Napoli

Elezioni Amministrative, De Gregorio (Eav): “perchè dico no alle candidature di Maresca e di Fico”

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Umberto De Gregorio

Il dibattito politico a Napoli sulle elezioni amministrative di autunno continua con altri protagonisti che si affacciano sul palcoscenico di una città che sembra ansiosa di mettersi alle spalle il decennio del sindaco Luigi de Magistris che ha deluso gran parte delle aspettative dei Napoletani soprattutto in quest’ultima stagione legata alla pandemia covid-19 dove ha saputo soltanto contrapporsi al Presidente della Regione Vincenzo De Luca in un braccio di ferro spesso nauseante anche per i toni rispetto alla posta in gioco: la salute dei cittadini e il collasso dell’economia. L’annunciata candidatura di Antonio Bassolino, ex sindaco Napoli ed ex presidente della Regione, sta creando non pochi problemi al PD alle prese con la difficile costruzione di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle che candiderebbe Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati.

I giochi sono ancora in alto mare anche perchè non è secondario il ruolo che gioca nella partita elettorale partenopea proprio De Luca di cui un fedelissimo, il presidente di EAV Umberto De Gregorio, stamane è intervenuto nel dibattito con un post pubblicato sul profilo facebook nel quale prende le distanze dai nomi che maggiormente circolano sia sul fronte del centro-sinistra, sia su quello del centro-destra dove in lizza c’è da tempo il Magistrato anticamorra Catello Maresca che, nel mentre non scioglie la riserva sulla sua candidatura, continua a muoversi da candidato e nello stesso tempo a sedere nel suo ufficio in Procura, circostanza che sta creando non pochi imbarazzi a tutti. Ma torniamo a De Gregorio che, fonti attendibili, considerano il candidato sindaco per Napoli su cui realmente punterebbe De Luca. Leggiamo cosa scrive il Presidente di Eav:

IO DICO NO A MARESCA E FICO

Catello Maresca

Perché rappresenterebbero entrambi, anche se in modo diverso, la continuità culturale e politica con la stagione di De Magistris. Napoli invece ha bisogno di un radicale cambio di passo.  Chiariamo subito che non c’è alcun riferimento alle persone: degne entrambe di stima e rispetto sul piano personale. Il tema è di natura strategica.  Al governo della città vogliamo ancora un magistrato, abituato a giudicare ed accusare, ma non ad amministrare?
O vogliamo un politico, da sempre vicino alle posizioni di De Magistris, salito al potere accusando e facendo processi di piazza all’ombra di Beppe Grillo

Roberto Fico

O piuttosto vogliamo davvero cambiare pagina, politica e culturale, ed affidare le sorti della nostra città ad un sindaco di cultura laica e liberale, sensibilità civica e politica matura e con esperienza concreta di amministrazione?  Circola il nome di Manfredi, sicuramente rispondente a questo identikit.  Ma appunto occorre partire dall’identikit e poi individuare, sulla base di questo identikit, una quadra sul programma e sulla coalizione.

Coalizione che potrebbe e dovrebbe essere assai ampia, con baricentro il PD, che vada dai moderati ad Italia Viva ed alla sinistra e se disponibili anche ai Cinque stelle nella nuova versione a guida Conte, superando anche tradizionali steccati ideologici. Dobbiamo cambiare pagina. Superando la stagione arancione ma senza attacchi personali o desideri di rivincita, con spirito di continuità amministrativa ed equilibrio.  E’ vitale porre fine ad una stagione di contrapposizioni, di vittorie elettorali ottenute sulla base dell’odio e dell’accusa.  Dobbiamo unire e non dividere, operare e non giudicare, non rinvangare il passato ma guardare esclusivamente al presente ed al futuro.  Serve quindi un Sindaco che non abbia tracce di giustizialismo nel suo DNA e sia in grado di parlare e coinvolgere mondi diversi culturalmente e politicamente.  Un amministratore che sappia di politica e non un politico che non sa di amministrazione.  Un sindaco nuovo, che non nasca dai tribunali, veri o di piazza che siano, che abbia un consenso fondato sulla proposta e non sulla protesta, che si proponga di governare con le opere e non con le parole. Un Sindaco non populista e che una volta eletto sia il Sindaco di tutti, ma per davvero“.

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