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“Ahi serva Italia…” sempre più critica la nascita di una vera alternativa alla destra meloniana

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Il caso-Bari con lo scandalo dei voti comprati alle elezioni e gli arresti che ne sono conseguiti ha travolto il PD e mandato all’aria l’alleanza con i 5Stelle di Giuseppe Conte che ha fatto saltare le “primarie” per scegliere il candidato sindaco unitario per le amministrative nel capoluogo pugliese, ormai al centro di un’iniziativa politico-giudiziaria che vede in particolar modo la destra di governo all’attacco della roccaforte di centro-sinistra. Quel che ci interessa in questo momento però è la “fragilità” dell’intesa tra PD e M5S che, a torto o a ragione, son tornati a dividersi su questioni sicuramente importanti, ma compromettendo quel percorso di alleanza strategica necessario per contrapporsi con successo alla destra meloniana.

La domanda che ci poniamo è la seguente: M5S e PD potranno davvero costituire una solida, duratura e credibile alleanza alternativa all’attuale destra FdI-Lega-FI? Da quanto sta accadendo (non solo a Bari) le chance di successo sono ridotte al lumicino e con esse anche una possibile vittoria elettorale perchè entrambi i partiti hanno bisogno di un restyling concreto, di individuare un terreno comune sul piano programmatico a partire dalla politica estera e nello specifico sulla guerra, di riuscire a riportare alle urne quell’elettorato che se n’è allontanato da tempo e che rappresenta il vero e solo bacino di voti utili per poter vincere le elezioni.

Diversamente non c’è speranza di alternativa perchè questa destra a trazione meloniana incarna e quindi rappresenta quella parte d’italiani che cresce e pasce sulla pelle di una maggioranza silenziosa, strenuamente silenziosa e inconsapevole dei rischi che sta correndo per il presente e soprattutto per il futuro! L’unità dei tre partiti di governo la fanno le politiche che stanno sfacciatamente attuando dal primo giorno dall’insediamento e che intendono portare a termine con la riforma costituzionale, il premierato insieme all’autonomia differenziata che consacrerà la divisione dell’Italia ai danni del meridione e delle fasce sociali più deboli che questa destra non cura. L’attuale maggioranza sta consolidando il proprio potere e rafforzando le lobby cui sono legate, a cominciare da quelle delle armi! Tutto il resto sono fandonie, racconti a uso e consumo di un sistema mediatico completamente asservito, di una magistratura cui stanno togliendo giorno dopo giorno spazi di manovra così come a tutti gli organismi di controllo e di contrasto alle illegalità. Il PD a guida Schelein non è in grado di invertire questa rotta, il M5S di Conte ha l’obiettivo principale di portar via consensi proprio al PD per assumere la leadership di un’alternativa tutta da inventarsi e nello stesso tempo rinuncia a schierare alle elezioni cavalli di razza come la Raggi e Di Battista che sarebbero in grado di richiamare alle urne una cospiscua fetta di elettori delusi e demotivati. La comparsa sulla scena elettorale di Michele Santoro e della sua lista pacifista ha un senso e potrebbe rappresentare quella voce chiara che manca oggi a PD e M5S su un tema così delicato, ma si tratta di un tentativo che rischia di fallire per come è strutturato oggi il sistema elettorale e soprattutto quello mediatico. Insomma se al Governo siedono indagati, inquisiti e lestofanti, ignoranti e presuntuosi di ogni specie vuol dire che questo passa il convento e che sono lo specchio di un paese che da tempo ha smarrito quella cultura della legalità che ha contraddistinto una stagione che poteva rappresentare la svolta per la rinascita globale dell’Italia. Bastano i tre versi del Sommo a fotografare l’Italia di oggi:

«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!»

(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)

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