Diario Politico©Raffaele Lauro

Una lettera speciale a Babbo Natale

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Mancano poche ore al tradizionale appuntamento con Babbo Natale e ci è piaciuta questa lettera speciale che gli ha voluto indirizzare Gaetano Mastellone e che pubblichiamo per i nostri lettori.

di Gaetano Mastellone

Carissimo Babbo Natale, oramai sono decenni che non ti scrivo. Scusami, la colpa è mia, solo mia! Tu sei sempre stato molto preciso e generoso con me, mi hai sempre soddisfatto nelle mie tante richieste che ti facevo da piccolo con la mia letterina. Oramai è passato tanto tempo, troppo tempo. Ad un certo punto della vita, quando pensi di essere grande, smetti di credere e ti dimentichi anche della figura di Babbo Natale. Da allora, nella vita, inizia il peggio! Oggi ho deciso di scriverti una lettera, ripeto dopo tanti decenni, non per chiedere cose per me ma per gli altri. Vorrei dare! Per prima cosa vorrei che tu riuscissi a portare via dall’animo delle persone la paura del domani, l’angoscia della recessione, il dubbio sul futuro, la sfiducia nelle istituzioni, l’ansia e la preoccupazione per il domani. Caro babbo Natale, come ben sai, dall’anno 2006 tutto si è così velocemente modificato. Quest’anno sarà decisamente un Natale diverso, c’è la crisi economica e le recessione!  Io ho sempre sostenuto che la recessione esiste da un pezzo ma quest’anno è peggiore rispetto agli ultimi cinque anni.  Le previsioni per il prossimo anno poi, non sembrerebbero affatto buone. Ormai questa crisi economica ha ridotto noi italiani a “pelle e osse”, ovviamente tranne quel 10% di italiani che detiene il 50% della ricchezza nazionale; questi signori passeranno il solito Natale nei paesi caldi tropicali oppure nelle ricche ville di montagna. Per loro sarà il solito Natale! A loro tu porterai tanti doni “griffati” e tante “pietre preziose”. Caro Babbo Natale recentemente abbiamo anche appreso che la nostra bella Italia è in piena depressione con un Pil in calo dello 0,5%. Ma magari fosse solo quello il dato negativo! Infatti, ci hanno detto che anche la disoccupazione crescerà,  salendo all’8,3% nel 2012 e all’8,6% nel 2013, mentre la crescita dei salari sarà moderata. Ma non mi va di parlarti di queste cose, siamo a Natale, il periodo più bello dell’anno e quindi dobbiamo essere felici e spensierati. Tu piuttosto come stai? Ho letto tante lettere che ti hanno inviato, quest’anno ti dicono tante brutte cose e me ne dispiaccio! Ti dicono in tanti che anche tu hai passato un anno difficile, ma adesso finalmente stai meglio. Alla fine anche quella persona che ti aveva promesso la nomina di Sottosegretario allo Sviluppo Economico, a patto che tu non portavi i doni ai “figli dei comunisti”, non è più al Governo. Se ne sono andati (finalmente), in compenso adesso ci sono “i tecnici”. Leggo da più parti che vengono definiti “forti e duri”, pensa che li hanno soprannominati “Il Governo dei Secchioni”. E’ brava gente, soprattutto molto competente. Non come il Governo di prima, che era tutto un conflitto d’interessi. Nonostante tutto però gli italiani sono raggianti, caro Babbo Natale!! Leggo che in tanti pensano che siamo sempre e comunque il Paese della “pizza e mandolino”. Qualche bilioso sostiene pure che siamo il “Paese della mafia e del malaffare” soprattutto nel Mezzogiorno. Ma questi però, non hanno ancora capito che noi del Sud non c’entriamo più nulla. Sai perché? Perché abbiamo perso anche la mafia che si è spostata a Milano. Qualche giorno fa, leggevo sui quotidiani che è stato messo agli arresti Franco Nicoli Cristiani, vicepresidente Pdl del consiglio regionale della Lombardia, che per due legislature, con Roberto Formigoni, è stato assessore all’Ambiente. Nicoli è accusato (per carità di Dio, è solo accusato e non è quindi colpevole!) di aver intascato tangenti, per accelerare la realizzazione di una discarica nel cremonese. Ma gli episodi di esponenti politici dell’ Italia settentrionale finiti a vario titolo in inchieste per mafia, si sono moltiplicati negli anni. Quindi sarebbe giusto che i nostri cugini del Nord non incolpassero sempre  il Sud Italia, Lega nord in testa! Certo è vero, noi meridionali siamo un popolo di furbacchioni ! Ma lo facciamo a fin di bene. Ho recentemente letto sul caso di Alessandro Alfano, il fratellino di “Angelino”! Chi Angelino? Quello che faceva il Guardiasigilli nel Governo Berlusoni e che adesso è diventato segretario del PDL. Il giovane 36enne Alessandro è da gennaio di quest’anno,  Segretario Generale della Camera di commercio di Trapani. Una carriera di funzionario cominciata nel 2006, quando ancora non era laureato, con la nomina a segretario di Unioncamere Sicilia. Il coronamento ai lunghi anni di studio e sacrifici è poi giunto nel 2009, con la laurea in Economia, quando il giovane aveva ormai compiuto 34 anni. Il titolo di studio gli è poi servito per un ulteriore “scatto di carriera”. Ma in fondo è pur sempre un bravo ragazzo. Ma in fondo che male c’è, largo ai giovani! Ma torniamo a noi. Quali saranno i regali che hai in serbo per gli italiani? Sarebbe giusto magari, che almeno i più piccolini non patissero gli sgomenti e le difficoltà che i genitori hanno in questi tempi di “crisi economica”. Caro Babbo Natale, ti assicuro, non voglio nulla da trovare sotto l’albero! Quest’anno è giusto che tu possa dedicare il tuo tempo  a chi è meno fortunato, a chi ha veramente bisogno! Magari noi ci accontentiamo di stare bene in salute. Ma va bene così. Alla fine non possiamo lamentarci noi della penisola sorrentina. Noi abbiamo il mare (se poi è sporco a chi importa?), abbiamo le bellezze della natura (se poi sono cementificate a chi importa?), abbiamo anche l’Unione dei Comuni (se poi ancora tutto è allo stato di annunci a chi importa?), abbiamo i turisti (se poi ne vengono sempre meno di qualità a chi importa?), se anche il nostro PIL è in segno negativo da almeno quattro anni (a chi importa?), se non si riesce a governare il traffico ed a far rispettare le leggi (a chi importa?), tanto per fortuna abbiamo un buon cibo, il mare, il sole ed il nome! Ah dimenticavo, abbiamo anche un’aria piacevolmente mite. Sinceramente, caro Babbino, sull’aria avrei pure qualcosa da aggiungere. Sarà pure mite, ma non è che sia poi così pulita, ma a chi importa? Pensa che l’aria è tanto pulita che le varie amministrazioni comunali non rendono pubblici i dati sull’inquinamento, tanto a chi importa? A chi importa se i cittadini da queste parti,  muoiono mangiando i prodotti delle terre ella regione Campania o respirando aria tossica? Tutto in religioso silenzio per il “bene del turismo”! Senti, a proposito, come stanno le tue renne? Sono pronte per il giro del mondo? Per fortuna che non vanno a benzina, giacché quest’anno è anche aumentato il prezzo del carburante, altrimenti ti sarebbe costato un sacco fare il tuo viaggio. E’ vero anche che inizi ad essere stanco ed appesantito! Ma a te, quanto  manca per andare in pensione? No sai, ti chiedo questo perché proprio in questi giorni, la nuova ministra Welfare Elsa Fornero, si è commossa poiché ha comunicato agli italiani, di essere pronti a sacrificarsi, tanto che i maschi andranno in pensione a 66 anni, mentre le donne a 62. Ma tu, quanti anni hai? Ora devo proprio lasciarti, caro Babbino, spero di vederti presto e di poterti abbracciare quanto prima ! Porta il mio saluto a tutti i bimbi del mondo! Ah si dimenticavo di dirti un ultima cosa ! Ti conviene comprare i doni anche per l’anno prossimo, perché da settembre 2012 l’iva salirà al 23%. Ti faccio i migliori auguri per un Buon Natale, non ti preoccupare per me pensa però a portare un bel regalo al vecchio premier Berlusconi, ai parlamentari italiani, ai loro portaborse, ai politici regionali – provinciali – comunali ed al nuovo premier Monti che, forse, troverai al “Mare”! A questa gente è sempre mancata e manca la visione d’insieme, c’è assenza di progettualità e di lungimiranza, c’è poca attenzione ai giovani. I politici che vorremmo sono quelli che non lavorano pensando alle prossime elezioni, ma quelli che lavorano pensando alle prossime generazioni.  Oggi dobbiamo tutti avere la consapevolezza che all’orizzonte si prospettano molte ombre e poche luci. Dobbiamo tutti lavorare per non far più considerare il sud d’Italia come una patologia e negare l’esistenza dei tanti problemi che sono davanti ai nostri occhi; c’è la urgente necessità di una nuova classe dirigente, quella attuale ci ha stancato, vogliamo delle istituzioni capaci  di fare bene il loro dovere. Il pericolo della marginalizzazione dell’Italia è dietro l’angolo e bisogna prendere coscienza che le “cose cambiano”, e dall’inizio della cruenta crisi mondiale del 2008 sono effettivamente cambiate. Rammento che nel 1995, ben sedici anni fa, sul quotidiano economico Il Denaro scrissi un articolo sul Mezzogiorno d’Italia; rammento che lanciai due segnali di alert provocatori forse allora abbastanza provocatori. 1). attenzione a non diventare il nord dell’Africa anzichè il sud d’Europa; 2). attenzione a non finire su di un binario morto. Son passati sedici anni e la fotografia d’oggi, raffrontata con quella d’allora, è decisamente peggiore; nulla è cambiato, anzi oggi abbiamo più problemi economici, meno mercato, più deficit, infrastrutture deficitarie e più criminalità organizzata. Nessuno può più permettersi di mortificare e di avvilire così il Meridione; la misura è colma; basta! Il Sud deve imparare a dire no a ogni forma di clientelismo, assistenzialismo e parassitismo. Ha cominciato a farlo partendo dai giovani, ma occorre di più. Facciamo come Alessandro Magno il quale, giunto nella città di Gordio, fu sfidato a sciogliere il famoso nodo che secondo la leggenda avrebbe aperto a chi lo avesse risolto le porte della conquista dell’Asia. Senza indugi lo tagliò con un colpo netto di spada. Una soluzione “alessandrina”, drastica, che spesso viene auspicata per la soluzione dei problemi economici del giorno d’oggi. Insomma ci vuole un deciso “cambiamento di rotta”.  Alla politica si richiede una decisa ed immediata svolta, devono adottare scelte che, senza cedere a fuorvianti demagogie, rispondano al comune sentire dei cittadini che reclamano il mondo della politica lontano da anacronistici ed inaccettabili privilegi; i cittadini desiderano che i politici sappiano avvicinare l’Italia agli standard del resto d’Europa. Alla politica si richiede una forte presa di coscienza, e si condanna, il precariato che è diventato un vero dramma esistenziale di tantissimi giovani per l’intollerabile condizione di incertezza lavorativa ricca di mortificanti retribuzioni. Stiamo rischiando di consegnare  i nostri giovani del Meridione alla criminalità organizzata, e a forme di sfruttamento non diverse da quelle che da anni denunciamo sul caporalato per i lavori nel campo dell’agricoltura e dell’edilizia. Vogliamo la certezza di un lavoro dignitoso per i giovani che consenta prospettive di ampio respiro; per i politici questa è la strada da percorrere, strada che per loro è un preciso dovere ed un obbligo  da assumere. Negli ultimi anni il Paese si è organizzato in modo corporativo: le riforme ledono questi interessi di parte e, di conseguenza, sono osteggiate. Evidentemente, l’opportunità di fare riforme è valutata in base alla necessità di non perdere consenso politico e non in base alle esigenze del Paese. Altro problema è l’assenza di una politica di lungo periodo: ne pagano le conseguenze i giovani, che sono troppo pochi in un Paese che diventa sempre più vecchio. I “nodi” da sciogliere oggi sono molto difficili. Perché troppi sono i retaggi, troppi gli intrecci, troppi gli interessi politici di vario genere che da sempre ostacolano lo sviluppo. Abbiamo assistito a strategie politiche sbagliate, spesso colluse, finanziamenti a pioggia privi di una visione d’insieme, assenza di progettualità e di lungimiranza hanno fatto il resto. Uscire da questo empasse oggi appare alquanto complicato. Allora se prima ti avevo chiesto di portare dei “doni” ai politici ora, dopo quest’ultima considerazione, ti chiedo di portar loro solo del “carbone”! Buon Natale!

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