Diario Politico©Raffaele Lauro

Politica&Politica, da Roma alla Costiera alla ricerca di una classe dirigente

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Ci sono due questioni che emergono dal dibattito politico nazionale e locale su cui val la pena soffermarsi a riflettere. La prima, che è anche la più seria e preoccupante, riguarda la possibile nascita di un mega polo a tre, PD-PDL-Terzo Polo, per le elezioni politiche del 2013 cui seguirà l’elezione del nuovo Capo dello Stato. La notizia è trapelata in questi giorni sulla stampa senza che ad essa siano seguite scandalizzate smentite. Anzi: il PD ha rinnegato l’eventualità, Berlusconi invece l’ha rilanciata e Casini l’ha auspicata. Tanto basta e avanza, per chi se ne intende di politica, per preoccuparsi seriamente su quello cui sta lavorando la Casta e che, fra un anno esatto, si potrebbe materializzare alle elezioni politiche. La maxi alleanza, con la scusa dell’unità per traghettare il Paese fuori dalla crisi, rappresenta il colpo di coda del regime partitocratico messo letteralmente fuori gioco dal governo tecnico di Mario Monti che ha cambiato le regole del gioco con pesanti ripercussioni sociali ed economiche per il Paese, ma anche per la stessa Casta Partitica che, su entrambi i fronti, rischia di restare definitivamente al palo. Un rischio troppo grosso che nessuno, da destra e da sinistra e Lega inclusa, vuole correre. Da qui l’idea perversa di una maxi-alleanza che assicurerebbe la vittoria e posti di governo e sottogoverno a tutti per continuare a fare il bello e il cattivo tempo e mangiarsi quel poco che resta dell’Italia. In fondo c’è da dividersi presidenza del consiglio, ministeri, presidenza della repubblica, rai e tutto quanto altro la politica ha sin qui controllato realizzando i propri veri affari sulla pelle del Paese. Occorre quindi alzare il livello di vigilanza civica e di interdizione democratica per impedire, a qualsiasi costo, questo progetto perverso! La seconda questione riguarda invece l’asprezza del dibattito e del confronto politico-amministrativo tra le opposte fazioni a Sant’Agnello dove l’anno prossimo si andrà alle urne per eleggere la nuova amministrazione. C’è qualcosa di eccessivo in quello che viene detto e sottinteso, come anche in quello che non viene detto o solo insinuato da tutte le parti in campo. Ci sono poi silenzi più eloquenti di mille parole. L’interesse a fare il bene pubblico che, ipoteticamente, dovrebbe muovere tutte le parti in causa, non si concretizza in un confronto di idee e di proposte per la crescita e per lo sviluppo della cittadina costiera dove, a dispetto di quanto si predica, si corre il serio rischio che cambi poco o nulla, come ormai avviene da troppi anni visto che, sulla scena, permangono sempre e solo gli stessi personaggi. Una reale partecipazione alla vita pubblica locale è di fatto soffocata da un estremismo irragionevole che tende così ad escludere piuttosto che a coinvolgere nell’esperienza politica cittadina nuove forze, nuove intelligenze e nuove professionalità. Questo perchè gli spazi si sono ridotti e il ripiego sul locale, sul posto di potere sicuro sembra aver scatenato una famelicità che viene mascherata con dichiarazioni roboanti che invece nascondono troppe verità scomode per tutti. Ci sono questioni locali, anzi territoriali, che invece meritano di essere affrontate e risolte senza equivoci e unitariamente da parte di tutte le Amministrazioni. Esse devono tradursi in impegni programmatici da parte degli aspiranti candidati sindaci e amministratori! E’ finito il tempo delle deleghe in bianco e come se ne sono accorti a Roma (al punto da escogitare le perverse soluzioni di cui abbiamo parlato) anche nei piccoli e medi centri occorre cambiare tattiche e strategie, non per fare inciuci, ma per recuperare una dimensione civica e morale all’impegno pubblico. Le ragioni per farlo sono tante e tutte molte serie e valide. Forse si finge di non capire da parte degli attuali attori in campo perchè si tratta di un esercizio particolarmente complesso sic stantis rebus! Allora è meglio il rullo dei tamburi che assorda le orecchie allontanando dall’agòne elettorale il cittadino anzicchè interessarlo. Così la vecchia politica spera di perpetuarsi…all’infinito e di nuovo non appare nulla all’orizzonte! La Penisola Sorrentina, non solo Sant’Agnello, ha un bisogno vitale, Comune per Comune, di una classe dirigente che sia all’altezza della sfida che l’attende. Non di taumaturghi o politicanti che scimmiottano la politica nazionale al solo scopo di continuare ad avere le mani in pasta e dare così anche un senso alla propria quotidianità. La trasparenza, la legalità, la coerenza, lo spirito di servizio, la lealtà, l’onestà le si praticano senza gridarle od ostentarle: anche perchè dovrebbero essere implicite in chi si occupa di pubblici interessi! E per questo dell’anagrafe degli eletti ce ne possiamo sbattere un baffo perchè non è con questa che abilitiamo un ceto politico a diventare classe dirigente. L’abbiamo visto col Governo: hanno reso pubblici redditi e patrimoni…E allora? Del resto i controlli, oggi, chi può e deve li sa fare e li fa molto meglio di quanto si creda e in qualche caso si sappia! Concentriamoci allora sulla proposta per consentirci di scegliere… in scienza e coscienza!

 

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