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Giustizia&carcere…troppi innocenti ogni anno reclusi ingiustamente

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di Luigi Poi

La notizia, freschissima, è che dall’1 marzo la Procura di Torino ha indagato Renato Curcio ed altri tre brigatisti rossi per lo scontro a fuoco del 4 giugno 1975 (sì, avete capito bene, proprio 1975 – mezzo secolo fa!) in cui persero la vita l’appuntato Giovanni d’Alfonso e la terrorista Mara Cagol“. Un’inchiesta sicuramente difficile ma che sia durata tanti decenni fa sorridere (“A volte si ride per non piangere, le spine ce le portiamo nel cuore!”) anche se invece sarebbe da preoccuparsi e seriamente. La lentezza della macchina giudiziaria, le carceri superaffollate, gli errori giudiziari preoccupano il cittadino comune (quello semplice, cioè quello che possiede la sola arma del voto per farsi sentire alla quale purtroppo e poco avvedutamente spesso rinuncia). Massimo Gramellini dalla sua finestra del Corriere della sera, “Il Caffè“, chiosa ironicamente: “la macchina della giustizia difficilmente riceverà multe per l’eccesso di velocità“.

Tempi lunghi per tutti o quasi tutti ma particolarmente tempi ingiusti per molti incolpevoli. Nei soli ultimi vent’anni sono stati circa 30.000 gli sventurati innocenti, finiti nella gogna mediatica, chiusi in galera, massacrati civilmente ed economicamente, senza colpe. E non solo politici o personaggi di spicco ma anche semplici, umili persone con poche risorse economiche e quindi poca polvere da sparare per difendersi. Gli ultimi casi (quelli più noti), il Sindaco di Lodi Uggetti, il Rettore di Tor Vergata professor Novelli, il pastore sardo Beniamino Zuncheddu, l’euro deputato Fidanza, il famoso vigile ”in mutande “ di Sanremo (incasserà circa trecentomila euro dal Comune). Sicuramente dalla elaborazione di questo articolo alla pubblicazione avremo notizia di altri innocenti. Anche in Penisola sorrentina la cronaca ha registrato tanti piccoli, medi, grandi errori giudiziari. I più noti hanno riguardato alcuni sindaci come il professore Bruno Antonelli (il fatto non sussiste, dopo 7 anni di graticola), l’ex primo cittadino di Vico, Gennaro Cinque (assolto dall’accusa di abuso di ufficio dopo 9 anni).

Uno Stato veramente democratico si basa su alcuni cardini fondamentali, uno di questa è una giustizia efficiente, veloce, imparziale, non ideologica, non corrotta. La politica come al solito divisa non riesce a fare un passo indietro ed a mettere in pole position il primario interesse dei cittadini (sia vittime che accusati) con l’obiettivo di una comune intesa per un giusto processo in tempi ragionevoli, per maggiori garanzie di imparzialità tra accusa e difesa, per la risoluzione del dubbio in modo umano, per ricorso al carcere come ultimo stadio, per lo stop all’iter mediatico-giudiziario. Non è un problema di destra, sinistra o centro. Qui stiamo parlando di persone, di essere umani, delle loro famiglie, delle loro vita spezzate, di “Carne viva“. Anche perché in Italia (ma anche altrove) pochi sono i carceri modello, in generale c’è un pericoloso sovraffollamento e poca attività di recupero. Immaginarsi, addirittura, quando rinchiusi e separati dal mondo in quelle disumane condizioni sono degli innocenti. L’associazione Antigone ha tracciato la fotografia dei carceri a fine 2023: “i detenuti sono 60.000 , oltre 10.000 in più dei posti realmente disponibili“.

La politica ponga il tema del carcere al centro della propria agenda e accetti di discuterlo senza preconcetti ideologici o visione di parte“ . Una richiesta sacrosanta a favore della vita e della dignità umana. Dacia Moraini ha recentemente rilasciato alla stampa un’intervista sollevando un condivisibile grido di dolore sulle carcerazioni: “Non diventino il luogo della vendetta sociale. I suicidi parlano per noi“! Quanti innocenti ogni anno finiscono in carcere o ai domiciliari? Quanto costa allo Stato risarcire? Quanti imputati escono assolti ed in quali condizioni fisiche, psicologiche ed economiche? I dati (aggiornati al 31 dicembre 2022) sono stati recentemente elaborati e ben specificati da uno studio di “Primo Piano“ pubblicato il 21 maggio del 2023. Il giudizio conclusivo dei ricercatori che si sono applicati a questo lavoro è “Innocenti in manette, i numeri della vergogna“. Ebbene dal 1991 al 31 dicembre 2022 sono stati “ammanettati30.778 innocenti con una media di 961 all’anno. “La pazziella“ è costata allo stato italiano quasi un miliardo di euro, per la precisione 932milioni 937mila euro, una media annua di quasi 30 milioni di euro! In venti anni l’ingiusta detenzione ha interessato decina di migliaia di cittadini famosi, meno famosi, sconosciuti.

Nel solo 2022 lo Stato ha rimborsato indennizzi per 27 milioni378mila euro. Lo studio è stato condotto da Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone (già autori di “Cento volte ingiustizia- Innocenti in manette“, Mursia editore). Molto maggiori sono i danni della gogna mediatica e quelli più difficilmente quantificabili dello stress morale e delle gravi conseguenze sulla salute a cui sono sottoposti i condannati innocenti ed i loro familiari. Enzo Tortora docet! Può forse interessare al lettore anche la triste classifica dell’ingiusta detenzione, città per città, anno 2021. Reggio Calabria occupa il primo posto con 90 casi, medaglia d’argento a Napoli con 75, sul podio sale anche Roma con 52 casi. Certamente nessuno si sogna di colpevolizzare i magistrati che, tra i tanti problemi, sono pochi e spesso con strutture e strumenti investigativi carenti. “Errare humanum est“. Succede in tutto il mondo e non solo nel settore della giustizia. Ma è da evitare l’accanimento “Perseverare autem diabolicum”.

Il dibattito è in corso tra resistenze corporative, scontri ideologici, visioni politiche diverse; qualche provvedimento è in arrivo come la riduzione dei tempi del tirocinio dei giovani magistrati da 18 a 12 mesi e come un concorso straordinario in magistratura riservato agli avvocati con almeno dieci anni di esperienza. Non solo la politica è divisa ma anche gli ordini e le associazioni professionali. Per noi semplici cittadini nutrire un senso di smarrimento è inevitabile. “Diventa obbligatorio, a certe condizioni e per alcuni reati, quanto già avrebbe dovuto esserlo da decenni: prima di sbatterti in galera preventivamente, fino a far scoppiare di detenuti in attesa di giudizio le carceri (incivili) di questo Paese, io PM ti devo interrogare. Si sa mai che mi ricordi di essere parte pubblica di un processo significhi anche valutare elementi a tuo discarico come mi prescrive la legge, evitando con ciò di arrestare, sputtanare a mezzo stampa e poi vedere assolti italiani per bene che a mezzo di tasse mi pagano lo stipendio perpetrando così quanto accade ogni giorno, tre volte al giorno, da 30 anni, in Italia” Andrea Ruggeri mercoledì 14 febbraio 2024.

Su “Il Riformista. Forse si può concludere parafrasando di nuovo Massimo Gramellini, sostituendo la parola “Giustizia” alla parola “Scuola“, del resta sanità, giustizia e scuola dovrebbero essere i cardini per una democrazia riconosciuta, stabile, efficiente e condivisa. “La giustizia, come la democrazia, si smarrisce quando diventa caos, ma anche quando pretende di assomigliare ad una caserma. Basterebbe lasciarsi guidare dalla fiaccola del buon senso , concetto un tempo borghese, ma oggi decisamente rivoluzionario”!
Federico Tedeschini (avvocato e professore incaricato di Diritto pubblico presso le facoltà di giurisprudenza dell’ Università di Siena e della Sapienza di Roma) su “La Discussione“ del 21 febbraio u.s., si è soffermato sull’andamento della giustizia penale, in particolar modo “sulla furia indagatoria di alcuni Procuratori della Repubblica che anche nei confronti di alcuni comuni cittadini hanno applicato gli strumenti eccezionali previsti per contrastare le organizzazioni mafiose“. Poi è arrivato il ministro Nordio, annunciando di voler completare il percorso appena iniziato, realizzando una riforma incisiva. L’ANM la lascerà passare ?

Il giustizialismo più bieco ha tentato, talvolta anche riuscendoci, a trasformare l’Italia in una sorta di arcipelago Gulag”. Parole più dure delle pietre! ( La Discussione – idem).
Indubbiamente è materia difficile e di competenza di chi la pratica o la studia. Certamente! Ma bisogna darsi una mossa perché il conto più salato, alla fine della giostra, lo paga sempre il cittadino comune, quello semplice che non ha voce, quello disarmato. Ci potrà venire in soccorso l’intelligenza artificiale?
E’ triste comunque annotare che i mass media ci soffocano con “chi sarà il prossimo conduttore di Sanremo“ e con “le liti tra Fedez e la compagna Chiara Ferragni“ dando così poco spazio alle vicende umane degli innocenti ed alle criticità del pianeta giustizia e del mondo carcerario!

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