Sant'Agnello

La convention di “Sant’Agnello prima di tutto”: parla Antonino Castellano

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L'intervento di Antonino Castellano

Alla convention del neonato movimento civico “Sant’Agnello prima di tutto” guidato da Piergiorgio Sagristani sono intervenuti diversi Consiglieri di minoranza per evidenziare il lavoro che hanno sin qui svolto e che si prefiggono di portare avanti fino al termine del mandato. Pubblichiamo, per tutti, l’intervento del consigliere Antonino Castellano, l’uomo su cui il leader ha puntato per sferrare la controffensiva al sindaco Orlando. Tant’è che Castellano ha rimesso la delega assessoriale circa un anno e mezzo fa passando all’opposizione per lavorare fianco a fianco con Sagristani alla realizzazione del progetto politico presentato all’Hotel La Pace e di cui tira le fila sul piano organizzativo.

Cari amici, gentili amiche,
chi mi conosce sa benissimo che alle parole preferisco i fatti.
Chi mi conosce sa che sono una persona concreta, che non ama incantare con frasi ad effetto, belle da sentirsi ma, il più delle volte, prive di contenuto.  Chi mi conosce sa che prediligo un impegno vero ad una promessa illusoria, destinata a non avere seguito.
 Ed è per questo, che non nascondo l’imbarazzo a prendere la parola e parlarvi di chi, come noi, senza presunzione alcuna, ha preferito assumere una posizione critica rispetto ai tanti vuoti proclami che, da tre anni a questa parte, si sprecano in circuito di contraddizioni: quello che vale oggi non varrà domani, quello che varrà domani sarà diverso dal dopodomani.
In un triennio, Orlando è riuscito, infatti, nell’impresa di fare tutto e il contrario di tutto, di contraddirsi in un giro di lancette: si è passati da una “proclamata” maggioranza granitica ad una composizione eterogenea dai numeri risicati, da un esecutivo che doveva durare nel tempo ad una Giunta che non trova pace e ciclicamente è costretta a rivoluzionare volti e deleghe.
Come si può governare un paese in questo modo?  Come si possono raccogliere le sfide della recessione economica e dei corposi tagli alle amministrazioni locali dove regna pressapochismo e incuria? Me lo sono chiesto più di un anno fa e ho trovato la risposta. E ho agito di conseguenza, attraverso una scelta impopolare: lasciare la carica di assessore pluri-delegato per dire “no” a questo modus operandi, per dire “no” a questa amministrazione ferma, che non costruisce, che non riesce ad abbandonare una palude di mediocrità gestionale decisamente preoccupante. Ho deciso di dire “no” ad un’amministrazione che è continuamente “ostaggio” del consigliere o dell’assessore di turno per potersi garantire l’autosufficienza di voti.  Avrei potuto anch’io conformarmi al sistema, sdraiarmi comodamente sulla poltrona del potere, aspettare la vigilia delle elezioni del 2013 e poi salire sul carro del cavallo vincente. Non l’ho fatto.  Ho detto “no” ad Orlando quando ho capito che il sindaco, nel 2009, pensava più alla riconferma che non ad amministrare un paese in sofferenza. Un paese che, oggi, non riesce nemmeno a garantirsi la manutenzione ordinaria alla strade e al cimitero: le nostre strade sono diventate una Baghdad “post-bellica” e nessuno se ne cura.
E il sindaco, invece, cosa fa? Pensa a lanciare una fantomatica iniziativa per le assegnazioni degli alloggi popolari: sono armi di distrazione di massa, per coprire il fallimento della sua amministrazione.
Il sindaco, inoltre, crede di potersi riaccreditare nell’opinione pubblica rendendosi protagonista di improbabili campagne di stampa: risorse sprecate. Il suo tempo è finito ancor prima della scadenza naturale del mandato.
A noi non interessa quando si andrà alle urne: non è un problema temporale. In ogni caso, infatti, saremo pronti a governare. Il problema  riguarda Sant’Agnello che regredisce pericolosamente giorno dopo giorno, e che potrebbe ritrovarsi, da un momento all’altro, ad un passo dal precipizio.
Basti pensare al settore dei rifiuti, che ho avuto modo di gestire da assessore: la quota di differenziata, raggiunta nella mia gestione, si abbassa di anno in anno. Basti pensare alla gestione delle strutture sportive, ai lavori pubblici, agli interventi di manutenzione ordinaria, ai piani della mobilità: disastri su disastri. Questi sono i fatti. E la stessa regressione si conta anche per altri comparti amministrativi.  Noi siamo qui per riprendere un percorso ambizioso, per tornare a guidare un paese che ha bisogno di stabilità, di amministratori che pensano a come meglio governare non a come meglio restare al governo. La differenza tra noi e Orlando è proprio questa. Dalla nostra parte, abbiamo la forza dei fatti, la forza del nostro recente passato. Il mio impegno disinteressato e passionale di amministratore pubblico, la mia professionalità di imprenditore del posto, il mio impegno ventennale nello sviluppo del calcio in costiera sorrentina sono risultati sotto gli occhi di tutti: nessuno me li potrà togliere.
Con Sagristani abbiamo rispolverato un vecchio sogno, ma sempre tanto attuale: far rivivere a questa città e alla sua gente i fasti di un tempo. Un tempo dove l’amministrazione era attenta alle esigenza della città, dai dettagli di un’aiuola da sistemare alle grandi opere, un’amministrazione vicina ai più piccoli e agli anziani, alle famiglie e alle fasce deboli e disagiate. Il nostro è un progetto sollecitato dal basso e aperto verso il basso: i nostri concittadini, che sono e saranno protagonisti del nostro laboratorio di idee, ci stanno chiedendo semplicemente di  fargli recuperare il senso di appartenenza ad una comunità che si ritrova senza dignità, senza fierezza, senza quei sentimenti indispensabili per sentirsi cittadinanza attiva del paese. I nostri concittadini vogliono recuperare il moto di orgoglio di essere santanellesi: un orgoglio perduto a causa di un’amministrazione senza bussola, senza meta, che dimentica da dove viene e non sa dove vuole andare, che scorda di essere stata chiamata per fare gli interessi della gente e si ritrova oggi ad elemosinare un voto per continuare ad appagare l’interesse egoistico a mantenere una poltrona.   Il nostro è un progetto di governo concreto, non un’accozzaglia di nomi, non un cartello dove all’interno c’è tutto e il contrario di tutto. Insieme sì, ce la possiamo fare. Grazie a tutti“.

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