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Ospedale Unico, interviene il dr. Vincenzo Iaccarino, ex sindaco di Piano di Sorrento

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di Vincenzo Iaccarino*

Mi sento in dovere di intervenire in questo spigoloso dibattito sul progetto del nuovo Ospedale per dare un contributo utile a superare una discussione cui in tanti partecipano, legittimamente, ma prescindendo da una serie di considerazioni che invece occorre tener presente: ancora di più chi è istituzionalmente preposto ad adottare una decisione, cioè il consiglio comunale di Sant’Agnello, dalla quale dipende il futuro dell’opera.

Cerco allora di riassumere il ragionamento:
1) il voto del consiglio comunale rappresenta l’ultimo atto di un lunghissimo iter avviato nel 2010 e che, nel corso di ben 13 anni e cioè fino a qualche mese fa, non è mai stato formalmente inficiato da chi oggi si oppone all’opera anche soltanto per valutare, in una fase istruttoria, possibili alternative alla scelta dell’ubicazione a suo tempo operata da tutte le Amministrazioni peninsulari. Scelta che fu poi indicata all’Asl Napoli 3 Sud al fine di prevedere nel proprio Atto Aziendale relativo alla riorganizzazione dei servizi sanitari e ospedalieri sul territorio la costruzione del nuovo Ospedale.
Quell’area, del resto, è frutto di una donazione con il vincolo di destinazione a ospedale, circostanza che è coerente con tutto l’iter svolto dall’inizio fino a oggi.

2) oggi non ci troviamo in una fase di valutazione sul “se” e sul “dove” realizzare l’opera, perchè non è su questo che è chiamato a esprimersi il consiglio di Sant’Agnello. Piuttosto il consiglio, che ha recepito con Delibera N°9 del 12 Aprile 2023 la variante al PUT che aggiorna il PRG con la previsione di poter realizzare l’ospedale, deve valutare le “osservazioni” che sono state presentate dalle Associazioni Ambientaliste le quali non ritengono fattibile, per svariate ragioni, l’opera. Quindi se il Consiglio dovesse accogliere queste osservazioni, conformerebbe alle stesse anche il proprio indirizzo amministrativo pregiudicando di conseguenza la fattibilità dell’opera.

3) la discussione di individuare un’area diversa da quella della sede distrettuale dove poter edificare l’ospedale non ha senso in questo momento perchè non è su questo che il consiglio deve votare. Inoltre individuare un’altra ubicazione significa azzerare tutti i procedimenti amministrativi sin qui adottati con la relativa progettazione e l’unica conseguenza di far saltare la realizzazione dell’opera per intraprendere un lungo e incerto percorso alla ricerca di un’altra area nella Penisola Sorrentina dove poter costruire il nuovo ospedale. Il che significa abbandonare definitivamente tale opportunità e perdere le risorse finanziarie che sono state appositamente stanziate per questo nuovo ospedale in ossequio a una collegiale volontà di tutte le Amministrazioni locali che avevano individuato in questo progetto l’unica occasione per adeguare i servizi ospedalieri del territorio alle esigenze dello stesso e conformi a quanto previsto dalla legge.

4) L’impossibilità tecnica di adeguare i due ospedali di Sorrento e di Vico Equense alla funzione di gestione emergenziale con tutti gli annessi e connessi è la ragione per la quale occorre realizzare il nuovo ospedale, sapendo che quelli attuali sono destinati a diventare “Ospedali di Comunità” per lo svolgimento di tutte le altre attività che oggi non si possono svolgere, se non in minima parte e con enormi problemi, in una vera e propria sede ospedaliera.

5) Tutte le problematiche di natura tecnica, idrogeologica, di gestione del traffico e così via sono strettamente connesse alla realizzazione dell’opera, come peraltro è stato ancora una volta evidenziato dalla stessa Regione ai Sindaci della Penisola, e quindi rispondoe soltanto a una logica di pregiudiziale ostilità al progetto il reiterare come insormontabili tali problematiche, ben sapendo che, come avviene per qualunque opera pubblica, i problemi correlati alla loro realizzazione li devono risolvere i tecnici.

6) Piuttosto che disinformare e prospettare catastrofi, credo sia molto più utile dare un’informazione corretta su tutta l’operazione all’opinione pubblica che ha il pieno diritto di saperne di più, ma nella fase in cui siamo insistere per tornare al punto di partenza, cioè al 2010, significa soltanto mandare all’aria l’unica vera opportunità che abbiamo di dotare la Penisola Sorrentina di una struttura ospedaliera che sia veramente tale e che possa richiamare anche nuovi operatori medici e paramedici che oggi, nei due nosocomi, non trovano alcun interesse a operare per tutta una serie di ragioni che pure vanno approfondite.

Su un tema così importante per gli interessi di tutti, e mi sia consentito che parlo a ragion veduta, non si può continuare ad alimentare lo scontro tra fautori del Si e del No all’ospedale. Nè utilizzare una petizione popolare, strumento di solito riservato alle minoranze per sensibilizzare chi governa, per indurre la maggioranza del consiglio comunale a fare le proprie scelte. Essa ha i numeri e quindi la forza per decidere. Se la volontà è quella di dire No al progetto, se ne assuma le responsabilità anche rispetto all’intera popolazione della Penisola Sorrentina oltre che della stessa Asl e della Regione Campania che ha investito in quest’opera importanti risorse finanziarie.

*Responsabile Cardiologia Utic Sorrento
Ex Sindaco di Piano di Sorrento e oggi
Consigliere Comunale

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