Diario Politico©Raffaele Lauro,  Sorrento

Turismo e sistema locale…In Costiera manca la cultura del “fare insieme”

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Iaccarino Costanzo

SORRENTO – Nei giorni scorsi ha avuto ampio risalto sulla stampa la nascita di “Sorrento Coast“, consorzio di promozione di un nuovo brand turistico della città di Sorrento frutto di una sinergie tra Federlaberghi e l’Associazione degli Agenti di Viaggio. Su Il Mattino dell’1 ottobre 2011 abbiamo letto l’intervista di Costanzo Iaccarino, Presidente di Federalberghi, che ha evidenziato come grazie a questa iniziativa il “territorio fa sistema“. Ovviamente si tratta di una buona iniziativa assunta da imprenditori privati che, confortati dall’ottimo andamento della stagione turistica, si sono convinti dell’opportunità e convenienza a operare insieme, almeno per quanto concerne l’offerta turistica sui mercati internazionali. Innanzitutto proponiamo il link a un commento che Gaetano Mastellone ha dedicato all’argomento dal suo blog, anche perchè richiama precedenti interventi sul tema che offrono interessanti spunti di riflessione. http://www.mastellonegaetano.com/?p=6376 A nostro avviso però occorre fare alcuni rilievi che evidenziano, per l’ennesima volta, una cultura assolutamente contraddittoria nell’approccio ai temi dello sviluppo e della promozione del territorio da parte di coloro che, in quanto operatori turistici, si ritengono, a torto o a ragione, gli unici depositari della verità e quindi della bontà delle iniziative. Veniamo al problema specifico, senza alcun intento polemico, ma partendo dall’analisi di fatti oggettivi che evidenziano questo tipo di approccio che viene spacciato per azione di sistema rispetto ai temi del turismo.

Cuomo e Mastellone

Neanche qualche settimana fa l’Osservatorio Banche Imprese (OBI) ha presentato nella sala consiliare di Sorrento il rapporto sullo stato dell’economia a Sorrento e in Penisola Sorrentina con particolare riferimento al comparto turistico. A questo appuntamento non ha partecipato uno, dico un imprenditore del settore, nè un rappresentante di Federalberghi o di altra Associazione di settore. A leggere quanto dichiarato da Gaetano Mastellone è evidente che neanche dopo siano intercorsi rapporti tra queste Organizzazioni imprenditoriali e l’OBI o con lo stesso consigliere Mastellone sull’argomento specifico che fornisce una chiave di lettura tecnica imprescindibile per chiunque voglia approcciare ai temi dello sviluppo e della promozione locale in chiave di marketing territoriale coerente, allettante, competitivo sui mercati. Questo perchè la cultura del “fare sistema” implica una logica di consivisione con tutti gli attori che, a diverso titolo, costituiscono il sistema territoriale e concorrono con le rispettive azioni a organizzarlo come tale e quindi a promuoverlo. Per far ciò occorre sviluppare una “sensibilità e una capacità di lettura” di quanto avviene sul territorio.

Invece “Sorrento Coast” assume il significato di un’operazione fatta da una parte degli albergatori e dagli agenti di viaggio per vendere meglio i propri pacchetti turistici in fiere e altre iniziative similari. Di sistema rispetto al territorio, che poi rappresenta la risorsa più importante su cui puntare quando si tratta di fare marketing territoriale, neanche l’ombra.

Giuseppe Stinga presenta a Napoli il brand Penisola Sorrentina

Veniamo allora al secondo aspetto del nostro ragionamento per evidenziare ancora una volta la discrasia che esiste proprio tra quei soggetti che dovrebbero collaborare in modo puntuale e costantemente per lo sviluppo di sinergie utili ad accrescere e a qualificare l’offerta e di conseguenza a sostenere il settore turistico e tutto ciò che attorno ad esso ruota e si alimenta. Alcuni mesi fa è stato proprio il Comune di Sorrento, evidentemente dopo aver effettuato una puntuale ricognizione sul fabbisogno del territorio, dei suoi diversi attori e delle sue rappresentanze associativo-imprenditoriali, a farsi promotore di un’importante iniziativa in materia di marketing territoriale attraverso l’ideazione, la nascita e la presentazione di un brand territoriale – Penisola Sorrentina – attraverso il quale tutti i soggetti interessati a “fare sistema” avrebbero dovuto costruire un progetto di valorizzazione e di promozione territoriale in chiave turistica facendo leva sull’originalità, qualità e complessità dell’offerta territoriale. Un progetto tenuto a battesimo con il coinvolgimento istituzionale della Regione Campania che ha definito l’iniziativa un modello da imitare, come in parte è già avvenuto tra alcuni comuni dell’area dei lattari e della costiera amalfitana. Gli altri Comuni della Penisola Sorrentina sono stati chiamati a far proprio il progetto, cosa che hanno fatto ben volentieri, e neanche qualche settimana fa il “codice etico” su cui è stato costruita l’iniztiava è stato presentato dal vice sindaco di Sorrento Giuseppe Stinga nel corso di una manifestazione con il mondo dell’agricoltura che, in materia di offerta territoriale, sicuramente ha molto da dire e da fare in sintonia con gli operatori del turismo.

Vien allora da chiedersi, e dovranno condividere i lettori e i diritti interessati, che tutto ciò costituisce la prova di una congenita e permanente distonia di questo territorio a voler fare proprio quello che si annuncia di aver fatto, cioè il “sistema territoriale“, un processo che alla base ha la cultura della condivisione e dell’integrazione delle diverse componenti che vi partecipano concorrendo a presentare l’offerta globale del territorio con la sua straordinaria forza di attrattività e quindi di commercializzazione sui mercati nazionali ed internazionali.

Il marketing territoriale e quello turistico non possono prescindere, in alcun caso, dal coinvolgimento nella partita dell’attore principale di qualsiasi località, cioè l’Ente locale che ha compiti, funzioni e responsabilità imprescindibili per qualunque attore privato. E’ proprio dalla sinergia tra questi due soggetti che matura una convinta e una convincente politica di marketing, cosa che invece non emerge da quanto proposto e dichiarato dai promotori del Sorrento Coast i quali in nessun momento hanno fatto benchè minimo riferimento al progetto già intrapreso da Sorrento e dalle Amministrazioni della Penisola. Del resto è sufficiente leggere l’intervista rilasciata al Mattino da Costanzo Iaccarino per rendersene conto e per capire che, come al solito, ognuno procede per conto proprio alla faccia di ogni discorso di sistema che, sia detto chiaro e tondo, non appartiene al dna dei sorrentini.

Questo che cosa significa? Che la “Sorrento Coast” è una cattiva o improvvida iniziativa? Assolutamente no, se sarà capace di fare quel salto di qualità che, vincendo stereotipi e pregiudizi, la veda sintonizzarsi con il resto del territorio e con tutte quelle vive espressioni che concorrono a dare e a fare l’immagine di Sorrento e della Costiera in Italia, in Europa e nel Mondo intero.

Nè devesi considerare il ruolo dell’Ente pubblico un ostacolo, soprattutto quanto un’Amministrazione come quella di Sorrento fonda la propria prevalente identità, anche politico-amministrativa, sul turismo. Con ciò evidenziando un limite oggettivo perchè a rendere accogliente, vivibile, attraente concorrono tutti coloro che vivono e operano in una città, in un territorio e non possono da questi essere considerati “estranei” o “soggetti da sfruttare” per alimentare il proprio business. Nè e prova anche il fatto che non si è alzata una voce da parte di tali operatori su temi delicatissimi come la realizzazione delle aree discarica in Penisola Sorrentina, la crisi permanente e sempre più grave della mobilità con l’aumento dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico automobilistico di cui il turismo è parte in causa, della corretta valutazione di proposte in materia di applicazione della tassadi soggiorno turistica da parte dei Comuni con qualche interessante suggerimento venuto da qualche amministratore comunale (l’assessore al bilancio e finanze del Comune di Sant’Agnello) per un’applicazione differenziata del balzello introdotto dal Governo sulla base delle politiche per l’occupazione nel settore turistico.

Questo, ma non è tutto, significa fare sistema col territorio perchè gli orientamenti dei turisti, stranieri e italiani, sono dettati dall’attrattività che i territori sono in grado di esprimere e che vengono monitorati e valutati con sempre maggiore puntigliosità grazie alla quale è possibile rimodulare un’offerta sapendo che a Sorrento non ci si viene per soggiornare nel tal albergo, ma per apprezzarne il contesto globale che è frutto di una storia e di un’immagine che sono sempre più a rischio per le scellerate politiche che un po’ da parte di tutti vengono messe in campo al solo scopo di coltivare il proprio business.

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