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Turismo enogastronomico…Un’opportunità per la Costiera

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di Gaetano Mastellone

paesaggio e tavola

Il turismo enogastronomico sta diventando un fenomeno di massa e di successo, riscuotente sempre maggiori consensi ed attenzioni. Premesso che l’ex governo Berlusconi non ha fatto nulla per promuovere il turismo in generale (a partire dalla scelta fallimentare del ministro al Turismo, Maria Vittoria Brambilla), figuriamoci cosa ha fatto per il turismo enogastronomico. Unico atto di una commedia mai “andata in onda” è stato l’accordo di aprile scorso, firmato al Vinitaly dall’ex ministro dell’Agricoltura Romano e dalla ministra Brambilla: la convenzione prometteva di promuovere “congiuntamente” il turismo enogastronomico, ma al di là delle belle parole non è stato avviato alcun progetto. Oggi ci troviamo invece con persone al governo di cui non si può negare la competenza: ci auguriamo che i ministri Mario Catania e Piero Gnudi sappiano avviare una campagna di comunicazione all’altezza di ciò che solo il nostro paese può offrire. Ciò premesso rileviamo che una recente indagine ha rilevato che l’Italia è conosciuta da oltre il 10% della popolazione mondiale per il “cibo” e dal 4% per il “vino” che rappresenta un legante anche per gli altri prodotti alimentari tipici e di qualità ed è più facilmente veicolabile come messaggio legato ad un’ immagine di “moderata trasgressione”, abbinante vacanza e piacere. Il cibo è anche cultura! La degustazione di un ottimo vino o di un saporito piatto tipico rappresenta una chiave sicura per entrare in contatto con un territorio, per conoscerne il patrimonio storico e artistico, per capirne le tradizioni. Nella nostra penisola sorrentina valorizzando di più l’offerta “enogastronomica” con mirate campagne di marketing promo potremmo davvero fare boom! Abbiamo la bellezza del territorio, in particolare visto dal mare o dalle splendide “terrazze panoramiche”, abbiamo cultura (poco markettizzata) perché il nostro territorio ha alle spalle una solida ed antica storia, abbiamo la capacità di fare turismo ed allora perché non si riesce a capire che oggi il “turismo è segmentato”? Già in altri articoli mi sono soffermato sulla segmentazione dell’offerta turistica. Oggi fermiamoci ad evidenziare (non sono l’unica voce che cerca di farlo)  che la ristorazione, la pasticceria, i prodotti naturali dell’agricoltura sono vere eccellenze del nostro territorio, quindi andrebbero maggiormente valorizzate, e diffuse, come fonte di turismo d’incoming. In Penisola Sorrentina abbiamo tutti i contenuti e le professionalità giuste per fare bene il “turismo enogastronomico”, però pare che non siamo capaci di farlo bene e sistematico in quanto noto un approccio superficiale; queste eccellenze possono diventare il  volano per aumentare “i flussi del turismo”. Nella nostra città manca la programmazione strategica e un valido marketing territoriale che, non sono “etichette”, ma sono delle vere e proprie “scienze”.  Oggi anche il più poco istruito dei turisti dedica, nei suoi “programmi di viaggio”, qualche intervallo da dedicare al cibo e al buon vino. “Un buon pasto” può nutrire anche culturalmente e sviluppare il turismo. Secondo l’Osservatorio Internazionale del Turismo Enogastronomico il cosiddetto “shopping del gusto” pesa per circa i 2/3  sulla scelta della destinazione turistica. In Italia vi sono 160 Prodotti DOP-IGP, oltre 500 vini DOC e oltre 4.000 prodotti tradizionali. Il “giro d’affari” del TURISMO ENOGASTRONOMICO è aumentato del 30%. Lo vogliamo sfruttare? E’ un vero peccato non farlo! In un Convegno sul turismo lo scorso anno ebbi a dire che, ad esempio, una STELLA ha tante punte. Se simbolizziamo il turismo sorrentino come una “stella”, una delle punte che brilla è “l’enogastronomia”! Quali sono le altre? La storia sorrentina (poco sfruttata) – La tradizione (poco sfruttata) – La cultura (poco sfruttata, e quando viene a “galla” è poi “sotterrata”) – L’agricoltura (abbandonata) – L’artigianato sorrentino (l’abbiamo ucciso) – L’hotellerie (un’eccellenza da trasformare) – Le bellezze della natura (da riattivare e conservare) – L’ospitalità e l’arte dell’accoglienza (da migliorare) – La Sorrentinità, un valore ancora molto forte nei sorrentini che viene riconosciuto nel mondo e che va “rivalutato”. Solo fermandoci nel “ramo della ristorazione” noi abbiamo la prerogativa di avere diversi ristoranti stellati e tanti ristoranti d’eccellenza. Sfruttiamoli facendo anche onore al loro merito ed alla loro eccellenza. Faccio un appello a tutti questi “eroici” imprenditori. “Sollevate il coperchio”! Chiedete maggiore visibilità da parte delle varie amministrazioni, dalla politica regionale e provinciale, dalle vostre associazioni perché con la vostra immensa qualità d’offerta aiuterete il territorio a risollevarsi da questa crisi globale. Rammento che nel 2008 in un mio intervento sui media dal titolo “Per l’Europa arriva la crisi, ma Sorrento può salvarsi” avvertii degli anni difficili che avevamo davanti a noi,  invitai politica&imprese a reagire e investire. Scrissi che avrebbe avuto meno problemi chi era più bravo ad anticipare il mercato, a offrire più servizi, a offrire più qualità, a investire sul personale di qualità, a fare formazione, a fare autocritica per attuare in tempo i “correttivi”. Insomma chiedevo una reazione a testa bassa! Non c’è stata abbastanza reazione in quanto – direi anche giustamente – l’imprenditore appena arriva la crisi pensa all’abbattimento dei costi; ora sono passati più di quattro anni, stimoliamo le nostre aziende ed investiamo di più perché il successo e il benessere, per il nostro territorio, sono lì a portata di mano! Le capacità imprenditoriali ci sono, le teste pensanti ci sono, la professionalità nell’hotellerie (alberghi e ristorazione) c’è! Quello che manca è la “visione” e la “visone d’insieme”. Si può fare!

Un commento

  • Studenti

    Gentile dott. Mastellone, ottimo intervento! Come sempre. Peccato che l’ascolto è veramente deprimente, venerdì l’ascolteremo volentieri sul suo esame critico sulla crisi in atto. VA.

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