Piano di Sorrento

Dopo “Piano Commerciale” chiude pure la “Pro Loco” di Piano di Sorrento…

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Domenico Cinque

PIANO DI SORRENTO – Dopo lo scioglimento dell’Associazione “Piano Commerciale” annunciata qualche giorno fa a seguito del mancato accordo con l’Ascom locale cui si proponeva una fusione con la nomina di un nuovo presidente, è la volta della PRO LOCO di Piano di Sorrento che è stata sciolta con decreto della Regione Campania per non aver adempiuto agli obblighi di rendicontazione annuale (esattamente gli ultimi due anni) e allo svolgimento del tesseramento trattandosi di un’Associazione sottoposta alla vigilanza dell’ente regionale e dell’Ept. La notizia trapelata dalla Regione e che troverà la conferma con la pubblicazione sul Burc del decreto di scioglimento, segue alle polemiche scatanatesi qualche settimana fa quando si è aperta la discussione sull’esigenza di eleggere un nuovo presidente al posto di Domenico Cinque che, essendo stato assunto al Comune di Piano, avrebbe avuto qualche problema e conflitto nell’esercizio della direzione e rappresentanza dell’associazione visto che la stessa può essere beneficiaria di finanziamenti comunali per lo svolgimento delle proprie attività. Sarebbero state così avviate anche delle consultazioni per trovare un’intesa sul nome del nuovo presidente, ma nessuno evidentemente era a conoscenza del decreto che praticamente ha cancellato la PRO LOCO di Piano di Sorrento dall’albo regionale. E’ chiaro che la  questione è destinata a suscitare polemiche, ma di fronte a inadempienze per le quali la Regione ha dovuto esercitare i propri poteri resta ben poco da dire. Sono anni ormai che Piano di Sorrento non riesce a esprimere un’associazione di promozione turistica all’altezza delle aspettative e di un glorioso passato che è praticamente rimasto tale. Quando, all’indomani delle elezioni a Piano del 2007, un gruppo di imprenditori turistici si fece promotore di rifondare l’Associazione Pro Loco tenuta a battesimo dal Sindaco Giovanni Ruggiero nell’aula del consiglio comunale fu eletto presidente l’imprenditore turistico Enzo D’Aniello, l’intento dei promotori era quello di sviluppare una politica di attrazione per il turismo. Allora si registrò, del tutto inaspettatamente e quasi contemporaneamente, un’analoga iniziativa ispirata dal consigliere comunale Gianni Iaccarino, allora come oggi leader dell’opposizione consiliare, che diede vita a un’altra associazione  Pro Loco da lui presieduta e animata dallo stesso Domenico Cinque. Dopo circa un anno di discussioni e di rivalità si addivenne, d’intesa con l’Amministrazione comunale, alla decisione di unificare le due associazioni per l’improponibilità di avere in un piccolo centro due associazioni pro loco, peraltro con lo stesso nome, che operavano distintamente. Una decisione che si concretizzò con la decisione del gruppo di D’Aniello&Co di fare un passo in dietro passando tutto nella mani di Domenico Cinque e del suo gruppo che ne assunse il controllo e la gestione fino a oggi quando, di fatto, la Pro Loco ha finito col chiudere i battenti e con essa ogni ulteriore credibile proposta di promozione turistica locale. Ma ci sono dei retroscena che spiegherebbero la coincidenza fra i due scioglimenti! Secondo indiscrezioni l’operazione “cancellazione della pro loco” potrebbe essere stata voluta per scongiurare il rischio che, dovendosi svolgere regolari elezioni con un tesseramento aperto a nuovi soci e cittadini interessati, ne sarebbe potuta derivare qualche “sorpresa”. In effetti alla base di questa decisione potrebbe esserci il progetto di far confluire in una nuova Pro Loco i promotori della disciolta Piano Commerciale che in questo modo troverebbero una legittima collocazione e libertà di cittadinanza potendo proseguire nelle attività promozionali senza confliggere con l’Ascom e intaccarne l’organizzazione. Trapela anche il nominativo del possibile futuro presidente, Marco D’Esposito, espressione di Piano Commerciale, che è stato anche in corsa per un posto in lista alle amministrative con Ruggiero, ipotesi che fu poi scartata per i possibili conflitti di candidature e che fu anche causa di qualche mal di pancia nei confronti di Ruggiero da parte della presidente Giusy Aversa. In ogni caso ancora una volta è la politica a tirare le fila di un associazionismo locale incapace di esprimersi autonomamente per proporsi, soprattutto in settori molto importanti per gli interessi che rappresenta, quale interlocutore autonomo e credibile rispetto alle istituzioni e come dovrebbe essere nella suddivisione di ruoli e competenze oltre che di mission.

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