Diario Politico©Raffaele Lauro

Federalismo fiscale, alla guida dei Comuni ci vuole una nuova classe dirigente

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B&B uniti dal federalismo fiscale

Con l’approvazione del “federalismo fiscale“, dazio alla Lega per la sopravvivenza del Governo-Berlusconi, cambia e non di poco la politica fiscale degli Enti Locali sui quali incombono scelte che avranno, da subito, effetti diretti sulle tasche dei contribuenti. I cittadini saranno cioè soggetti ad aumenti di imposte e a nuovi tributi che serviranno a finanziare i loro Comuni. Quindi aumenta, anzicchè diminuire, la pressione fiscale a dispetto dei proclami berlusconiani e l’attenzione del cittadino deve necessariamente spostarsi su due elementi decisivi: la qualità, a 360 gradi, della classa amministrativa che governa il proprio Comune e la qualità e quantità della spesa che dipende direttamente dalle entrate locali. Secondo la filosofia leghista-berlusconiana ciò dovrebbe tradursi in un maggior protagonismo dei cittadini che, in base alle maggiori o minori capacità amministrative dei consigli comunali e dei diversi organi, potranno scegliere se premiarli o bocciarli elettoralmente. Si accentuano le differenze: basti pensare per esempio alla tassa turistica che sarà facoltà solo di comuni turistici, capoluoghi di provincia e città d’arte e che sicuramente avrà un effetto positivo sulle casse dell’ente il quale, a questo punto, dovrà perlomeno sviluppare un’offerta dell’accoglienza complessivamente più elevata se non intende veder trasformata questa tassa in una vera e propria “tangente” sui turisti e sulle attività connesse. Insomma la rivoluzione federale cambia il rapporto tra amministratori e amministrati e ciascuno di noi è chiamato ad alzare il livello di attenzione sull’operato della propria pubblica amministrazione che sempre di più dovrà essere sottratta alla gestione di un personale politico dequalificato o incampetente, per privilegiare il governo responsabile e qualificato di una classe dirigente preparata e all’altezza della sfida imposta anche da queste novità, ma non solo. Vediamole, in sintesi, alcune di queste novità per cercare di comprendere che cosa ci attende come cittadini e come classe amministrativa.

Le misure del decreto sul federalismo municipale entreranno in vigore all’indomani della firma del Capo dello Stato e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La riforma entrerà a regime nel 2014, ma alcune novità sono immediatamente operative, anzi qualcuna con effetto retroattivo per quanto concerne per esempio l’Irpef che sui redditi 2010 consente al Comune di aumentare l’addizionale con una determinazione da adottarsi entro il 31 marzo prossimo fino a un massimo dello 0,2% annuo. C’è poi la cosiddetta cedolare secca sugli affittiche varrà sui redditi da locazione, per i soli immobili affittati a uso abitativo, a partire dal 1 gennaio 2011. Al posto dell’attuale tassazione irpef progressiva e dell’imposta di registro, arriva un prelievo fisso del 21% (che scende al 19% per i canoni agevolati). Resta però un’opzione del proprietario: chi lo riterrà conveniente potrà restare col regime irpef, ma chi opterà per la cedolare non potrà più aumentare l’affitto. E’ l’unico vantaggio per gli inquilini, visto che è saltato il fondo per gli sgravi. Tassa di soggiorno e tassa di scopo. Anche queste due nuove imposte possono essere operative già da quest’anno. I Comuni per introdurre la tassa di soggiorno dovranno attendere l’emanazione di un regolamento entro 60 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge. In caso di mancata emanazione, potranno comunque procedere e i capoluoghi di provincia, i comuni turistici e le città d’arte potranno chiedere ai turisti fino ad un massimo di 5 euro per notte di soggiorno. Per la tassa di scopo invece, che servirà per finanziare specifiche opere pubbliche, i comuni dovranno attendere un decreto del presidente del consiglio da adottare comunque entro il 31 ottobre 2011. Già da quest’anno e fino al termine della fase transitoria fissata per il 2013, ai comuni andrà il gettito dell’Irpef fondiaria, dell’imposta di bollo e registro sulle locazioni, il 30% del gettito sui trasferimenti immobiliari; e poi quota parte del gettito della cedolare secca (il 21,7% quest’anno, il 21,6 dal 2012). E sempre dal 2011 i comuni potranno contare su una compartecipazione all’Iva, equivalente alla compartecipazione all’irpef del 2%. Entro il 2014 la norma entrerà globalmente a regime. Tra tre anni l’Ici sulle seconde case andrà in pensione per essere sostituita dall’imposta municipale propria (Imu), con aliquota al 7,6 per mille. Come l’Ici, si pagherà solo sulle seconde case e sugli immobili commerciali. Come già avviene per l’Ici, saranno esentati gli immobili della chiesa, anche scuole, hotel e cliniche. Sempre tra tre anni arriverà anche l’Imu secondaria che sostituirà la tassa e il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicità e le affissioni, il canone per l’installazione dei mezzi pubbblicitari.

Un commento

  • Angelo Gargiulo

    Pregiatissimo signor Direttore, mi complimento per il suo editoriale che condivido in pieno. Fra le sue note mi piace commentare queste ricghe:

    “Insomma la rivoluzione federale cambia il rapporto tra amministratori e amministrati e ciascuno di noi è chiamato ad alzare il livello di attenzione sull’operato della propria pubblica amministrazione che sempre di più dovrà essere sottratta alla gestione di un personale politico dequalificato o incampetente, per privilegiare il governo responsabile e qualificato di una classe dirigente preparata e all’altezza della sfida imposta anche da queste novità, ma non solo”.

    Ecco questo è il nostro limite, parlo della comunità della penisola sorrentina che, in gran parte, è fatta dai soliti nomi, dai figli dei padri, da gente che fa una politica poco qualificata.

    Penso che se noi semplici cittadini non cambiamo i voti ne pagheremo amare conseguenze da questo ulteriore misfatto del duo BB, Berlusconi & Bossi: con la regia occulta di Tremonti.

    Distinti saluti.

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