Italia

A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare? (Totò 1898-1967)

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di Luigi Poi

E’ sempre proibito parlare di tagli alla spesa pubblica ? Ed è ancora accettabile lo sperpero del denaro pubblico ? Due vicende hanno trovato spazio sulle prime pagine dei giornali nazionali, anche di quelli che sono portatori del “pensiero unico”. Gli sperperi e gli abusi dell’Istituto zoo-profilattico sperimentale del Mezzogiorno: “Tamponi per 30 milioni, maxi aumento di stipendi, ecco i conti fuori controllo“ – da La Repubblica del 19 aprile.
Oltre i soliti aumenti che con prassi, oramai fuori controllo, si auto assegnano molti degli apparati statali e parapubblici, l’Istituto in discorso ha effettuato tamponi e test molecolari non giustificati dalle ASL e affidati indiscriminatamente ad aziende private.
L’altro pessimo esempio ed immorale accadimento riguarda sempre lo sperpero del denaro pubblico questa volta a favore di privati.
Aggirata ogni norma sui ristori per dare al gestore autostradale (gruppo Benetton) 1 miliardo per un anno a compensazione di mancati introiti. Sfondato perfino il tetto dei 150.000 euro “– da La Verità del 20 aprile.

Sono solo due esempi (l’elenco sarebbe lungo) della dilapidazione dei soldi dei contribuenti onesti; uno scialacquamento incessante ed incontrollabile che non solo svuota le casse statali, regionali e comunali ma droga l’economia, mortifica il lavoro sano e produttivo, soprattutto offende chi ogni giorno deve darsi da fare per sopravvivere dignitosamente e garantirsi il soddisfacimento dei bisogni essenziali!
A queste due tipologie di magagne della mangiatoia pubblica, per nulla isolate ed occulte, si aggiunge quella dell’evasione fiscale . Ma quello che è ancora più grave è che il famoso taglio “dei rami secchi“ continua ad essere rimandato dall’agenda politica.
Addirittura pare proibito sia parlarne che scriverne! Meglio discutere di patrimoniale, vera arma di distrazione di massa!
Intanto il Presidente Draghi punta tutto sull’abbattimento dei consumi energetici, sopportare di più il caldo bloccando il condizionatore sotto i 25 gradi per il momento limitato agli edifici pubblici e successivamente a quelli privati.

Per il freddo invernale pullover di cashmere e cappellini di lana vergine anche in casa dimenticando che la metà degli Italiani non ha o non può economicamente permettersi di utilizzare condizionatori ed il cashmere lo vede solo nelle vetrine dei negozi di lusso. Al 2019 (Fonte Istat) solo il 43% delle case italiane usufruivano dei climatizzatori.
Ma principalmente si dimentica che c’è una Italia che è stata beneficiata dagli effetti economici della pandemia e della guerra in Ucraina, c’è una Italia che non ha perso e non ha vinto, c’è una Italia che ha preso dolorose mazzate, c’è una Italia che si accontenta del reddito di cittadinanza integrandolo con lavoretti a nero.
Anche il Grande Banchiere non fa nessun accenno alla possibilità di tagliare i “rami secchi” della spesa pubblica anzi lascia passare continui aumenti di stipendi (nei Ministeri nel solo 2022 i dipendenti riceveranno aumenti fino a 2449 euro all’anno – fonte il Sole 24 ore –febbraio 2022) e maggiori impegni economici per consulenze, il tutto a carico della spesa corrente. Il che insieme ai maggiori oneri determinati dalla incrementata immigrazione dovuta alla crisi della Ucraina e agli ormai incontrollati e massicci arrivi dalla sponda africana, determinerà un necessario scostamento dalle previsioni di bilancio.

Ci rimane la storica affermazione : “non utilizzare i condizionatori al di sotto dei 25 gradi!“ Grande idea, innovativa , economicamente avanzata e talentuosa! Bene, bravo, bis! Perfino il pacifico e governativo Corriere della Sera si è chiesto ma come si farà? Chi deve essere controllato? Chi controllerà? Per il resto tutto tace? Non proprio!
La Spending Review fa un timido capolino nel documento DEF, come riforma dei meccanismi di controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica “assegnando degli obiettivi , su base annua, di risparmi ai vari Ministeri”.
Ma nello stesso tempo prevede un rafforzamento delle strutture esistenti (quindi assunzioni ed altra spesa corrente) e l’istituzione di un ennesimo comitato scientifico per le “attività inerenti alla revisione della spesa”, in parole povere altra burocrazia ed altri costi. Stando così le cose (sperpero, evasione, spesa corrente fuori controllo, costi straordinari per  sostenere gli immigrati economici ed i profughi, marea di consulenti a tutti i livelli, nuovi comitati di sapientoni, deficienza energetica) avremo inevitabilmente più debito, più deficit oggi, più tasse e più disoccupazione domani.
Pochi Italiani sanno quale è la differenza tra debito e deficit ma non c’è da preoccuparsi , non la conoscono nemmeno la maggior parte dei politici. Potremo comunque dire che il deficit è quell’ombrello che ci protegge in periodo di crisi. Il problema è che l’Italia l’ha tenuto aperto anche quando pioveva” – Carlo Cottarelli , 10 marzo 2022. All’inverso per il cammino della crescita servirebbe un taglio drastico alle tasse, alla burocrazia, allo sperpero ed alla spesa clientelare e parassitaria. Invece…e io pago!

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