Sorrento

Unione dei Comuni, Fiorentino chiede dibattito in consiglio comunale

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Rosario Fiorentino "Insieme per Sorrento"

SORRENTO – Si riaccendono i riflettori sulla costituenda Unione dei Comuni della Penisola Sorrentina e nella prossima adunanza del consiglio comunale di Sorrento se ne discuterà a seguito dell’iniziativa assunta da Rosario Fiorentino, capogruppo della civica Insieme per Sorrento approdato all’UDC, che ha formalizzato la presentazione di un documento che pubblichiamo integralmente e cui farà seguito una nostra riflessione sullo stato dell’arte su questa vicenda. Scrive Fiorentino a Sindaco, Presidente del Consiglio, Assessori, Consiglieri, Segretario generale e Dirigenti del Comune di Sorrento:

Oggetto : Richiesta  di trattazione  Urgente e   di discussione dell’ argomento “ Unione dei Comuni della Penisola Sorrentina”. – nella prossima seduta di Consiglio Comunale –

Il sottoscritto Rosario Fiorentino nella veste istituzionale di capogruppo della Lista Insieme per Sorrento ritiene doveroso trasmettere una prima nota sull’argomento indicato nell’oggetto della presente comunicazione richiesta.  Di seguito si riportano ampi stralci del documento elaborato : “ La discussione di queste settimane sulla proposta di istituire l’Unione dei Comuni mi lascia senza parole. Il testo di proposta che circola fa presagire ad un altro carrozzone dove poter aumentare la spesa senza un minimo di controllo ed essere un duplicato di cose già viste. Il senatore Raffaele Lauro e chi con lui formula proposte del genere devono tener presente una serie di considerazioni e riflessioni che cercherò di esporre succintamente riservandomi poi nelle sedi Istituzionali e nei confronti pubblici che auspico verranno prima di ogni decisione, e avendo pari dignità di tempo nell’illustrazione al fine  di poter approfondire ed articolare le proprie idee e convincimenti. In primo luogo dobbiamo sapere che da alcuni anni i Comuni sono in forte sofferenza di bilancio. Taglio dei trasferimenti, crisi economica strutturale, patto di stabilità, nuove competenze. Ciò impone a tutti una seria presa in carico della propria comunità. Gli aumenti indiscriminati di tasse, tributi e balzelli vecchi e nuovi serviranno solo a ritardare di qualche anno l’assunzione di decisioni impopolari e di drastiche riduzioni della spesa (da quella facoltativa a quella obbligatoria). Non ci sarà governo che possa modificare un percorso già delineato da alcuni anni circa il ruolo e le funzioni del Comune nel prossimo futuro. E qui non si tratta di convenire con la spietata analisi di un urbanista che annuncia la fine della città dopo cinquemila anni di vita se si va avanti depauperando e deturpando sistematicamente l’ambiente e il paesaggio ( “La fine della città“ di Leonardo Benevolo Ed. Laterza ). Dobbiamo anche dirci con estrema sincerità che la riforma degli Enti Locali che ha dato più potere ai Sindaci ed ha notevolmente abbassato il livello di controllo e di autocontrollo, basti pensare ai vari organi scomparsi il Comitato di controllo, di recente il difensore civico  e al tempo stesso le diverse nomine di organi, demandati al Sindaco. Tutti i “Nominati”,  preoccupati di non essere più incaricati mettono la loro scienza e il sapere per studiare  come fare per rinviare decisioni che non si possono più procrastinare. Collegio dei revisori, Commissione Edilizia e BB.AA, Nucleo di valutazione, dirigenti, etc. etc. Contestualmente sono proliferate società, Istituzioni, Enti, Fondazioni, di ogni tipo al punto che possiamo facilmente dichiarare che centinaia in Penisola sono gli “amici” e gli “amici degli amici” nominati. Quasi un esercito tra Consiglio d’Amministrazione, Collegi dei revisori, direttori, componenti di organi di Istituzioni, e anche super dirigenti come nel Piano Sociale di Zona NA13 ad esempio dove si gestiscono milioni e milioni di euro all’anno (senza che i Consiglieri comunali e gli Assessori svolgono quel ruolo di indirizzo e di governo che è demandato loro dalla legislazione. Bene la scelta fatta  dai Comuni di Meta e di Vico Equense di uscire dal Coordinamento Istituzionale e dal Piano Sociale di Zona  e quindi far riflettere per come rilanciare e proseguire . Uno stato di anarchia totale dove ognuno si sente autorizzato nel continuare senza alcun limite e freno nel ricevere e dare. Un altro aspetto non secondario è il livello di preparazione della classe dirigente. Il grado di competenze e professionalità che la politica mette in campo per poter fare questo famoso salto di qualità che la società civile chiede da tempo e  con sempre maggiore forza. A questo punto la situazione per chi intende comprendere l’Unione dei Comuni della Penisola è più chiara ma prima serve rileggere ciò che dice la norma, art.32 del  d.lgs. 267/2000 recita: “Le unioni di comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni di norma contermini, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza.  2. L‘atto costitutivo e lo statuto dell’unione sono approvati dai consigli dei comuni partecipanti con le procedure e la maggioranza richieste per le modifiche statutarie. Lo statuto individua gli organi dell’unione e le modalità per la loro costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall’unione e le corrispondenti risorse.  3. Lo statuto deve comunque prevedere il presidente dell’unione scelto tra i sindaci dei comuni interessati e deve prevedere che altri organi siano formati da componenti delle giunte e dei consigli dei comuni associati, garantendo la rappresentanza delle minoranze.  4. L‘unione ha potestà regolamentare per la disciplina della propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa affidate e per i rapporti anche finanziari con i comuni.  5. Alle unioni di comuni si applicano, in quanto compatibili, i principi previsti per l’ordinamento dei comuni. Si applicano, in particolare, le norme in materia di composizione degli organi dei comuni; il numero dei componenti degli organi non può comunque eccedere i limiti previsti per i comuni di dimensioni pari alla popolazione complessiva dell’ente. Alle unioni competono gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad esse affidati”,  e per noi  del Comune di Sorrento le norme statutarie vigenti.

Proiettare l’insieme della nostra Penisola verso l’unica scelta e obiettivo da perseguire con tenacia a medio termine .

Il comune Unico. Ma prima bisogna avere consapevolezza che non si tratta solo di avere maggiori possibilità di ottenere risorse finanziare per nuovi investimenti pur importanti o modificare alcune norme regionali in materia urbanistica ma porre al centro della politica la dignità della persona umana e la famiglia intesa come l’insieme della comunità. Per fare ciò bisogna  impegnarsi seriamente e con risolutezza per :

Le risorse e gli strumenti per il governo – Le nostre scelte di governo dovranno essere supportate dal reperimento di adeguate risorse, dalla razionalizzazione della spesa pubblica, da un’amministrazione comunale più efficiente e vicina ai cittadini e dal miglioramento dei servizi pubblici locali.

Il federalismo fiscale – Guardiamo con interesse al federalismo fiscale, ritenendo l’autonomia impositiva e finanziaria degli enti locali una positiva molla per lo sviluppo dei servizi erogati. Crediamo inoltre  che la possibilità di una contribuzione mirata agli “utilizzatori di Sorrento” rappresenti un modo corretto e innovativo per portare risorse a una città vissuta da molti più cittadini di quelli che vi risiedono. Tale modalità rappresenta una condizione di equità e di giustizia che non contraddice lo sviluppo e non si contrappone alla domanda turistica.

Più governo meno gestione – Il Comune deve recuperare e potenziare la funzione di indirizzo e controllo, rinunciando a compiti meramente gestionali che possono essere affidati al libero mercato.

La riforma dei servizi pubblici locali – I servizi pubblici locali hanno un’importanza fondamentale per la qualità della vita dei cittadini e costituiscono uno snodo fondamentale dell’azione di governo in molti settori strategici (mobilità,energia, ciclo integrato dell’acqua, rifiuti, casa). Per garantire una maggiore efficienza, il “pubblico” deve definire con chiarezza gli standard minimi di qualità, associati a controlli rigorosi e a sanzioni incisive ( carte dei servizi che integreranno la carta dei servizi turistici ) . Nei controlli sarà necessario coinvolgere a pieno titolo i cittadini-utenti, con forme sistematiche e trasparenti di raccolta dei reclami, delle segnalazioni, dei suggerimenti e con la garanzia del rimborso dei danni subiti a causa del mancato rispetto degli standard minimi.

LA CITTA DELLA  LEGALITA’ E DEL BUON GOVERNO

Il Comune presidierà la cultura della legalità e del buon governo con un apposito progetto , secondo il quadro delineato dalla   Circolare ministeriale del Ministero Pubblica Istruzione, 302 del 1993: “Educare alla legalità significa elaborare e diffondere un’autentica cultura dei valori civili. Si tratta di una cultura che .-intende il diritto come espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni consapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni; -consente l’acquisizione di una nozione più profonda ed estesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla consapevolezza della reciprocità fra soggetti dotati della stessa dignità; -aiuta a comprendere come l’organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche; – sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette”. “L’educazione alla legalità si pone non soltanto come premessa culturale indispensabile ma anche come sostegno operativo quotidiano, poiché soltanto se l’azione di lotta sarà radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, essa potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all’incalzare temibile del fenomeno criminale.”

Un’amministrazione responsabile, trasparente, orientata ai risultati Tutti i nostri sforzi rischiano di rimanere vani se gli uffici comunali non saranno all’altezza della sfida: una buona e agile organizzazione interna, una missione condivisa, la formazione continua del personale, la motivazione dei singoli, la semplificazione della macchina, i percorsi di carriera legati al merito sono alcuni degli obiettivi da perseguire. Il Comune dovrà infine avere i suoi conti e i suoi dati di performance più che in regola, infatti anche il miglioramento dei dati finanziari e gestionali costituisce un miglioramento di immagine ed uno dei presupposti di base di marketing pubblico per lo sviluppo, in quanto la nostra area si candida ad essere un territorio di eccellenza dell’Unione Europea. Allora parlare di Unione dei Comuni senza dire che è la prima fase di un percorso che vedrà in tempi certi, previo referendum dei cittadini lo scioglimento di tutti i Consigli Comunali per l’elezione di un unico Sindaco una sola Giunta ed un unico Consiglio comunale e così a continuare. E’ tassativo prevedere almeno 3 cose semplici, che abbiano un notevole impatto economico e di bilancio:

  1. l’Unione dei Comuni deve andare avanti con il solo personale in comando dai Comuni che partecipano con il sistema proporzionale;
  2. lo scioglimento delle diverse società, e almeno nei settori della cultura, turismo e rifiuti, trasporti  piano sociale di zona, Acqua Bene Pubblico.
  3. determinazione di un piano di azione, comunicazione e coinvolgimento dei cittadini con adeguate forme di partecipazione e di controllo sulla gestione e sul funzionamento potenziando gli strumenti di verifica, etc.

Per esplicitare ancora meglio l’attuale situazione occorre tener presente che i duri tagli alla finanza locale ci costringono quasi all’impossibilità di chiudere i bilanci di previsione per il 2011 se non con tagli che vanno oltre il 30%. Occorre che gli amministratori percepiscono fino in fondo la necessità di essere protagonisti di questa nuova e complicata fase sapendo che è finito il tempo di spepero del denaro pubblico o mantenere in piedi gestioni spendaccioni e fuori dal mercato . Farsi carico dell’urgenza e della sfida significa che c’è ancora speranza nel rilascio di un moderno sistema di autonomia locale.

Il cuore del ragionamento non può essere ciò che ci propina il PDL e il senatore Raffaele Lauro. Occorre dignità ed orgoglio, nessuna sottomissione ma riportare al centro l’uomo e la famiglia sempre più macellata dalle politiche del governo e dai vertici di una chiesa locale che stenta a preoccuparsi ed esigere un’adeguata politica per le fasce deboli.

Sorrento e la Penisola non ha bisogno di elemosine, ma di politiche sociali che affrontano le varie emergenze. Se parliamo di queste cose perché siamo consapevoli del fallimento delle azioni di governo e della superficialità con cui alcuni sindaci si atteggiano sulle diverse problematiche. L’amara verità e che siamo al capolinea. Il disavanzo cresce, i tagli sono sempre più all’ordine del giorno, Tremonti mette “le mani avanti” ed annuncia nuovi tagli ed una nuova manovra economica e il federalismo è solo propaganda e porterà solo chiacchiere e nuove tasse. Dipende da Noi. non dobbiamo delegare ad altri il compito tutto nostro. Tocca a noi dunque. Spero che con queste brevi considerazioni si possa sviluppare un dibattito dove si creino le condizioni per una decisione ampia e condivisa che superi le logiche  di schieramento e  modifica l’attuale proposta e approccio .

Rosario Fiorentino – Capogruppo Insieme per Sorrento

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