non solo. Appalti pilotati e incarichi a ditte esterne perchè il personale tecnico assunto risulta spesso incapace di svolgere alcune mansioni. Senza parlare dei rapporti tra politica e criminalità comune e organzizata nell’universo sanitario campano! Si promuovano accertamenti sulla provenienza e sulla trasparenza di troppe ditte che svolgono lavori per conto di enti locali e anche privati: ci accorgiamo a naso che qualcosa, o più di qualcosa, non quadra! Intanto si indaga su boxlandia in Penisola Sorrentina dove resistono troppe zone d’ombra su questo business dove la politica sembra fungere da copertura ad altri interessi che stanno concretizzando l’occupazione, anzi l’espropriazione del territorio peninsulare. I riflettori della giustizia, secondo indiscrezioni trapelate in queste ore, sarebbero puntati anche su altri settori dove si consuma  un innaturale connubbio tra politica e interessi, tra politica e business. Si parla della gestione dei servizi sociali e dei rifiuti, del ruolo di società partecipate con bilanci ballerini, altre assunzioni come moneta di scambio elettorale, veri e propri comitati d’affari mascherati dalle cariche pubbliche ricoperte. Siamo forse alla vigilia di una scossa in grado di alzare il coperchio su una nuova e più grave tangentopoli consumata sulla pelle di un territorio che all’improvviso si scopre ostaggio già di certi poteri e di certi clan che hanno assoldato…manovalanza di colletti bianchi a buon prezzo!

 

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