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Cresce lo “spread” tra BTP italiani e BUND tedeschi: come è possibile?

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Santolo Cannavale

di Santolo Cannavale

Alcuni commentatori di testate giornalistiche si chiedono: “Perché torna la paura degli spread? Perché in Italia il differenziale BTP-BUND sale oltre quota 400? Provo a segnalare, tra le altre possibili, due motivazioni che ritengo preminenti:
1) Il Governo Monti ha volato basso, ha sbriciolato la sua iniziale credibilità. Si è impelagato tra farmacisti, tassisti, articolo 18 , imposizione di c/c ai pensionati, ecc.. Da buon “commissario straordinario” dell’azienda Italia doveva programmare e realizzare poche cose prima di “passare la mano“. A mio sommesso avviso, dopo aver sistemato il “carteggio con Bruxelles” doveva decidere un’imposta sui patrimoni medi e grandi. Quattro mesi fa bastava un quattro per cento sugli 8.000 miliardi di euro di beni posseduti dagli italiani.
Il Governo a guida Monti doveva portare a casa 300 miliardi di euro, dare una spallata significativa al debito pubblico e diradare le aste di BOT e BTP. I mercati avrebbero applaudito, la borsa avrebbe risposto con aumenti del 40/50 per cento, i BTP a lunga scadenza avrebbero guadagnato il 25/30 per cento del proprio valore, i tassi d’interesse sulle nuove emissioni di titoli pubblici sarebbero scesi a livello di quelli francesi.
L’intervento andava spiegato con pacatezza, sottolineando il carattere non punitivo dello stesso, anzi riconoscendo ai possessori di grandi patrimoni il merito storico di poter salvare il Paese. Agli stessi si poteva prospettare la possibilità di recuperare l’esborso con lauto guadagno sul restante patrimonio a seguito dei rialzi dei mercati e del buon andamento dell’economia non penalizzata dai prevedibili, drastici ridimensionamenti di consumi e posti di lavoro.
2) I risparmiatori hanno ben fissato nella mente il comportamento della Grecia che, dalla sera alla mattina, in maniera scorretta ed illegale, ha imposto un taglio del 75% a tutti i risparmiatori – molti gli italiani – anche a quelli che espressamente non avevano aderito alla proposta di ristrutturazione-rapina del debito pubblico ellenico (swap). Proposta discussa e concordata solo ed esclusivamente con l’associazione delle grandi banche internazionali, “ristorate ed appagate” con l’erogazione di 1.000 miliardi di euro da parte della BCE, con durata triennale e tasso d’interesse all’uno per cento.
Ad oggi il Governo italiano e l’Unione europea non hanno mosso un dito a favore di questi risparmiatori danneggiati, anzi hanno brindato al “successo dell’operazione greca”, senza rendersi conto del pericoloso precedente che pone a rischio la stessa stabilità dell’Unione.
Da qui il ragionamento dei risparmiatori: la “tecnica di spoliazione” adottata dalla Grecia ed avallata dall’Unione europea prima o poi sarà riproposta in Spagna, Irlanda, Portogallo, Olanda, Italia, ecc..
Con tali premesse e con il sostanziale fallimento del Governo Monti, i risparmiatori si tengono alla larga dai titoli di Stato e lo “spread” italiano BTP-BUND purtroppo segnerà livelli fino ad oggi mai raggiunti. A quel punto si decideranno le CAC (clausole di azione collettiva) all’italiana, come scorrettamente e disinvoltamente sperimentato ad Atene. Con ciò il nostro Paese si giocherà, in un colpo solo, dignità e sovranità.

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